CORSARI D'ITALIA

Lavoro sicuro??


Le nostre inchieste
Ieri 1 Maggio festa del lavoro. Ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricordato i numerosi morti sul posto di lavoro. Ieri anche il tradizionale concerto a Roma, organizzato dai sindacati, era dedicato a quelle che sono tristemente note come le “morti bianche”. Proprio durante questa manifestazione hanno letto i nomi…. centinaia e centinaia di persone che proprio là dove si recavano per guadagnare il necessario per una vita migliore, la vita la hanno perduta per sempre!! Da quando l’emergenza è scoppiata, o meglio, da quando la drammaticità del fenomeno è salita sul palco della ribalta divenendo visibile a tutti, le chiacchiere di più o meno esperti hanno cominciato a dilagare. Forse, giustamente, si fa un gran parlare di condizioni di lavoro inadeguate, di titolari d’azienda che non rispettano le normative, che tendono al risparmio limitando, magari, l’acquisto di materiali e/o la messa in opera di pratiche opportune per la salute del lavoratore, ecc…Drammaticamente vero tutto ciò. Non si può negare che tutte quelle barriere protettive tese a salvaguardare la capacità lavorativa e poste, fin dall’inizio del XX secolo, all’attenzione di tutti - in quanto considerate l’unico strumento per salvaguardare la salute del lavoratore e l’impatto sociale dato dai lavoratori lesi o menomati - siano state trascurate o addirittura ignorate sempre più chi di dovere!! Tuttavia mi domando se non ci sia dell’altro… Sono molti gli aspetti della personalità individuale da mettere in relazione con il comportamento e l’esperienza sul lavoro (Argyle, 1996). Inoltre, nel nuovo modo di intendere la prevenzione sul posto di lavoro, il lavoratore assume un ruolo centrale; la sua sicurezza dipende sia dalla rispondenza delle macchine a precise norme tecniche ma anche dal complesso di atteggiamenti e comportamenti suoi e di tutti coloro che operano in quel complesso (4° Convention Nazionale dei responsabili dell’Igiene e Sicurezza in Ambiente di Lavoro, 2006). Mi domando quindi se davvero è solo esclusivamente colpa delle oggettive mancanze? Perché una persona accetta di lavorare in ambienti non sicuri? Possibile che un lavoratore non si renda conto che sta mettendo a rischio la sua vita e, magari, quella di altri?? Perché bisogna aspettare che si verifichino delle tragedie immani (come quelle della ThyssenKrupp) per denunciare determinate condizioni di lavoro non appropriate?? Per fame, perché il lavoro è indispensabile per ottenere dei soldi e quindi per mangiare e vivere. E se non vi sono idonee alternative; lavorare si deve comunque farlo….Ironicamente lo diceva pure Celentano in una vecchissima canzone “Chi non lavora.. non fa l’amore!!”…..Oppure per ignoranza, perché nonostante le milioni di belle parole sulla prevenzione dei rischi sul luogo di lavoro, forse, sono ancora troppo pochi coloro che conoscono realmente le pratiche idonee per un lavoro sicuro…. Oppure, ancora, forse, perché in ciascuno di noi rimane quel senso di invincibilità, infallibilità e amore per il rischio (tecnicamente si chiama Seensation Seeking) che spesso ti porta a dire “ma tanto a me no nn succederà!!”…. Mah…. Personalmente parlando mi risulta difficile trovare una risposta a certi interrogativi e credo anche che cercare i motivi o i responsabili serva a poco. Al contrario  resto fortemente convinta che la vita non ha prezzo, che ricordare in determinati momenti serve ma non è tutto…ciascuno di noi - operaio, datore di lavoro o semplice cittadino che sia- e ciascuno con i propri mezzi ed il proprio comportamento, al di là di tutto e tutti, dovrebbe operare per far si che certe disgrazie non succedono più!! Solo così quelle centinaia e centinaia di persone saranno davvero omaggiate!!