femminile plurale

capitolo undicesimo - Due -


Le Coccinelle proprio non accettano che io non sia accoppiata e in un certo senso posso capirle perché l’universo stesso sembra fatto per le coppie. I giorni della settimana, per esempio: il sabato è per due e la domenica pomeriggio pure, soprattutto se fuori è brutto. E la primavera? quelle giornate tiepide di maggio con l’aria satura di profumi? e i tramonti? e la luna piena? e le stelle cadenti? Nei grandi magazzini fatta eccezione per il reparto libri e per quello dei cibi che in genere vanno sotto l’etichetta di ‘schifezze’, tutto è concepito per due: dalla biancheria per la casa alla biancheria intima, dalle tazzine Lui&Lei alle teglie a forma di cuore, tutto è un cinguettante inno alla coppia al punto che viene da chiedersi a che proposito numero deus impare gaudet. Ammesso pure che l’uomo sia un’isola, la donna è il ponte che lo tiene ancorato alla terraferma permettendogli di entrare in contatto col resto del mondo. Su questo non ci piove. Il problema è che io non sono disposta ad essere il ponte del primo che capita.Loro, pur trovandomi assolutamente stupenda, ritengono che farei bene a non sottilizzare troppo e decidermi a fare dono della mia stupendità, magari non a uno qualsiasi…ma insomma, uno col minimo sindacale di requisiti da principe azzurro dal momento che l’età pensionabile incombe. Io al riguardo ho le idee molto chiare perché essendo osservante scrupolosa dei protocolli della grande commedia americana, NON SCENDO A COMPROMESSI: o è principe azzurro oppure non se ne fa niente. Meglio sola. A me non interessano muscoli e torace visto che esco pazza per Fassino (e per Luca), non sono interessata alle auto in quanto diffido  a priori degli uomini a tre punte o a quattro cerchi (e pure di quelli in SUV) e per i piccoli spostamenti preferisco un piccolo aereo  e/o una barca,  ma non posso rinunciare  al  senso dell’umorismo, alla classe, all'intelligenza e ça va sans dire a un considerevole conto in banca.