apocalisse 2012

Una pagina da “Il Profeta” di Kahlil Gibran (poeta e filosofo libanese)


E' una pagina che ho usato molte volte, quando ero giovane, nei dialoghi e litigi con i miei genitori per la mia indipendenza, e l’ho citata spesso, quando sono stato richiesto di mediare i conflitti tra genitori e figli, all’interno di famiglie in cui i cosiddetti ‘bamboccioni’ si sentivano animali in gabbia, desiderosi di autonomia ed emancipazione, ma imprigionati dal bisogno e trattenuti dall’amore e dall’attaccamento dei loro genitori. Molti, moltissimi sono certo che la conosceranno gia’, ma potrebbe venir utile in qualche casa dove, in questi giorni, magari c’e’ un po’ di conflitto generazionale.I Figli una donna che reggeva un bambino al seno disse: Parlaci dei Figli.    E lui disse:    I vostri figli non sono figli vostri.    Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.    Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,  e benché vivano con voi, non vi appartengono.   Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:    Perche’ essi hanno i loro pensieri.    Potete offrire rifugio e casa ai loro corpi ma non alle loro anime:    Esse abitano le case del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.    Potete cercare di essere simili a loro, ma non di farli simili a voi:    La vita procede e non s'attarda sul passato.    Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.    L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.    Affidateli con gioia alla vita con la mano dell'Arciere;    Poiché come egli ama il volo della freccia così ama l’immobilita’ dell'arco.