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Buoni Propositi


Ritorno al mio primo amore,
la scrittura, dopo un secolo di silenzio. Avrei avuto mille   e un motivo e mille e un argomento per approntare post su post con cadenza anche quotidiana ma accade in me uno strano fenomeno che non riesco ancora a definire: mi capita che quando ho tanto da dire finisco col NON dire e quando avrei tanto da scrivere finisco col NON scrivere. Così mi smarrisco nei labirinti tortuosi dei miei pensieri che si accavallano, si confondono e si rincorrono come puledri lanciati al galoppo su una spiaggia solitaria. Quest’estate ero lì,  nel mio bel lido, sulla mia bella spiaggia orfana di turisti, col mio “zibaldone dei pensieri” posato con noncuranza sull’asciugamano rosso - arancio e la penna (lungi da me il PC in vacanza!) pronta a vergare pagine su pagine che, al ritorno a casa, avrei postato con inconsueta impazienza. Macchè! Me ne sto lì a pensare (pensare soltanto!), chiusa nella  gabbia dorata delle mie mentali divagazioni, inebetita dal solito tramonto da cartolina che mi innamora ancora di più (come se ce ne fosse bisogno!) del liquido azzurro elemento. I pensieri fluttuano senza posa come le onde che si infrangono rumorose sulla battigia, qualche gabbiano incuriosito passeggia altero sui ciottoli di quella che sembra una spiaggia fuori dal mondo. In piscina di pomeriggio solito proposito. Mi metto buona e mi preparo al momento in cui questi pensieri incontreranno finalmente la luce abbacinante del foglio candido. Ma il parto anche qui non riesce: la musica assordante mi smarrisce nei labirinti di una gioia sottile e del dolce – far – niente. Sono in vacanza, potrei non essere felice?I palmizi che si stagliano contro le lontane colline azzurrine mi ispirerebbero
 romanticherie a profusione se non sentissi in quegli istanti di essere lontana mille miglia dalla realtà. Torno a casa col mio Zibaldone intonso e con tanta amarezza tra i bagagli che disfo con pietà di me avvertendo che la solita vita di impegni e di obblighi sta per ricominciare e do il mio addio commosso al tempo troppo breve della lieta smemoratezza. Il momento del distacco dall’amato mare ha un che di tragico. Mentre mi allontano non posso fare a meno di voltarmi per dargli il mio ultimo silenzioso abbraccio
con lo sguardo. Dalle lontane profondità azzurro piombo, quando la linea dell’orizzonte si infuoca del tramonto porpora e d’oro, i gabbiani che disegnano le loro inconsapevoli acrobazie nell’immenso, avverto un sussurro: “Rimani…”. E’ il mio desiderio che, fattosi voce del mare, esala magicamente come bianca spuma dai flutti incantati.     
 La foto è mia