CRETE COLORATE

Post N° 25


 Mi ero alzata con l’umorevariabile, anzi a dire il vero più nuvoloso che sereno. Avevo preparato ibambini per la scuola e affidati al padre perché li accompagnasse. (già lì èuna incognita, perché spesso non sa nemmeno che orari fanno) . Mi ero avviata ,il tragitto che dovevo percorrere era lungo. Metto su un vecchio CD di CelinDion tanto per finire a brandelli il cuore. Vabbè mi dico, una giornata da solami farà bene. Soliti discorsi che si fanno quando ci si vuol autoconvincere diqualcosa che invece non avremmo voluto, quando siamo reduci da discussioni dellasera precedente, quando la ragione pretenderebbe di convincere il cuore chetanto così non può funzionare ; e poi dai lui è impegnato col lavoro… Ma bruciaperché poi per una lunghissima settimana non ci rivedremo. Ripeto che sopravvivrò , che meglio togliersii pensieri dalla testa e forse meglio togliersi dall’idea anche lui. Arrivo nelborgo, parcheggio l’auto, inizio ad allestire una saletta. Sbircio iltelefonino, che rimane muto. Niente whatsapp, niente mail. Il mal di stomaco siinsinua subdolo. Vado avanti e dietro per finire di scaricare il bagagliaio; c’èil sole ma dentro le mura medievali fa freddo, le mani sono gelate. Esco dinuovo dalla saletta , e mi immetto sbadatamente nella strada. Sbatto con losguardo con una figura alta che sbuca dall’angolo… E’ lui, bello come il sole.Ci abbracciamo nella strada, non ho parole, sono incredula. Mi sento felicecome una bambina la mattina di Natale, mi sento felice nella pelle, negliocchi. C’è una signorina affacciata allaporta di un bar, che ci guarda e ci sorride. Avrei voluto baciarlo, uno di queibaci da film. Mi bastano solo le sue parole “non potevo stare senza di te, sonovenuto solo per vederti, per starti vicino. “