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Ti prego, non morire!


Cara dolce Eluana,si parla di te in Tv. E si ragiona della tua fine. Di quanto tempo avrai bisogno  perché, ormai priva di acqua e cibo, tu esali l’ultimo respiro. Medici più che competenti esprimono i loro pareri. Quindici, forse anche venti giorni,  perché tu ci dica (finalmente! – per alcuni – ) addio. Porrai  fine così alla tua sofferenza. Non si è certi che, in questo stato, tu ne provi. Dicono gli esperti.  Tuo  padre smetterà di venire da te. E’ ovvio, ormai tutta questa manfrina (andare da lei, ritornare e riandare ) non serve  più a nulla. Sei  condannata. Tu non senti. Non parli. Non soffri. Non vivi. A cosa servi? A nulla. Questo mondo di zelanti, di persone super-impegnate, di soggetti attivi, di “voglio tutto e subito”, ha deciso di fare a meno di te. Tu ORA sei un problema. Libera tuo  padre, Ely. Muori! Mi ribello. Non posso tollerare questo scempio della vita umana. Eluana non deve morire. L'uomo non può (e non deve)  decidere della morte e della vita. E’ un abuso, un sopruso…Si condanna chi abbandona il proprio cane su autostrade infuocate il 12 agosto perché proprio non c’entra con le nostre vacanze. Oh, si…Sarebbe troppo complicato portarlo in un  prestigioso club Med in Marocco,  condurlo fra le dune in visita a Ramses o a Tuthankamon, portarlo a spasso nelle ramblas di Barcellona…Nessuna alzata di scudi per chi, invece, ha deciso  di abbandonare   una persona ad una morte terribile, per fame e per sete…Che fine ha fatto la “pietas”  per l’”uomo” che,  chi è dotato di ratio, dovrebbe provare? Siamo tutti mostri.