Creato da pioperetti il 31/03/2010

Crisi Pontina

problematiche della crisi economica nel Pontino

 

 

" Quello che spaventa è la dif­fu­sione della parola”

Post n°3 pubblicato il 02 Aprile 2010 da pioperetti

Le orga­niz­zazioni crim­i­nali non sono tanto diverse nel val­utare e nel dele­git­ti­mare i pro­pri nemici. Le orga­niz­zazioni crim­i­nali hanno neces­sità di portare avanti un assioma: chi è con­tro di noi lo fa per inter­esse per­son­ale. Chi è con­tro di noi sta diffamando il ter­ri­to­rio, per­ché noi non esis­ti­amo come loro ci rac­con­tano. Chi è con­tro di noi è pagato da qual­cuno per essere con­tro di noi. E, nella migliore delle ipotesi, sta facendo car­ri­era per­son­ale su di noi.

Le parole, quando arrivano a molte per­sone, quando rac­con­tano di certi poteri, diven­tano assai peri­colose. Assai peri­colose per­ché il ris­chio è che a difend­erle debba essere il tuo corpo, il tuo sangue, la tua stessa carne. È suc­cesso a moltissimi scrit­tori, a moltissimi gior­nal­isti. L’Italia ha una carat­ter­is­tica che in genere, quando rac­con­tano di noi, non viene ripor­tata: l’Italia è un Paese cat­tivo. Molto cat­tivo. Per­ché è un Paese dove è dif­fi­cile real­iz­zarsi, dove il diritto sem­bra un privilegio.

di Roberto Saviano

 
 
 

E' Crisi

Post n°2 pubblicato il 31 Marzo 2010 da pioperetti

 

L’occupazione nella provincia di latina.

Le problematiche che hanno portato alle grave crisi economica non hanno fatto altro che accentuare e anche giustificare una totale mancanza di politiche attive del lavoro da parte di una classe politica che più che pensare ad un rilancio dell’economia e ad una salvaguardia dell’occupazione era attenta a migliorare la propria situazione economica e personale.

Al contrario ci si è  rivolti ad una politica passiva del lavoro con il ricorso alla mobilità e alla cassa integrazione, peste nera sia per i lavoratori che per l’economia della regione.

Là dove si e cercato di aiutare le aziende con finanziamenti a cascata e concessioni che venivano meno a tutti i principi della sana economia e di una reale politica attiva del lavoro, non  si sono ottenuti che mobilità e cassa integrazione e  di tutto questo hanno approfittato personaggi dalla dubbia integrità morale che ancora oggi continuano a tartassare la provincia.

Vi sono aziende che acquistano ettari di terreno a 1 euro grazie alla complicità della politica con la scusa di creare occupazione e che ora sono abbandonati e magari pronti a speculazioni edilizie;  personaggi a capo di aziende che dopo aver rilevato capannoni industriali al centro di un paese vi fanno cambiare destinazione d’uso,  per costruire poi dei bei palazzi,  mandando in povertà i soci dell’azienda e i lavoratori della stessa e che poi hanno la sfrontatezza di firmare accordi in Prefettura  che puntualmente non vengono rispettati;   personaggi poco puliti e maleodoranti in tutti i sensi che hanno sede in provincia di Latina e  anche di Roma che usano i lavoratori come scudo e ricatto per farsi condonare abusivismi edilizi e inquinamento ambientale causa di malattie respiratorie per i lavoratori e per i cittadini residenti arrivando anche a minacciare fisicamente i lavoratori e i residenti che fanno presente ciò oltre che a elargire mazzette di denaro a quelle istituzioni che li aiutano a fare ciò.    

Questi sono solo alcuni esempi di mala-imprenditoria  che si deve necessariamente combattere e denunciare, sia per costituzione che nel rispetto dei lavoratori, mentre si deve tutelare quelle imprese che hanno a capo persone con sana integrità morale e che compiono una politica attiva all’occupazione.

Bisogna recuperare queste aziende togliendole dalle mani di personaggi poco onesti, non si può lasciare le aziende nelle stesse mani di chi  le ha fatte fallire per i propri tornaconti personali e si è solo rivoltato la giacchetta.

