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Intervista al maestro Aletti 2° parte


 10) Come è nata l'idea di abbinare alla sua attività poetica la promozione dei vari concorsi letterari tra cui "Il Federiciano"? L'idea di abbinare la mia attività di poeta ai concorsi o altre iniziative come il festival delFedericiano è nata dal fatto che io vado a creare di volta in volta tutta una serie di iniziative allequali avrei partecipato se non avessi avuto la possibilità e la fortuna di idearle: ecco perché poihanno così tanto successo, perché, praticamente, è vero che sono un editore, oltre ad essere unpoeta, e sono di gran lunga il più importante formatore di poesia che c'è in Italia, però rimangocomunque principalmente un autore, un poeta, per cui mi viene naturale ideare quelle iniziative chedanno agli autori la possibilità di fare un percorso di legittimazione della loro proposta poetica. Adesempio La panchina dei versi è nata come manifestazione spontanea all'interno dell'ultimaedizione estiva del festival Il Federiciano, perché ci avevano tolto l'utilizzo della piazza dei poetifedericiani, che era una sorta di piazza simbolica, un'unione tra i poeti federiciani del1200 equelli del terzo millennio. Dopo di che quella panchina dei versi è diventata un puntofondamentale di incontro, di condivisione e di aiuto per tutte le persone che erano ferme a casadurante la pandemia, perché ho preso quella panchina dei versi e l'ho fatta diventare lunghissima,centinaia e centinaia di km che passava nelle case delle persone, le fece accomodare per ben trevolte durante la giornata, per molti è stato un momento di grande sollievo dalla solitudine. Provate aimmaginare delle persone che vivono nei palazzi al centro della città senza balconi, o persone sole,altre spaventate, durante il primo lockdown, aver avuto un'oasi di pace per diverse ore dellagiornata è stata una ancora di salvezza, e nell'arco di qualche giorno il Festival on line La panchina ​dei versi, è diventato il più importante festival di poesia di quel periodo su facebook italiano; èandato avanti per tre mesi, va avanti ancora oggi, ma per quei primi tre mesi tutti i giorni gliartisti si sono alternati: Francesco Baccini, Alberto Fortis, Silvia Mezzanotte, professoriuniversitari, Haidar, Gazzè, io, Quasimodo e molti altri, artisti che sono intervenuti dalla Spagna, indiretta dall'India, un festival internazionale.È stato naturale, qualche mese dopo, edificare un concorso di poesia che si chiamava la panchinadei versi, che testimoniava e storicizzava un evento straordinario come appunto la realizzazione diun festival on line durante la pandemia che ha fatto registrare numeri incredibili. L'esordio delfestival fu del cantautore Francesco Baccini; oltre ad esserci centinaia, centinaia di persone on linedurante la diretta, il video superò le 20mila visualizzazioni in pochi giorni; un numero incredibileper un festival nato così in maniera estemporanea dalla mia esigenza di dire grazie alle persone checi seguivano: era l'unico modo che avevamo per far loro compagnia in un momento drammatico.È stato un momento molto bello, anche di grande utilità perché ci siamo sostituiti al serviziopubblico, diciamo che se uno accendeva la tv tutti i giorni c'era solo il bollettino dei morti, moltoangosciante, se invece accendeva facebook tre volte al giorno trovava di nuovo la gioia e lacondivisione dell'arte, per cui diciamo in definitiva è normale il fatto che io organizzi iniziative pergli autori perché sono quelle iniziative che io avrei frequentato. Altra cosa è invece per quantoriguarda il paese della poesia, fu un sogno quello di poter realizzare un luogo ideale e reale per dareun luogo alla poesia, luogo d'incontro per tanti anni per gli autori. Alla fine il festival era unpretesto per potersi rincontrare, poter vivere qualche giorno, come lo chiamo io, il tempo sospeso,dove non hai la fatica del passato, l'incombenza degli impegni futuri, gli obblighi quotidiani, madove l'unica cosa che hai è quella di condividere dalla mattina a notte fonda la stessa passione per lapoesia con tutti quelli che partecipano. Come dico sempre: "Il paese della poesia è come il paese deibalocchi per Pinocchio, l'unica differenza è che quando te ne vai non ti crescono le orecchie d'asinoma nuove consapevolezze". 