Cristalli di Luce

Post N° 74


Chiudi gli occhi ed immagina una gioia. Molto probabilmente penseresti a una partenza. Ah, si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora.Penseresti all'odore di un libro nuovo, a quello di vernice fresca, a un regalo da scartare, al giorno prima della festa, al 21 marzo, al primo abbraccio, a una matita intera, la primavera, alla paura del debutto, al tremore dell'esordio. Ma tra la partenza e il traguardo, nel mezzo, c'è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno èsilenziosamente costruiree costruire è sapere, è potere rinunciare alla perfezione.Ma il finale è di certo più teatrale; così di ogni storia ricordi solo la sua conclusione. Così come l'ultimo bicchiere, l'ultima visione, un tramonto solitario, l'inchino e poi il sipario. Ma tra l'attesa e il suo compimento, tra il primo tema e il testamento, nel mezzo, c'è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno èsilenziosamente costruiree costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezioneti stringo le mani, rimani quicadrà la nevea breveio ti stringo le mani, rimani quicadrà la nevea brevea breve......da molti mesi non ascoltavo questa canzone. Niccolo' Fabi non e' sicuramente il mio artista del cuore, ne' lo ritengo una promessa nel panorama musicale italiano. Ha composto anche delle ignobili porcate, questo non lo nego.Pero'.Ci sono delle parole, che riesce a mettere insieme delle volte, che evocano molto. In me, per lo meno. Riescono a mettermi di fronte a dei miei grossissimi limiti. Come la ricerca della perfezione, tanto per fare un esempio. Perche', diciamocelo francamente, l'eccitazione da prima volta e' una delle mie grandissime specialita'. E' nella mia prima volta che si decide tutto... Buona la prima, mi esalto, mi gaso, mi appassiono, e procedo. Se qualcosa non va per il verso giusto invece, contrariamente a quanto sono riuscita a raccontarmi negli anni, trovo degli squallidissimi alibi, e mollo. E' un po' penosa, come descrizione, effettivamente. Eppure non posso fare a meno di realizzare che sia cosi'. C'e' l'eccezione rappresentata dalle mie passioni storiche, questo si'... Il teatro ad esempio. In cui non brillo, ma che restano passioni comunque. La passione e' passione. Forse non riesce a valutare in maniera convinta e convincente i limiti... E questo mi disarma. In questo sfuggo alla severa autocritica che mi accompagna in ogni manifestazione. Mi autocritico per prevenire la delusione di critiche altrui? Il vederlo scritto cosi', una parola crudele dopo l'altra, mi sorprende, paradossalmente. L'ho sempre saputo. Ma quante me ne racconto?Costruire. E dire che di cose ne ho costruite, in questi ultimi anni. Alcune meravigliose, come il mio rapporto con Andrea. Bisogna davvero rinunciare alla perfezione per costruire? Non si puo' costruire senza guardare in alto. Come sai dove poter arrivare, fino a dove puo' reggere la tua struttura, se non progetti prima, se ogni trave non e' posizionata opportunamente, se ogni mattone non  e' correttamente bloccato al suo posto? Costruire considerando la costruzione un compromesso?Solo il pronunciarla, questa parola, mi deprime. Il compromesso non fa volare. Ma riesce a farti fare meno male se cadi. E tanto alla fine ai compromessi ci si arriva, nonostante quanto ci vogliamo raccontare.La domanda delle domande e': dove finisce il desiderio di perfezione e inizia la paranoia?