CORSARI D'ITALIA

Il camino di Auschwitz!


“Andavo a letto con la paura e con la stessa paura al mattino mi risvegliavo” –con
queste parole Lino (così lo chiamavano tutti!!) iniziava sempre il suo racconto…Seduto su quella panchina all’angolo della via, con  lo sguardo incavato di chi ha sofferto davvero ma il sorriso beffardo di chi sa di avercela fatta, per anni ha raccontato…. Ne diceva tante, ricordo pochissimo di lui, certe sue storie, però, anche se le parole precise mi sono sfuggite, non le scorderò mai!!! Storie di uomini che uomini non si sentivano più, denudati dell’anima prima ancora che dei beni, costretti ammassati in stanze simili a cucce per cani, costretti, ancora peggio, a vivere come cani al servizio di un padrone del e con quale, però, non condividevano nulla…“Sai Nini – mi diceva – io ero cuoco anche se la maggior parte dei  signori distinti venivano solo per  portarmi sacchi di patate da pelare o per ricordarmi che ero un idiota, stupido e indegno ebreo che doveva solo lavorare, almeno venivano….vedevo qualcuno e per un attimo potevo distrarmi dalla paura; ricordarmi che differenza c’è tra la vita di un uomo e quella di una bestia… per un attimo!!”E’ si giusto un attimo…. perché subito dopo quei grandi occhi che si illuminavano al pensiero del pane, delle bricioline rubate, a costo della vita, pur di sfamare l’amico, si incupivano prestissimo, proprio all’arrivo del ricordo degli amici. “Sono molti quelli che non ho più rivisto, ogni sera mi domandavo chi avrei rincontrato al mio ritorno” E lo sguardo si faceva ancora più triste quando raccontava di quelli che arrivavano o che, forse, non hanno avuto neppure il tempo di farlo…“Li sentivo sai…. Non pensavo a da dove venissero, speravo solo che sapessero fa un mestiere, magari il cuoco, sarebbero potuti venire a pelare le patate. Invece difficilmente arrivavano da me, in molti, anzi, andavano altrove e non tornavano più”Un giorno gli chiesi perché, come.. non mi fece finire neppure la domanda, ricordandomi che prima o poi avrei capito da sola, mosse le spalle e mi parlo del camino….“Quello che fa uscire il fumo della stufa che accendi per riscaldare la tua casa oltre che il cuore tuo e dei tuoi cari, là ad auschwitz quando fumava ti faceva, al contrario, gelare il sangue… quel fumo che usciva…il cuore di un mio fratello!!!...Scritto da: zizzola1