SUBOTAIBLOG

CAP.5-MARISA CERCA AIUTO


 l'étoile de l'OperàL'umidità stagnava densa nell'aria della notte estiva e la strada bagnata liberava gli odori di catrame tiepido e di una povera natura fatta di aiuole rinsecchite e di giardinetti davanti alle scuole infestati dalle cacche di cane. Andare a zonzo per le strade a quall'ora ti permetteva di gustare l'aria fresca carica di malinconia che entrava dai finestrini della macchina e ti faceva pensare alle cose e alle persone come se scorressero su un nastro fatto di memoria e di leggera pressione alla bocca dello stomaco.Non spiacevole tutto sommato come un languore misto a desiderio di futuro che si snodava lento sopra le immagini delle case mobili al ritmo del ronzio regolare del motore.Angela non immaginava il mondo in movimento dentro alla mia testa e se anche fosse stato non avrebbe potuto capire lei,così regolare e determinata al raggiungimento del premio che le avevano promesso al termine della nostra esperienza su questa terra.E più lei era convinta e più io mi perdevo nella mia doppia esistenza combattuto tra il senso del dovere per gli impegni già presi e la voglia di rivivere all'infinito la mia storia con Emily che mi veniva puntualmente a trovare tutte le notti in sogno avvelenandomi la vita.All'incrocio con via Mezzofanti il semaforo dette il via libera e il mio piede stava per staccare la frizione quando al finestrino di sinistra un viso spaurito e tremante si affaccia come se volesse entrare passandomi sopra.-Dammi un passaggio per favore ho bisogno di andare via subito-Era un ovale piacevole di pelle bianca con due occhi spalancati tagliati verso l'alto e una bocca di carne rossa pallida che i denti delicati trattenevano da una parte.-Dai fammi salire qualcuno mi sta dietro..aiutami...poi ti faccio delle cose-Il tono era supplichevole ma deciso anche se cantilenava come fosse ubriaca.Ho risposto di salire imbarazzato con la tipica faccia di una patata lessa colta nel momento di uscire dalla pentola.Lei ha girato intorno alla Skoda ed è salita dopo tre passi incerti che però mi avevano dato modo di constatare non senza stupore la statura oltre la media e la flessuosità strascinata dei movimenti come fanno le modelle quando alzano un pò troppo il gomito. Dietrro di me si era formata una piccola coda e ho finalmente lasciato il piede dalla frizione oltrepassando il semaforo.Nell'abitacolo l'aria riprese a scorrere dai finestrini aperti ma ciò non impediva a un forte e costoso profumo misto a odore di vestiti troppo portati di riempirmi le narici stuzzicandomi la base della nuca.Mi guardai intorno e nello specchietto.Nessuno sembrava si interessasse di noi.In realtà non era il profumo a strofinarmi tra collo e capelli ma una delle sue lunghe manine con le unghie rosse sbrecciate quà e là.Il gesto era meccanico e la ragazza lo faceva come fosse un'abitudine tenendo lo sguardo fisso fuori dal finestrino come imbambolata a volte,a volte assorta in invisibili pensieri dalla coda lunga.-Come ti chiami?Io sono Viktor,piacere-Dissi tentando di apparire rassicurante.-Marisa-Rispose aprendo un poco le palpebre per fissarmi un istante in più mentre aumentava la pressione delle sue dita sulla mia nuca in segno di stretta di mano.-Tutto bene adesso?-Ripresi con tenue rassegnazione cercando argomenti neutri per rompere il ghiaccio.-Tutto bene un cazzo- rispose chinandosi dalla mia parte e appoggiandosi con il busto al mio braccio.-ha cominciato anche stasera a picchiarmi e se non scappavo mi gonfiava come l'altra volta-E si appoggiò ancora di più cominciando a piangere lenta e piena di stanchezza.La macchina continuava a correre regolare lungo i viali di circonvallazione senza fretta come una barca su un fiume che segue la corrente.Davanti a una ragazza che piange non sai mai che pesci prendere e mi venne spontaneo appoggiarle dolcemente una mano su una coscia facendole sentire una leggera doppia stretta,come se le facessi l'occhiolino,come dire ok,ora sei com me è tutto finito.E lei cominciò a stringermi il braccio con suo corpo come se fosse quello il gesto che stava aspettando per smettere di piangere.Era morbida e non rimasi indifferente.-Non farci caso,scusa.-Disse a bassa voce tirando su col naso.-A volte vorrei farla finita per sempre a volte vorrei ammazzarmi.Non ne posso più.Ma poi finisco sempre per tornare a casa.-E chidendo questa frase si portò la mia mano al viso e ci fece aderire la guancia come in una carezza al contrario.Bastava molto meno per intenerire un tipo come me e la faccenda stava prendendo una piega incredibile tanto che continuavo ad tenere la quarta ai 40 all'ora per non rompere l'incantesimo.Il suo viso era bagnato ma liscio e forte e la mia mano ne assorbiva il calore quasi fosse staccata dal mio corpo.