CORSARI D'ITALIA

Venghino Signori lo spettacolo và a cominciare!!!


"Quel ramo del lago di Como", cosi il Manzoni nei Promessi Sposi celebra la bellezza di un panorama che si affaccia dalla casa di Lucia, oggi, molto probabilmente, riscriverebbe la sua celebre opera iniziando con "Quel processo maledetto sul lago di Como".Il pm Astori ha chiaramente dichiarato che " su quei cadaveri c'è la firma degli imputati",  Olindo Romano e Rosa Bazzi, indagati per l'uccisione, l'abbattimento selvaggio, efferato e disumano di quattro persone tra cui un bimbo piccolissimo, una strage che tutti noi conosciamo e abbiamo seguito proprio per la sua crudeltà e per i risvolti clamorosi che ha suscitato.Di tutti i partecipanti a questa storia ne hanno  parlato in ogni posto, sulla carta stampata, nei blog, nelle tv, nei bar e anche al mercato delle pulci, se n’è parlato sempre di più proprio perché si sono susseguiti avvenimenti che hanno dato modo alle persone di esprimere le loro opinioni in merito.Como, Tribunale, casa della Giustizia a cui tutti noi facciamo riferimento e a cui chiediamo che la legge applichi le sue norme per la tutela dei nostri diritti, un luogo che ha la sacralità della saggezza e della vita stessa, luogo fondato dagli uomini per la difesa dei diritti e per colpire con la famosa spada chi si è macchiato di colpe contro tutto e tutti.Oggi a Como, dopo aver tirato a lucido i pavimenti, cancellato le scritte sui muri, pulito e spolverato ogni sedia o tavolo, il processo  è iniziato, con lui anche le riprese di Rai tre che è stata l'unica televisione ad avere il consenso dal presidente della Corte d'assise di Como, Alessandro Bianchi, con l'obbligo di trasmettere le riprese solo dopo la sentenza.Il Giudice ha ritenuto il processo di "particolare interesse pubblico" e questa mattina dalle ore 05.00 la gente ha fatto la fila per poter entrare ed esser spettatori dal vivo, vedere in faccia gli autori di tanta efferatezza, lo sguardo di Azouz Marzuk, noto per le vicende legali che in seguito l'hanno colpito e lo sguardo dell'unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio.Curiosità, morboso uso del sapere, protagonismo esasperato o solo poter dire " io ero lì"??Oltre cento testate accreditate tra cui anche straniere, una TV nazionale e 60 posti a sedere per gli spettatori; ora, mi chiedo: cosa spinga questa gente ad esser presente, quanto il diritto di cronaca abbia il sopravvento su una tragedia che vedrà scannarsi accusa e difesa nel gioco delle parti, perché questa morbosità insita nel voler a tutti i costi esser lì presenti?Ho pensato che un esperto del settore, esprimendo una sua opinione ha modo di chiarirci alcune "perché", pertanto, ho girato queste domande a zizzola1, lei saprà darci un’idea di tutto questo.A te la parola zizzola1.Grazie corsaro. Fosse davvero possibile trovare una specificità unica e valida a priori per ogni comportamento sarebbe davvero tutto più semplice ((anche se forse più noioso!!)). In verità, invece, ogni comportamento messo in atto, solitamente ha in ciascuno di noi un suo preciso e singolare perché; una ragion d’essere che cambia al cambiare delle circostanze e, soprattutto, al cambiare della persona che si trova ad agire.Inoltre spesso il tutto è pure molto più “semplice” di quello che pensiamo. Nel caso del processo di erba, quindi, probabilmente, troviamo a fare la fila, persone che sono lì solo perché pensionate con tanto tempo a dispostone oppure perché studenti interessati alla materia, magari, in cerca di un esempio concreto di ciò che solitamente leggono solo sui libri…. Questioni, in sintesi, molto concrete: interessi, tempo a disposizione, possibilità per spostarsi e raggiungere il luogo, ecc….Detto ciò, non si può trascurare il fatto che la partecipazione di massa a certi eventi, trall’altro pure poco piacevoli, è quantomeno singolare!! Del resto però quando un fenomeno diventa, grazie soprattutto all’azione dei mass media che amplificano e pubblicizzano la cosa attirando su di essa l’attenzione, “un fenomeno collettivo” la partecipazione della collettività, appunto, diventa parte integrante del tutto. Per molti l’esserci, in un modo o in un altro, può assumere un valore straordinario….Sai che bello poter poi il giorno dopo al bar poter parlare avendo però, in aggiunta, la consapevolezza o il privilegio di poter dire “ma io c’ero davvero!!!”. Inoltre se c’è di mezzo una questione investigativa/legale, il tutto pare amplificarsi ulteriormente… Secondo me, dopo essere stati un popolo di allenatori di calcio un po’ stiamo diventando un popolo di investigatori e, avere a disposizione qualche elemento in più per avvalorare la propria tesi investigativa, là al bar la mattina mentre fai colazione…sai che privilegio!!! Infine credo anche, però, che con tutto ciò c’entri pure quel senso di empatia – comunemente identificabile come quel senso di partecipazione e condivisione degli stati d’animo degli altri e delle loro sofferenze (Giannetti, 2005) - che è presente in misura più o meno minore in ognuno di noi. Del resto la tv e i vari mass media che risaltano la vicenda oltre a favorire la nostra partecipazione comportamentale, accendono il nostro coinvolgimento emotivo… come è possibile rimanere indifferenti alla notizia di un piccolo bimbo trucidato? Oppure come non sentirsi vicini a quell’unico superstite o a quel nonno che, in colpo solo, ha perso figlia e nipote? Si capisce quindi che se non per curiosità, quantomeno “per un  innato senso di fratellanza” viene spontanea la voglia di partecipare, un po’ come per abbracciare simbolicamente i protagonisti ed esprimere solidarietà a chi crediamo vittime ingiuste di un immane tragedia!!! Personalmente parlando, in conclusione, una risposta precisa non saprei darla. Ritengo tuttavia molto importante e utile una corretta informazione in merito a certe questioni. Ciò non toglie che quando dall’informazione si passa alla spettacolarizzazione di un tragico evento….tutto diventa solo molto più triste!!! Aimhè…