Cos'altro?

La prima rivoluzione


Nelle tradizioni orientali, che etruschi, celti e germani avevano importato in europa  dall'Egitto, dall'India, dalla Mesopotamia e dalla Cina, l'uomo non occupa una posizione centrale ma secondaria e strumentale. Le realtà sociale di quelle società non lascia spazio alcuno all'uomo come persona autonoma, che dia cioé a sè stesso la propria legge; gli individui scompaiono come tali per oggettivarsi nei propri ruoli. In quelle realtà infatti le origini del sistema sociale sono immaginate nei miti di una lontana epoca, sottratta alle vicende del tempo e che ha pertanto una origine sacra, come sacro è il potere che si incarna nel sovrano, in quello dei sacerdoti, nelle caste e nei ceti. Nella tradizione greca i termini di questa condizione di subordinazione dell'uomo rispetto alle strutture di potere sacralizzato sono completamente rovesciate: gli dei stessi sono molto umani e vivono su un monte chiamato Olimpo. L'uomo è istituzionalizzato in linea di principio, e spesso anche nei fatti, come misura di tutte le cose. La diffusione di questo sistema culturale nel bacino mediterraneo ebbe il suo culmine della seconda metà del VII sec. a.C. con l'espansionismo culturale delle città elleniche, le nuove polis democratiche. La prima rivoluzione culturale della storia fu la fine di questo sistema, durante la prima metà del VI sec., schiacciato militarmente a oriente dai Persiani e culturalmente a occidente da Etruschi e Fenici. Nel sistema greco della polis democratica infatti, che mette l'uomo come misura di tutte le cose, era più difficile la base di ogni comunità politica fondata sull'uso legittimato della
forza da parte di un gruppo di potere, uso della forza che, benchè possa essere immaginato solo come difensivo può rivoltarsi, all'occorrenza, anche all'interno della comunità stessa. Mentre, in concomitanza, l'invenzione etrusca della chiave di volta in architettura, apriva possibilità enormi alla nascita di nuove classi artigianali e quindi di nuove classi "degli affari" che potevano, almeno teoricamente, contrapporsi all'aritocrazia militare(1). Possiamo considerare questa epoca come la prima in cui i due bisogni fondamentali dell'uomo, quello di sicurezza e quello di libertà, per definizione contrari l'uno all'altro, si siano direttamente affrontati alla ricerca di un nuovo equilibrio resosi necessario a seguito delle trasformazioni geopolitiche.(1)La pietra d'angolo (per restare in termini architetturali), cioè il punto di forza del nuovo sistema fu il più antico culto conosciuto fino ad oggi e cioè il culto dei morti. (Nelle grotte dello Shanidar in Iraq, sono stati scoperti degli scheletri di Neanderthal coperti da un caratteristico strato di polline, ciò ha suggerito che nel periodo di Neanderthal i morti potessero essere sepolti con un minimo di cerimoniale di cui il presunto omaggio floreale potrebbe rappresentare già un arcaico simbolismo; un'elaborazione possibile di tale assunto è che già allora si credesse in un aldilà e che in ogni caso gli uomini fossero ben consci ciascuno della propria mortalità e capaci di esprimere un lutto.)Le tombe etrusche e gli ipogei in genere sono il primo esempio in europa di questi luoghi destinati ad accogliere i corpi dei defunti e sono anche i primi esempi in cui c'è l'impiego esclusivo di strutture murarie a blocchi di pietra. In questa predilezione per la copertura a volta l'architettura etrusca continua, perfeziona e trasferisce in sede monumentale motivi di antica origine orientale, motivi che l'architettura greca classica tende invece generalmente a respingere come elementi estranei alla sua rigorosa concezione rettilinea, basata sulla struttura ad architravi.