corsa y mucho mas

corse e quasette


Se ricordate i tubolari di Alberto Juantorena o di Edwin Moses vorrà dire che vi ricordate quali calzini si usavano per correre! (E non siete così giovani come vorreste fare credere)Si compravano al mercato o in merceria in blocchi da tre minimo, annastrati strettamente, la forma del piede la prendevano con l'uso ed in quel preciso istante iniziavano a cedere! Si consumavano, l'elastico si mollava inesorabile e passavano ad usi alternativi: da tutte le discipline sportive a tutte le pulizie domestiche. Quei calzini si inzuppavano di sudore ed avevano cuciture spesse, ma erano buoni per tutti gli sport, o forse c'erano solo quelli. Ora no! Ora la scienza è arrivata anche al calzino! un unico prezioso filo evita la benché minima cucitura. Intrecci di fibre miracolose scacciano i batteri, acqua, caldo, freddo e pure la puzza (che prima connotava le scarpe da tennis, nome unico per quasi tutte le scarpe sportive ad esclusione del calcio). Spessori differenziati avvolgono con dolcezza e tenacia laddove serve di più, proteggono le parti che più sfregano, accarezzano le dita e massaggiano facilitando traspirazione e circolazione sanguigna. Quando la nazionale francese di calcio vinse mondiali ed europei a raffica pare ci fosse lo zampino del calzino, che avvolgeva con prodigiosa efficacia i polpacci milionari così da farli stancare poco e nulla in gara e poi recuperare a vista d'occhio tra una partita e la successiva. Quei calzettoni giunsero nel podismo, lontani parenti di quelli di Juantorena, si sono messi a disposizione di maratone e mezze. Stringono forte e pompano via la fatica così bene che guai a non metterli più se li hai provati, i tuoi polpacci ti ripagheranno a forza di crampacci! Ma anche loro si consumano e si bucano, mal si acconciano al rammendo, e senza alcuna attitudine alle pulizie finiscono di filato nelle immondizie.