Creatura

Post N° 1951


2 Aprile - S. Francesco da Paola  
Eremita.Chi ha attraversato lo stretto di Messina avrà notato che uno dei grossi traghetti che fanno spola tra l'isola e il continente reca sulla prua il nome di S. Francesco da Paola e probabilmente si sarà domandato per quale motivo hanno scelto quel nome. Cinque secoli fa un povero frate, lacero e smagrito dai lunghi digiuni, proveniente da Cosenza, giunto nei pressi di Reggio Calabria, domandò ad alcuni barcaioli di traghettarlo oltre lo stretto per recarsi in Sicilia. Al rifiuto di questi, il frate stese il mantello sull'acqua, vi salì sopra e quella insolita imbarcazione si allontanò dalla riva veleggiando verso il porto di Messina.Il prodigio valse al frate la fama di taumaturgo e al futuro santo il titolo di patrono dei marinai. Di miracoli è costellata la vita di questo austero santo, vissuto in mezzo agli onori senza neppure accorgersene. La sua fama aveva valicato le Alpi e lo stesso re di Francia, Luigi XI, lo volle accanto a sé, o meglio pretese che il papa gli inviasse in tutta fretta il taumaturgo calabrese perché lo guarisse dalla grave malattia che lo aveva colpito.L'umile frate, avvertito da un messo pontificio, compì il lungo viaggio fino a Parigi. Al sovrano, per nulla rassegnato a morire, non restituì la salute del corpo, ma quella dell'anima, conciliandolo con Dio e disponendolo ad accettarne la divina volontà. Prima di morire, Luigi XI lo nominò direttore spirituale del figlio e successore Carlo VIII.Francesco, nato a Paola, in Calabria, nel 1416, è uno dei più giovani fondatori di Ordini religiosi che la storia registri. All'età di tredici anni aveva vestito l'abito francescano, ma due anni più tardi era letteralmente sparito dalla circolazione. Trascorsero alcuni anni prima che un cacciatore, guidato da un capriolo, ne scoprisse il rifugio tra le aspre montagne nei pressi di Cosenza. La fama della sua santità e dei suoi miracoli attirò al suo séguito uno stuolo di giovani desiderosi di seguirne l'esempio. Ai suoi seguaci, gli Eremiti di S. Francesco di Assisi o Minimi, lasciò un eccezionale invito alla penitenza, riducendo il loro menù per 365 giorni all'anno a pane, pesce, acqua e verdura. Tuttavia le sue dure penitenze non accorciarono affatto la sua vita, tanto che visse fino alla bella età di 91 anni. Morì in un venerdì santo, il 2 aprile 1507, durante il suo soggiorno in Francia, a Plessis-les-Tours. Fu canonizzato nel 1519, a soli dodici anni dalla morte e viene proposto ancora oggi non solo come modello di penitenza, ma anche di coraggio nel denunciare «le malversazioni dei potenti» (Paolo VI, 27 maggio 1977).noicattolici.it