apocalisse 2012

DELLA SENILITA'


è risaputo che, ad una certa età, negli uomini, si manifestano sintomi di malattie degenerative come l'altzehimer, la demenza senile...sintomi che si riconoscono solo dopo che la malattia è in stato già avanzato, ma è anche risaputo che coloro che hanno rapporti con loro (che non conoscono gli effetti di queste malattie degenative del cervello sui comportamenti dei soggetti che ne sono affetti) stentano a comprendere, perdono la pazienza, si incazzano col malato perchè si aspettano che sia 'normale', che si comporti 'normalmente' e non in modo 'anomalo', demente... è un dramma che vivono tante famiglie in cui vive un membro anziano , tante aziende ai cui vertici siedono persone attempate ed anche molti stati nazionali (pensa solo al nostro caso... Italia e Vaticano), governati e presieduti da persone in età avanzata... è drammatico, ma è una terribile verità che dobbiamo confrontare con realismo. Prima di tutto occorre accettare il fatto che la malattia degenerativa delle cellule cerebrali è irreversibile… non ci possono essere miglioramenti o guarigione… può solo peggiorare (per questo si chiama ‘degenerativa’) e il paziente è da considerarsi un malato terminale. Le funzioni cerebrali, degenerando, determinano la graduale perdita delle funzioni dei vari organi del corpo e alla fine di una spirale di effetti degenerativi, l’anima si libera del corpo, ormai incapace di funzionare, come un autista abbandona l’auto con un danno irreparabile. In fondo, la vita del corpo non è infinita, eterna e tutti sappiamo che, prima o poi, il corpo muore, e chi ha vissuto a lungo e non è morto di malattia, di incidente, ucciso da una guerra, da una catastrofe, o dalla follia omicida di qualcuno, chi muore di vecchiaia muore dolcemente, scivolando dalla razionalità nel delirio, nell’oblio, dai dolori e dagli acciacchi nel graduale spegnimento di ogni sensazione… è il privilegio degli anziani morire così e coloro che manifestano i primi sintomi devono essere compresi con pazienza e accompagnati nell’ultimo segmento del loro itinerario, per quanto duri, con compassione ed amore incondizionato. Chi assiste con pazienza una tale persona anziana è come se frequentasse un ‘master’ all’Università della Vita e ne uscirà con una laurea importante in mano, un diploma stampato nella sua anima che gli varrà la capacità di vivere meglio la sua vita.