E’ necessario nel rispetto dei lavoratori una volta saputo con chi si ha a che fare  non collaborare con questi soggetti.  

 

 

Tale situazione oltre che a far precipitare l’economia pontina ha condotto i lavoratori della provincia in una condizione sociale veramente nera.

 

La conseguenza di questa politica è la distruzione di intere filiere produttive che erano vanto dell’economia pontina .

A tutto ciò bisogna rispondere con politiche attive del lavoro che incidano sull’opportunità occupazionali delle persone, come orientamento, sostegno alla ricerca di lavoro attraverso un impegno maggiore dei servizi pubblici per l’impiego, incentivi all’assunzione, formazione volta al reinserimento e alla creazione di nuovo lavoro e politiche d’inserimento al lavoro dei disabili, al fine di portare ad un orientamento economico dove è il lavoro che fa crescere l’economia e di conseguenza  finanzia lo stato, contrariamente a come sta avvenendo adesso dove si preferisce attuare una sola politica assistenziale a favore delle aziende e quindi rivolta a pochi.

E’ necessario visto l’evolversi del mondo del lavoro rafforzare  i sussidi al reddito alle fasce più deboli e ai disoccupati,  allargandoli a tutti gli occupati anche a coloro che non hanno la copertura necessaria .

E’ necessario sostenere una politica delle pari opportunità che porti ad una partecipazione maggiore delle donne, degli immigrati e dei disabili nel mondo del lavoro.

Nonostante il tasso d’occupazione femminile sia cresciuto quattro volte più velocemente di quello maschile negli ultimi tempi, rimane comunque molto inferiore a quello maschile; vi è inoltre una elevata segregazione occupazionale visto che alle donne vengono riservate posizioni medio-basse, vengono concentrate nei servizi e nei contratti atipici tutto ciò viene accentuato da una scarsa cura dei servizi alla famiglia che impediscono una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro.

Stesso discorso si può applicare alla realtà degli immigrati.

I settori in cui gli immigrati trovano piu facilmente lavoro sono quelli della prestazione d’opera , quello domestico e quello dell’assistenza ad anziani e malati, la maggior parte di loro sono giunti in Italia su consiglio di amici o parenti  con l’intenzione di rimanervi stabilmente.

Circa l’integrazione nel mercato del lavoro nonostante si riscontri una crescita del lavoro regolare, la percentuale di lavoro irregolare è ancora elevata dovuta soprattutto all’ imposizione da parte dei datori di lavoro che in questo modo vogliono evitare il versamento dei contributi.

Promuovere l’integrazione degli stranieri e una necessità, la convivenza, la comprensione di culture diverse è il presupposto indispensabile per lo sviluppo sociale, culturale e soprattutto economico della nostra società.

Allo stesso modo le persone disabili non si sentono coinvolte dalla società

Lo dimostrano i tanti studenti disabili che trovano difficoltà d’integrazione e a cui molte volte è negato il diritto allo studio conseguenza questa anche della recente politica di tagli da parte dello stato, come anche i tanti disabili adulti che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro.

Le leggi sui disabili sono indubbiamente utili poiché migliorano la qualità della vita dei disabili, tuttavia non viene affrontato il vero problema culturale che riguarda la disabilità che è quello dell’integrazione del disabile nella società.

La disabilità molto spesso viene vissuta come causa di disagio o addirittura d’intralcio, le barriere non sono solo quelle architettoniche ma soprattutto quelle mentali.

E necessario allenare le persone “abili” a condividere le normali attività di vita con chi “abile non è”, ma che possiede idee, sentimenti, ed energie che sono di ogni essere umano.

Non ci si può riempire la bocca di belle parole e bei propositi per poi lasciare il disabile emarginato nella finta accettazione sociale.

Solo dopo aver preso coscienza di tutto questo si potrà parlare di reale svolta culturale e sociale al fine di formare un paese e dei giovani più consapevoli.

 

 
 
 

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Post n°1 pubblicato il 31 Marzo 2010 da pioperetti

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