crisse

Con un poco di zucchero


Oramai è sperimentabile da chiunque abbia l’imprudenza di contribuire alla creazione mettendo al mondo un figlio. Da quando il bimbo nasce viene bombardato da sciroppi, creme, spray, pastiglie, gocce… La pastiglia per i dentini, una al giorno; le gocce con le vitamine, tra al giorno; lo sciroppino contro il vomitino, prima dei pasti; la cremina contro il pruritino, al minimo arrossamento o lamento; lo spray per il cordoncino, un paio di volte al giorno; lo sciroppino contro il male al pancino, le goccine per il mal d’orecchi, … Ma quante schifezze ha già elaborato il fegatino di un bambino di quattro anni? Possibile che sia tutto così necessario?Ok, mi rendo conto che in questi anni la vita media si è allungata considerevolmente, che i nostri giovani sono tutti più alti, più forti, più robusti, coi denti più bianchi. Ma la cosa che più mi impressione è la dipendenza e lo stretto legame di fiducia che lega oggi i bambini con le medicine. Quando ero piccolo io la medicina equivaleva a malattia, “che schifo”, “no non la voglio!”. Chi prendeva volentieri una medicina? Credo nessuno.Oggi il bambino si rifiuta di coricarsi se prima non ha masticato la compressa di fluoro, appena avverte un minimo fastidio pretende lo sciroppino contro il mal d’orecchi, non vede l’ora di ammalarsi per sorseggiare l’antibiotico alla fragola, si rifiuta di mangiare se prima non ha ricevuto la sua razione di goccine vitaminiche. C’è una medicina per tutto.Ma poi, quando sarà più grande ed inizierà ad avere i primi problemi seri, le delusioni d’amore, difficoltà nello studio, problemi sul lavoro come affronterà le questioni? Andrà alla ricerca delle gocce e delle pastiglie che gli risolvano le difficoltà? O sarà in grado di fare affidamento su se stesso, sulle proprie capacità, saprà individuare, convivere e lottare contro i propri limiti?Oggi i genitori di quei figli si trovano già a convivere con quei dubbi, e non possono che aspettare…