femminile plurale

cap 41 - L'uomo delle stelle -


“Il Destino da una parte toglie e dall’altra restituisce,” pontifica Francesca a cui sto vomitando addosso il veleno per quello che è successo alla Ford. “C’è una novità ai piani superiori” aggiunge con solennità e poi si blocca. Statua di sale. La strozzerei quando fa così. Ha questo viziaccio di dire le cose col contagocce. E’ irritante, ecco, irritante. La ripago fingendo indifferenza in modo da costringerla a spiegarsi per tenermi avvinghiata. “E’ andato in pensione un primario”, recita ammorbidendosi un po’. “E al suo posto ne è arrivato un altro”“Embè?!?”“Vedilo prima di dire embè” “Tu lo hai visto? E’ potabile?”“Ancora no, non volevo sembrare interessata. Sono…”“…una donna sposata, lo so. Che dici, vado subito?”“Se vuoi fare la figura dell’affamata, sì. Ma sappi che c’è la coda come alle poste. Fossi in te lascerei fare al caso, aiutandolo un po’ ovviamente”, mi suggerisce con tono ispirato.Pare facile. Noi siamo confinate nel sottosuolo come le tartarughe Ninja, tacchinate da quella moffetta di primario che neanche a fare la pipì ci fa andare e se ogni tanto non ci fosse un’urgenza con la maiuscola che ci obbliga a chiamare consulenti da ogni piano, non conosceremmo altro che le nostre facce e quelle dei nostri pazienti. Hai voglia di aspettare principi azzurri!Elisabetta che soffre di attacchi di incontinenza emotiva che nemmeno una quindicenne a un concerto dei Take that, finge un raptus di cacarella e sale a visionare la preda.