Moi meme

Il matrimonio di Erika e Marco


Questo post l’avevo preparato già una decina di giorni fa, ma ahimé nel postarlo sul blog mi si è cancellato ... sigh, sigh...La mattinata è cominciata presto e appena aperta la porta di casa ecco la sorpresa più grande... la neve! Il matrimonio con la neve ci mancava... come farò con le mie scarpettine super eleganti con tanto di tacco spettacolo a camminare nella neve? Vabbè mi porrò il problema quando sarà ora... Alle 8,30 ho l’appuntamento dalla “parrucca” Graziella, un mito, mi faccio sempre un sacco di risate quando vado da lei, è troppo forte!!! Mi fa un’acconciatura troppo bella... Dopo mi dirigo a casa di Erika, rischiando, entrando nel cortile, di infortunarmi cadendo quasi sullo scalino di marmo del portoncino ricoperto di neve (me la sono vista brutta!!! se non mi appendevo al cancello, finivo con un livido enorme e pure senza denti!). Lì ci sono la sua mamma, sua sorella Lara e Valeria (le altre due testimoni assieme a me e a Gianfranco, quest’ultim l’ho conosciuto solo il giorno prima per telefono, quindi non so nemmeno che faccia abbia, ecco l’altra sorpresa della giornata!).Ci si prepara tutte, nel frattempo arriva il bouquet, anzi i bouquet (quello ufficiale e quello ufficioso da lanciare), arrivano alcuni amici di famiglia di Erika e anche il fotografo Tony con la sua collaboratrice. Dopo aver scattato un numero immondo di foto... la mamma di Erika non ce la faceva più!!! Si parte verso la stazione di Biella dove c’è l’appuntamento con altri invitati per andare tutti assieme a Torino alla chiesa Santa Maria di Pompei... Formiamo una colonna tipo quella dei militari però con tanto di fiocchetti bianchi sulle antenne... ad aprire Lara con la twingo grigia e con a bordo la sposa e a chiudere io e Sara, in autostrada e all’ingresso di Torino riusciamo a stare compatti, ma il terzo semaforo ci è fatale... da lì, inizia il delirio, la prima metà prosegue in fila in direzione giusta, mentre noi tra telefonate alla sposa e richiesta varie di indicazioni ai passanti, ci ritroviamo nel bel mezzo di un mercato, ma alla fine all’alba delle 16.05 (la cerimonia doveva iniziare alle 16) arriviamo anche noi... per fortuna trovo posto a pochi metri dalla chiesa!!! E vai, Erika è rimasta in macchina nascosta in una vietta nei paraggi, io saluto lo sposo e di corsa mi presento al mio collega testimone... ci siamo tutti, si può iniziare... entriamo prima noi poi gli sposi, all’interno un quartetto d’archi a suonare (divini!!!). La cerimonia è semplice ma molto bella, Erika e Marco sono emozionatissimi ma anche a noi testimoni non manca nulla... Fuori dalla chiesa, il classico lancio del riso e poi via in direzione Caselle per la cena... E apriti cielo, nuovamente... questa volta però abbiamo il navigatore satellitare (bell’invenzione!?!) ci fa girare per un quarto d’ora lì attorno poi ci indirizza verso il centro... ahhhhhhh mi veniva da piangere, poi gira a destra (ma è senso vietato come faccio?). Alla fine minaccio Sara di spegnere il navigatore oppure di buttarlo fuori dal finestrino... Decidiamo di fare di testa nostra, cerchiamo la tangenziale e da lì sarà tutto più facile... dopo quasi un’ora eccoci arrivare a Caselle al ristorante (la strada indicata dal navigatore che nel frattempo dopo aver preso la tangenziale avevamo deciso di riaccendere, è sterrata, stretta e piena di buche ma effettivamente è quella giusta). Parcheggio nel parcheggio dipendenti, scendiamo cerchiamo l’entrata ed eccoci arrivare davanti ad una montagna di immondizia (nemmeno la porta d’ingresso troviamo, oggi?). Alla fine ce l’abbiamo fatta, mancavano quasi solo noi... anche se qualcuno ci ha battuto... Super aperitivo sfizioso e poi cena soft molto buona al tavolo con le altre amiche di Erika, sua sorella, i suoi cugini e due amici di Marco. Il nostro tavolo è il più affollato ed il più casinista...In chiusura di serata non poteva certo mancare come ogni matrimonio che si rispetti il lancio del bouquet... volete sapere chi l’ha preso? Camilla di 8 anni!!! Un applauso e tante grazie da parte di tutte le donne che hanno partecipato, piccina, per averci salvato dall’essere le protagoniste del prossimo matrimonio.