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« Emanuela Folliero.....si...no che non passa così fa... »

Il "Binge eating disorder" a un passo dalla bulimia

Post n°61 pubblicato il 03 Aprile 2007 da crisqui

Solo ora decido di parlare di questo problema che probabilmente investe molte ragazze, donne, adolescenti. Solo ora che non ne sono più così dentro, ma neanche ancora fuori.

immagineOra che lo riesco a vedere chiaramente come un nemico da combattere e non come una parte di me da cui non riuscire a liberarmi e di odiare con repulsione.

Ora che finalmente posso riconoscere gli impulsi e non cadere in depressione quando purtroppo ancora vi cado.

Non sono un medico, quindi se pensate di soffrire di disordini alimentari, non vergognatevene (anche se fa parte della malattia anche la sensazione di vergogna e di colpa) e andate da un medico specialista. Comunque posso raccontarvi la mia esperienza. Come potrete leggere dai miei blog precedenti da circa sei mesi sono andata a vivere per conto mio. Dopo due mesi, senza rendermene conto, i vestiti praticamente non mi entravano più. Ed io mi vedevo come prima. Allora iniziai una specie di dieta ma non riuscivo, poichè mangiavo a tutte le ore, in continuazione, di notte, con compulsività, con ingordigia, tutto quello che mi capitava, specialmente dolci che non mi avevano mai fatto gola, biscotti, uscivo di casa con l'unico scopo di comprare da mangiare, e il mio gusto era consumare il cibo in fretta e in furia ma da sola. Ripulire tutto, buttare tutto, far sparire ogni traccia (i miei genitori mi hanno sempre un po' incolpato quando mi soprendevano a mangiare anche una caramella...) e poi.... e poi i sensi di colpa....perchè mi sentivo sporca, dentro, tutto quello che mi ero mangiata, ero gonfia, allora, siccome vomitare era sporco, e lasciava puzza in bocca e mi faceva schifo oltremodo, ho iniziato a prendere lassativi in quantità industriale, il che mi portò gravi danni, tra cui una trombosi nell'ultimo tratto dell'intestino.immagine

Ma non dimagrivo più di tanto. Anzi. Smisi con i lassativi, la trombosi, in seguito a un intervento che avevo subito a Giugno mi aveva spaventato, e così sono entrata nel tunnel del Binge eating disorder, del disturbo dell'alimentazione incontrollata. A differenza della bulimia, non ci sono vie di sfogo. Non si vomita, nè lassativi, nè attività sportive. Ma neanche enormi scorpacciate. Si viene colti da raptus irrefrenabili in cui si ha il desiderio di mangiare e non fame, il desiderio di trangugiare qualsiasi cosa,e non esiste nessun'altra cosa che ti può far distogliere l'attenzione, è come un tossicodipendente in crisi d'astinenza. Può capitare di notte, di giorno...io uscivo di notte in ciabatte dal disributore di schifezze come una disperata, in preda a raptus e non mi riconoscevo neanche più! Credetemi, è drammatico.

L’organizzazione psicologica dei soggetti B.E.D. è complessa:

  • Hanno una visione di sé che oscilla tra il massimo della stima nella propria efficienza alla critica più feroce.

  • Sono dominati dalla paura ossessiva di biasimo e di delusioni.

  • Posseggono un’estrema vulnerabilità alla disconferma.

  • Sono sovrastati dal terrore di deludere gli altri e di essere delusi.

  • Presentano una personalità fragile, incapace di affrontare l’ansia e gestire le frustrazioni.
  • Hanno la tendenza ad evitare la realtà rifugiandosi in progetti e fantasie meravigliose che non verranno mai realizzati.

  • L’aspetto fisico è inconsciamente una difesa ed un rifugio :

Ingrassando si limita il giudizio degli altri al solo corpo senza esporre i propri sentimenti e valori più personali ;

Dimagrendo si è felici dell’approvazione sociale, senza necessariamente essere scrutati “dentro”.