-Vuoi che ti porti da qualche parte?-Dissi terrorizzato temendo che l'incanto potesse finire e domandandomi perchè avevo fatto una domanda così stupida.-Fermati dove vuoi- rispose guardandomi per la prima volta negli occhi.-ho voglia di stare un pò con te-In centro a Bologna a quel tempo c'era ancora il fiume Reno che a tratti scorreva allo scoperto tra due rive di terra coperte di folta vegetazione.La gente ci buttava anche le cose vecchie che gli spazzini non portavano via e la piena del fiume lasciava tra i rami striscie di plasica e bottiglie ammaccate.Però non sembrava così male a quell'ora,non era una suite all'Hilton ma chissenefregava.E proprio di fianco al fiume mi fermai scendendo una stradina sassosa cercando di nascondere la macchina alla meglio dietro alcuni alberelli.Dalle foglie filtrava la luce dei lampioni più in alto e l'atmosfera nel complesso era accattivante e piena di presentimenti anche se non capivo bene in che modo.Marisa invece aveva le idee chiare e continuava a stringere la mia mano e a premere sul mio braccio sempre guardando un punto lontano nel buio fuori dal finestrino con gli occhi semiaperti.Sembrava si stesse addormentando.E me non restò altro che avvicinare il viso al suo e respirare il profumo di pelle e di Chanel strusciandole il naso contro la guancia.Cosa c'è di meglio di due sconosciuti che si comportano come vecchi amanti?E' adrenalina purissima mista a eccitazione e languore..e pensare che ci sono dei fessi che si perdono dietro la cocaina.-Sai,ho perso il mio bambino-Mi interruppe la sua voce calma mentre imbastivo sogni e ricodi insieme.-Lui non ha voluto che nascesse e o dovuto liberarmene.Che stronza che sono stata a dargli retta-E la tristezza le usciva da tutti i pori insieme a ondate di rassegnazione.Si stava svegliando dal torpore e cominciava a considerarmi una comoda fonte di calore nel fresco della notte per cui mi attirò verso di sè costringendomi a dividere il suo seggiolino e aderendo al mio corpo come una coperta.-Sei sposato?-mi chiese con un sorriso che mi lasciò sentire l'odore di menta e fumo dsella sua bocca.-Ma no,chissenefrega.Non lo voglio sapere-E prese a carezzarmi la pancia e le cosce strette nei vestiti e a sorridermi con quieta malizia sapendo che a quel gioco lei non aveva rivali poichè era la padrona.-Dai togliamoci i pantaloni,ho voglia di sentirti-Comandò e nella macchina ci fu un gran strusciare di indumenti e di scarpe e di chiavi e di sedili angusti trasformati in letti d'emergenza.-E se arriva qualcuno?-Dissi mordendomi subito dopo la lingua per quella frase,la seconda, che più cretina non si può.-Meglio-Rispose pronta lei-così lo facciamo in tre-E quella mediocre vetturetta di seconda mano figlia della tecnologia comunista più avanzata ma orribile come desin divenne a un tratto uno scrigno prezioso che custodiva tutto lo splendore del mondo.Le sue gambe nude e i suoi piedi dovevano essere come quelli di una danzatrice dell'Operà che si allena nuda e sola nella sua stanza e il suo ventre liscio e rasato una dimostrazione di geometrica potenza del creato.Fu più che altro una fusione di sguardi e di calore e di carezze affettuose.Di baci delicati,ma non di più.-Non riesto a venire.Sono ancora troppo agitata.Fallo tu mi piace guardare.-E aumentò la frequenza dei movimenti della sua mano alitandomi nella bocca.-Ti piace guardarla?-Diceva allargando le coscie.-Lui mi ci infila tutta la mano dentro,perchè non lo fai anche tu?-Era come navigare in un mare in tempesta sapendo che il timoniere è ubriaco.Ma l'energia e il calore e il suo odore erano più potenti e alla fine mi ritrovai con le sue mani piene di fazzolettini bagnati e una senzazione come di bimbo piccolo appena pulito dalla mamma.-Non l'ho mai fatto in questo modo-Disse Marisa cercando di sembrare soddisfatta.-Di solito gli uomini da me vogliono un sacco di cose,sono prepotenti e in 5 minuti è tutto finito.-La sua voce era dolce e materna mentre il suo viso era appoggiato alla mia pancia per guardare meglio la sua mano che accarezzava il mio corpo senza nulla escludere.-Forse ci potremo rivedere-Disse girando il capo in sù e guardandomi negli occhi.-Forse- risposi io.La notte stava finendo e di pioggia non ne veniva più.Marisa era sparita dentro la pancia di un taxi con un bacio bagnato e un numero di telefono .A me non restava altro che riprendere da dove avevo interrotto il lavoro.Alle cinque e mezza del mattino la sagoma immensa in stile dux del palazzo di via Marconi dove avevo l'ufficio mi veniva incontro minacciosa.La pistola mi premeva contro il fianco destro e nessuno aveva ancora cercato di spararmi.Era il momento di darsi una mossa.