femminile plurale

cap. 95 - Tolgo il disturbo -


Ho dormito stanotte? No, mi sono limitata a galleggiare sul materasso oppressa da una sensazione promiscua di ineluttabilità e di incognito che mi procurava un sentimento misto di angoscia e baldanza. Mi alzo compassionandomi. Quanto mi voglio bene! e quanto mi faccio pena!Faccio mangiare i cani accarezzandoli quel tanto che basta per innervosirli, li saluto uno ad uno con un biscotto Friskies alito fresco a forma di osso e un bacio sulla testa, faccio la doccia guardando persino i rubinetti con la malinconia dell’esule. Le valigie le ho preparate ieri sera. Ora devo solo cambiare le federe ai miei cuscini (le metto di lino finissimo con ricami a mano e inserzioni di pizzo al tombolo. Le adoro), infilarli nel borsone, truccarmi poco, vestirmi molto e andare. Indosso un tubino nero di Ungaro, l’impermeabile corto che lo gemella, calze nere, sabot rosso fuoco, borsa di seta rossa e guanti di raso in tinta. Sono teatrale e fuori posto ma ho terribilmente bisogno di non essere anonima perché mi sento in pericolo di identità.Arrivo in ospedale contemporaneamente a Jack lo Squartatore. Gli mollo le valigie - perché il minimo che possa fare per me uno che tra un po’ mi farà del male è portarmi le valigie - e salgo al primo piano.