 

La famiglia di origine è caratterizzata da ambiguità, incertezza e confusione. Madri con forti problemi di ansia, di angoscia, di lutti : madri spesso marginali, preoccupate molto dell’aspetto esteriore, ma poco delle esigenze emotive della figlia che in tale atmosfera ha sviluppato la sua struttura cognitiva .

E’ ovviamente nell’adolescenza che esplode il disturbo della consapevolezza delle proprie sensazioni.

 

La ragazza ha difficoltà a riconoscere le proprie percezioni per l’azione di controllo e di intrusione della madre la cui figlia non deve avere idee proprie ma uniformarsi all’immagine borghese e formale di una famiglia unita e felice.

Durante lo sviluppo avvengono cambiamenti fisici, difficili da gestire : il corpo tradisce con l’aumento del tessuto adiposo, con il delinearsi delle forme.

Compaiono precocemente la paura di critiche e le delusioni sia nell’ambiente familiare che nei rapporti con i coetanei.

 

L’insicurezza dominerà sempre più i pensieri e la vita di queste giovani donne.

La ragazza si abitua a rifugiarsi nel sogno di grandi ed esagerate aspettative di vita felice con inevitabili delusioni.

Il senso indefinibile di “vuoto interno “ viene erroneamente interpretato come fame, necessità, nutrimento; unica sicurezza ben controllabile all'interno della famiglia che copre, che nasconde.

 

I rifiuti, le delusioni suscitano disorientamento e carenza ; vengono placati con mangiate eccessive, (una miscela di farinacei, di dolci, tutti ipercalorici), perché l’aspetto caratteristico di questo quadro è la perdita di autocontrollo.

“Non vorrei farlo, ma non riesco a resistere!”.

“ Mi dico : mangio solo 3 cioccolatini, ma poi svuoto la scatola”.

E' veramente drammatico. Non sei più te stessa. Arrivi a un punto in cui non hai più il potere su niente. Non esistono amici, fidanzato, sesso. Solo il cibo. Se vieni colta da un raptus, puoi lasciare tutto e tutti e andare a mangiare da sola di nascosto da tutti per poi sentirti profondamente in colpa e vergognarti ed essere assalita da una forte depressione per non riuscire a gestire più la tua persona. Io ero arrivata a un punto di andare dal tabaccaio comprare un kinder bueno e avere il terrore che il tabaccaio mi giudicasse perchè pensava che il kinder bueno era per me....

Poi andai da una nutrizionista che mi aiutò con una alimentazione controllata e coadiuandomi con uno specialista del centro per i disturbi dell'alimetazione del Policlinico di Roma, e una psicologo, ora sto molto meglio. La strada da percorrere è lunga, spesso dolorosa. Ci si ricade. Si deve combattere. Si devono prendere psicofarmaci che aiutino a combattere la compulsione del bisogno di DOVER MANGIARE. Io sono in cura da circa due mesi, e ho perso 7/8 kg, ma sopratutto sto imparando a gestire gli impulsi e a riconoscere il senso di appetito. Ci ricado spesso ancora...e provo ancora il senso di vergogna, solo ieri la dottoressa mi ha aumentato le pasticche per ridurre le compulsioni della fame convulsa, ma i miei piccoli passi sono quanto di più bello possa esserci. Inutile che mi metta qui a parlare dei miei risvolti psicologici e di perchè sia arrivata a questo punto, è molto, molto lunga, e sopratutto, nessuna potrebbe riconoscersi, perchè ogni quadro psicologico, anche se molto simile, è comuque unico nel suo genere, perchè semplicemente ogni individuo lo percepisce in modo diverso... Ma se avete il minimo sentore di soffrire di Disturbi dell'alimentazione incontrollata, rivolgetevi a uno specialista e non a un dietologo.... Se avete qualche domanda, non esitate...Baciimmagine

 
Rispondi al commento:
chiaretta_1974
chiaretta_1974 il 18/04/07 alle 17:46 via WEB
bellissimo post. che mi piacerebbe avere sul mio blog, se vorrai postarlo. ti mando un abbraccio grandissimo, chiara
 
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Data di creazione: 28/03/2006
 
 

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