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Mr. Da Vinci: Conclusioni e riferimenti


In questi miei post dedicati a Dan Brown ed al suo Codice da Vinci ho scelto soltanto alcune delle stupidaggini che vi sono state scritte, approfondendo quelle che (forse) sono più significative, tralasciandone la maggior parte. Alcuni affermano che si tratta solo di errori dovuti al non sufficiente approfondimento, a errate interpretazioni, e che in fondo di un romanzo si tratta, e che quindi è lecito il volo di fantasia senza dover suscitare troppe reazioni da parte di chi non è d’accordo. La mia convinzione è, però, che Brown abbia voluto di proposito proporre un romanzo storico, avvalorandone quando possibile l’attendibilità dei fatti narrati, distorcendo modificando la maggior parte dei dati portati.Ovviamente mai mi sarei sognato di scrivere quanto scritto (da misero matematico) senza il supporto di fonti, di origine confessionale e non, ma tutte concordanti sui punti approfonditi. Mi sembra doveroso riportane alcune, anche per permettere a chi lo desidera di approfondire i temi del romanzo.José Antonio Ullate Fabo è un giornalista cattolico spagnolo, e cerca di presentare la verità cattolica nel suo “Contro il Codice da Vinci”.Bart D. Ehrman non è cattolico, e cerca di affrontare le questioni più dal punto di vista dello storico in “La Verità sul Codice da Vinci”.Massimo Introvigne è uno studioso di religioni che gestisce un buon sito sul tema.Dan Brown non ha bisogno di presentazioni.MICHAEL BAIGENT, RICHARD LEIGH e HENRY LINCOLN hanno scritto nel 1983 “Il Santo Graal”, trad. it., Mondadori, Milano 1997, e poi hanno portato Dan Brown in tribunale per plagio, avendo egli copiato pari pari le teorie che hanno esposto. Il Brown si è difeso dicendo che le ricerche le ha fatte la moglie, e lui si è fidato…