11) Quale importanza ha per lei l'attività di formatore? Quali sono i suoi obiettivi in merito? Il mio ruolo di formatore lo ritengo fondamentale, perché è un momento molto, molto importante perché è un atto di generosità nei confronti degli autori, per essere un formatore bisogna essere molto generosi, bisogna dare tutto ciò che uno ha senza remore, spostare una sorta di decentramento cognitivo da me a loro; non sono più io al centro ma è al centro la loro poetica, il loro testo, il loro percorso perché è bello, soprattutto non solo l'aspetto tecnico che pure c'è, ma è importante andare a comprendere tutti quei processi creativi che anticipano o accompagnano la stesura dei versi; è lì la cosa principale, per cui per fare questo ci vuole grande empatia, grande conoscenza dei meccanismi emotivi che ci portano a scrivere delle cose, molte volte anche ad eluderle, cioè ad autocensurarsi perché si ha il timore di essere giudicati, perché ancora non si è pronti, non si ha il coraggio di andare ad indagare non soltanto la parte che è in luce ma anche quella che è in penombra o addirittura all'oscuro. La formazione è uno dei pochi campi in cui non puoi fingere: per essere veramente utile devi dire le cose così come stanno.Da lì, dai punti di debolezza, dagli errori nasce il miglioramento, come dico sempre, per migliorare bisogna allenare i propri limiti. In qualche modo è come se io prestassi i miei occhi agli autori e gli facessi vedere una serie di cose che loro non vedono. All'interno del testo, come dico sempre, ci sono delle macchie invisibili agli autori che pensano di aver scritto dei capolavori ma sono visibilissime ai miei occhi, a un occhio di un critico letterario o a un presidente di giuria ̧ se è un concorso prestigioso. In poesia, come in qualunque altra disciplina artistica fare formazione è fondamentale, è come una sorta di acceleratore di idee. ​12)Quali sono le sensazioni o le emozioni che prova leggendo i testi di altri autori?In generale un lettore di poesie, compreso me, quando legge un testo di poesie cerca solo una cosa, cerca qualcosa che lo sorprenda, qualcosa di inaspettato che gli possa far vivere l'esperienza estetica, lo stupore della meraviglia. 13 )Quali sono i consigli che vorrebbe dare a scrittori in erba per trasformare le immagini in parole che suscitino grandi emozioni nei lettori comunicando messaggi poetici?Un consiglio per gli autori in erba per migliorare è quello di leggere tantissimo. C'è questo paradosso, tutto italiano, che la maggior parte degli autori che scrive poesie non legge. Così come tanto, tanto tempo fa grandi artisti andavano a bottega e poi magari ogni tanto capitava che l'allievo,il discepolo, superava il maestro la stessa cosa vale per la poesia. Noi dobbiamo frequentare quelli che hanno dedicato la loro intera esistenza a creare bellezza per noi. E poi andare, quando è possibile alle iniziative di formazione. Abbiamo creato non solo eventi dal vivo come le Mastermind, ma anche video corsi che si possono frequentare comodamente da casa, come il primo video corso mai realizzato per la poesia in Italia: La Nuova Era della Poesia che ho diretto e condotto. 14) Quali sono i messaggi che vuole comunicare con i suoi versi?I messaggi che voglio comunicare con i miei versi sono molteplici, diciamo la cosa principale è quella di continuare comunque a credere sempre in se stessi, in maniera concreta, tipo uno sta sul divano di casa e con il telefonino davanti spera di diventare un astronauta. Lì non si tratta di avere un sogno, lì è una cosa diversa; i sogni spesso sono così campati in aria, invece bisogna avere degli obiettivi, in quel caso se noi abbiamo degli obiettivi mettiamo in moto degli atti concreti. Il mio obiettivo con le poesie, con i miei versi, diciamo così, è quello di comunicare che c'è la possibilità di uno spazio all'interno di questa società completamente disumana che tende spesso a spersonalizzare le persone, a considerarle soltanto dei possibili consumatori di prodotti ma non più individui come esseri umani. Da lì poi discendono una marea di storture che noi viviamo quotidianamente. La mia poesia vuole dirti in sostanza che esiste una parte di te che devi comunque coltivare perché è la parte più bella di noi stessi, che è quella che poi dà un senso a tutto ciò che viviamo, anche a quelle situazioni che non ci piacciono e ci dà la possibilità, anche un po' in maniera stoica, di sopportarle. 15)Quali sono i suoi progetti per il futuro? Scrivere ameno un libro all'anno per i prossimi 10 anni, e fare almeno 3 eventi formativi sulla scrittura poetica ogni anno. 16) Come pensa di promuovere l'importanza della poesia nei giovani?Per i giovani il consiglio che mi sento di dare è quello di provare a continuare a cercare la propria strada, questo è fondamentale, cioè ognuno ha una voce, bisogna aver la forza di ascoltarla anche quando quella voce ci porta verso strade inconsuete, verso strade molto diverse dalla nostra storia familiare, dalla nostra storia sociale.