C’erano una volta le buone maniere. Quelle che quando arrivavi ad una festa con un dono (ma anche se arrivavi a mani vuote) eri accolto con un sorriso e coperto di attenzioni. Quelle che si lasciava il passo a una signora o lasciava il posto a sedere a chi era più opportuno si sedesse. Quelle che prima di spegnere le candeline ci si assicurava che ci fossero tutti i presenti. Quei modi di fare che se ti accorgevi che qualcosa non andava chiedevi cosa fosse successo.In verità le buone maniere non dipendono dall’epoca ma dalla educazione e dalle priorità. Ci sono volte che si appare disattenti e scostanti, per via del fatto che le energie sono concentrate ad un obiettivo. Dovrebbe esserci un limite a questo, un livello sotto il quale i comportamenti non dovrebbero mai scendere. E se si è scesi sotto un certo livello allora si dovrebbe trovare il modo di risalire, a condizione di esserne resi conto. Ecco il problema nasce proprio “a condizione”.
C’erano una volta
C’erano una volta le buone maniere. Quelle che quando arrivavi ad una festa con un dono (ma anche se arrivavi a mani vuote) eri accolto con un sorriso e coperto di attenzioni. Quelle che si lasciava il passo a una signora o lasciava il posto a sedere a chi era più opportuno si sedesse. Quelle che prima di spegnere le candeline ci si assicurava che ci fossero tutti i presenti. Quei modi di fare che se ti accorgevi che qualcosa non andava chiedevi cosa fosse successo.In verità le buone maniere non dipendono dall’epoca ma dalla educazione e dalle priorità. Ci sono volte che si appare disattenti e scostanti, per via del fatto che le energie sono concentrate ad un obiettivo. Dovrebbe esserci un limite a questo, un livello sotto il quale i comportamenti non dovrebbero mai scendere. E se si è scesi sotto un certo livello allora si dovrebbe trovare il modo di risalire, a condizione di esserne resi conto. Ecco il problema nasce proprio “a condizione”.