Post n°10 pubblicato il 18 Giugno 2010 da pioperetti
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Post n°9 pubblicato il 17 Maggio 2010 da pioperetti
La stupidità delle persone non ha mai fine, sopratutto di quelle che si arrogano la proprietà di una cosa o di persone che non sono un diritto acquisito ma che bisogna conquistarsi con le relazioni personali e con il saper fare bene. Gli utenti di un servizio non sono di proprietà di nessuna inbecille che non ha ancora capito che le persone bisogna saperle rispettare e non maltrattare. Spero che al più presto venga capito e portato a conoscenza di chi potrà rimmediare dando un bel calcio in c**o a certe deficenti . |
Post n°7 pubblicato il 16 Maggio 2010 da pioperetti
IL 29 Maggio tutti a Latina in Piazza con La CGIL per denunciare l'abbandono sociale della nostra Provincia e per far conoscere anche alla politica pontina le problematiche dei cittadini stranieri che vi vengono a lavorare e che sono sfruttati, ingannati e abbandonati una volta entrati in Italia con la complicità d’imprenditori che trafficano sulla loro pelle. |
Post n°5 pubblicato il 15 Aprile 2010 da pioperetti
Stavolta lo scoop lo ha fatto Antonio Ricci, “Striscia la notizia”, filmando l'incontro pubblico tra Vincenzo Zaccheo, sindaco a Latina fortemente contestato di recente da un gruppo di 14 consiglieri del Pdl legati all'area del senatore Claudio Fazzone, e la neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Si sente un dialogo fortemente imbarazzante per i due mandato in onda appunto dalla trasmissione satirica di Canale 5. Zaccheo cerca di screditare agli occhi della Polverini il senatore Claudio Fazzone (PdL). "Ti prego - dice Zaccheo a Polverini - non appaltare più a Fazzone, ha perso 15.000 voti". "No, no, stai tranquillo!", risponde lei. Nel corso della conversazione riferita da Striscia Zaccheo non manca poi di chiedere una raccomandazione per le sue figlie (»Non ti dimenticare delle mie figlie!«), ottenendo come risposta: »No, ma stai scherzando?«. La conversazione tra Polverini e Zaccheo prosegue così: Polverini: »Ciao Vincè mi raccomando hai portato 4 voti, hai portato!, risposta di Zaccheo: «Ti voglio bene, guarda ci ho creduto. Ti devo dire una cosa: complimenti! Hai dimostrato di essere come me: una donna tenace! Io ho lottato, guarda, io sono andato a nuoto per te. Sono andato a Ponza, a Ventotene. A Ventotene sono andato a prendere 57 voti per te, non uno di meno. Il Sindaco di Ventotene ti aspetta. Poi ho fatto... non ti dimenticare delle mie figlie!. Polverini: »No, ma stai scherzando? Domani mi faccio il calendario, mi faccio un giro«. E, ancora: Zaccheo: »E soprattutto ti prego: non appaltare più a Fazzone«. Polverini risponde: »No, no. Stai tranquillo« BENVENUTA PRESIDENTE QUESTO E' IL PAESE DELLE BANANE |
Post n°4 pubblicato il 11 Aprile 2010 da pioperetti
Ad un mio amico, capisci perche tutti dicono "grazie, ma già l'abbiamo fatta la domanda" «Come schiavi, per due euro» Vivono a Borgo Hermada a qualche chilometro dal promontorio del Circeo. Sono stipati in appartamenti da trenta metri quadri costruiti per ospitare turisti, ma finiti per diventare quartieri dormitorio per extracomunitari. Pagano 300 euro per alloggio, non parlano italiano e lavorano come muli. Per questo in agricoltura sono ricercati. «Vengono quasi tutti dalla regione del Punjab» ci spiega l’interprete Nanda, «terra di agricoltori » e sono quasi tutti di religione Sikh. Monoteisti, devoti, abituati alla fatica. I sette che ci aspettano in uno degli
hanno lavorato un po’ ovunque nella zona. L’ultimo datore è stato l’azienda agricola Feragnoli. Che, dopo averli in parte regolarizzati con contratti, dieci giorni fa li ha mandati a casa senza un perché. «Li hanno rimpiazzati con altri lavoratori indiani » dice Giovanni Gioa segretario Flai di Latina. Senza documenti e, quindi, pagati la metà dei loro predecessori e connazionali. Quanto? Due euro l’ora. «Si arriva al paradosso - spiega Gioa - che chi è in regola viene mandato via perché costa troppo e chi irregolare viene subito impiegato e sfruttato, ma anche ricattato, alle volte derubato. Capita, infatti, che
l’azienda agricola chieda all’immigrato dai tre ai cinquemila euro, pagabili in giornate di lavoro, per affrontare la pratica di regolarizzazione. E una volta terminata, e saldato il debito, il lavoratore viene licenziato. E subito sostituito. Tanto l’ingresso degli indiani è un flusso inesauribile. Settemila sono quelli regolarizzati,ma forse nelle campagne pontine ce ne sono il doppio. L’indiano che ci accoglie nel suo appartamento, e che non vuole essere citato, è stato uno dei primi ad arrivare nel 2002. Ha vissuto in Libano, in Arabia Saudita e poi ha deciso di trasferirsi in Italia con la nave. Ma lui è un’eccezione. Oggi gli indiani arrivano direttamente con gli aerei. Ci sono organizzazioni che garantiscono, in questa terra di Camorra, documenti e un primo impiego. Un primo lavoro affinché la giostra possa girare. Tanto gli schiavi non sanno a chi rivolgersi (la lingua è un ostacolo forte) e un altro lavoro duro (12 ore al giorno per sei giorni alla settimana) lo trovano presto. di ROBERTO ROSSI da L'UNITA' del 11/04/2010 |