CREAENERGIA

Siamo sommersi dall'ipocrisia


Il termovalorizzatore: i rifiuti diventano energia elettricaLa termovalorizzazione rappresenta una possibilità di riciclo alternativo, in quanto, con questa tecnica, non si riutilizza la materia stessa ma si recupera il calore che si sviluppa durante la sua combustione. Per i tecnici del settore, la termovalorizzazione rappresenta la strada per il futuro nella gestione dei rifiuti. Essa non solo costituisce uno strumento eco-compatibile per l'eliminazione degli stessi, ma rappresenta una fonte energetica rinnovabile. Riesce a dare valore al ciclo dello smaltimento e a offrire un'importante alternativa allo sfruttamento delle fonti primarie ed esauribili di energia. Se in Italia si riuscisse ad incrementare la termovalorizzazione dei rifiuti si potrebbe soddisfare il 3% di fabbisogno nazionale di energia elettrica. Parallelamente si ridurrebbe drasticamente l'impatto ambientale di uno smaltimento prevalentemente concentrato sull'uso delle discariche.Attualmente in Italia gli impianti attivi sono 36, quelli momentaneamente inattivi 6 e quelli in fase di costruzione o progettazione 18. Questi sessanta termovalorizzatori sono distribuiti in maniera diseguale sul territorio nazionale (solo 9 fra Sud e Isole) e già oggi non sono più sufficienti: secondo i dati di Legambiente il 78% dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) prodotti in Italia vengono smaltiti nelle discariche, con conseguente saturazione delle stesse, il 9.4 finisce in impianti di compostaggio, mentre solo il 7% viene incenerito (quota di incenerimento con e senza recupero energetico). L'Italia, per allinearsi alla media dei paesi dell'Unione Europea, dovrebbe arrivare almeno al 20%.Tra le modalità di trattamento e valorizzazione dei rifiuti la termovalorizzazione è discussa anche dagli ambientalisti. Greenpeace addirittura giudica auspicabile l'eliminazione progressiva di tutte le forme di incenerimento dei rifiuti entro il 2020.