La prima colazione: premessa Il ruolo della prima colazione nell’ambito di un’alimentazione sana ed equilibrata è confermato da numerose osservazioni scientifiche. Tuttavia le indagini statistiche documentano come il primo pasto della giornata sia in realtà il più sottovalutato, e spesso del tutto dimenticato. Attualmente circa il 10-30% dei bambini e degli adolescenti di vari paesi del mondo salta regolarmente la prima colazione e questa scorretta abitudine sembra diventare sempre più frequente in età adulta. Nel nostro paese sebbene il 90% della popolazione dichiari di fare la prima colazione, solo poco più del 30% consuma un pasto adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo; la maggior parte di chi la consuma si limita, infatti, ad un caffè al bar o ad un cappuccino (dati Eurisko). La prima colazione dovrebbe, invece, rappresentare il 15-20% (il 15% se la colazione è abbinata ad uno spuntino di metà mattina) dell’apporto calorico giornaliero. Significato nutrizionale, funzionale e metabolico della prima colazione Al termine del periodo di digiuno notturno, la prima colazione ha innanzitutto la funzione di fornire la disponibilità energetica necessaria per affrontare le attività mattutine e, più in generale, della giornata. Un effetto diretto dell’omissione del primo pasto è, infatti, il peggioramento della performance nelle prime ore della giornata stessa, che si manifesta con una minore capacità di concentrazione e di resistenza all’esercizio fisico. Una prima colazione adeguata è invece associata ad un miglioramento della capacità di memorizzazione, del livello di attenzione, della capacità di risoluzione di problemi matematici e della comprensione durante la lettura e all’ascolto; il miglioramento di tali parametri di performance non riguarda solo il periodo immediatamente successivo all’assunzione della colazione ma si estende alle ore successive. Il consumo regolare della prima colazione migliora, inoltre, molti parametri metabolici, correlati essenzialmente al rischio cardiovascolare. Il consumo si associa alla riduzione dei livelli plasmatici del colesterolo LDL (“cattivo”) ed al controllo dei trigliceridi ematici. I principali costituenti di una prima colazione equilibrata (i carboidrati e le fibre di cui sono ricchi soprattutto frutta, cereali e derivati) migliorano l’utilizzazione del glucosio e controllano la risposta insulinica riducendo il rischio di sviluppare diabete mellito. Ne deriva, tra l’altro, un maggiore senso di sazietà e l’assunzione di una minore quantità di calorie nei pasti successivi. L’abitudine a consumare la prima colazione correla, ancora, con una maggiore probabilità di raggiungere i livelli di assunzione raccomandati di diversi micronutrienti, indipendentemente dalla fortificazione dei prodotti utilizzati (es. cornflakes). I risultati dello studio Nicklas et al., 2000 mostrano, per esempio, che la maggior parte dei bambini di 10 anni che non fa la prima colazione non raggiunge i 2/3 delle quantità di vitamine A, B6, D, riboflavina, folati, calcio, ferro, magnesio, fosforo e zinco raccomandate come standard di riferimento. I dati fino a qui riportati e discussi consentono di affermare che la prima colazione, se consumata con regolarità, favorisce la riduzione del rischio di patologie di varia natura. Tuttavia va ricordato che solamente un’assunzione di nutrienti bilanciata rispetto ai fabbisogni individuali, ed al modello di stile di vita adottato, può avere un effetto positivo sulla salute e nella prevenzione di patologie cronico-degenerative. La colazione ideale non va presentata come un modello stereotipato perché costituisce un pasto vero e proprio, in analogia a pranzo e cena, che non sono modelli unici, ma variano la propria composizione a seconda dei gusti e delle preferenze del momento, nel rispetto di abitudini e tradizioni differenti.
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La prima colazione: premessa Il ruolo della prima colazione nell’ambito di un’alimentazione sana ed equilibrata è confermato da numerose osservazioni scientifiche. Tuttavia le indagini statistiche documentano come il primo pasto della giornata sia in realtà il più sottovalutato, e spesso del tutto dimenticato. Attualmente circa il 10-30% dei bambini e degli adolescenti di vari paesi del mondo salta regolarmente la prima colazione e questa scorretta abitudine sembra diventare sempre più frequente in età adulta. Nel nostro paese sebbene il 90% della popolazione dichiari di fare la prima colazione, solo poco più del 30% consuma un pasto adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo; la maggior parte di chi la consuma si limita, infatti, ad un caffè al bar o ad un cappuccino (dati Eurisko). La prima colazione dovrebbe, invece, rappresentare il 15-20% (il 15% se la colazione è abbinata ad uno spuntino di metà mattina) dell’apporto calorico giornaliero. Significato nutrizionale, funzionale e metabolico della prima colazione Al termine del periodo di digiuno notturno, la prima colazione ha innanzitutto la funzione di fornire la disponibilità energetica necessaria per affrontare le attività mattutine e, più in generale, della giornata. Un effetto diretto dell’omissione del primo pasto è, infatti, il peggioramento della performance nelle prime ore della giornata stessa, che si manifesta con una minore capacità di concentrazione e di resistenza all’esercizio fisico. Una prima colazione adeguata è invece associata ad un miglioramento della capacità di memorizzazione, del livello di attenzione, della capacità di risoluzione di problemi matematici e della comprensione durante la lettura e all’ascolto; il miglioramento di tali parametri di performance non riguarda solo il periodo immediatamente successivo all’assunzione della colazione ma si estende alle ore successive. Il consumo regolare della prima colazione migliora, inoltre, molti parametri metabolici, correlati essenzialmente al rischio cardiovascolare. Il consumo si associa alla riduzione dei livelli plasmatici del colesterolo LDL (“cattivo”) ed al controllo dei trigliceridi ematici. I principali costituenti di una prima colazione equilibrata (i carboidrati e le fibre di cui sono ricchi soprattutto frutta, cereali e derivati) migliorano l’utilizzazione del glucosio e controllano la risposta insulinica riducendo il rischio di sviluppare diabete mellito. Ne deriva, tra l’altro, un maggiore senso di sazietà e l’assunzione di una minore quantità di calorie nei pasti successivi. L’abitudine a consumare la prima colazione correla, ancora, con una maggiore probabilità di raggiungere i livelli di assunzione raccomandati di diversi micronutrienti, indipendentemente dalla fortificazione dei prodotti utilizzati (es. cornflakes). I risultati dello studio Nicklas et al., 2000 mostrano, per esempio, che la maggior parte dei bambini di 10 anni che non fa la prima colazione non raggiunge i 2/3 delle quantità di vitamine A, B6, D, riboflavina, folati, calcio, ferro, magnesio, fosforo e zinco raccomandate come standard di riferimento. I dati fino a qui riportati e discussi consentono di affermare che la prima colazione, se consumata con regolarità, favorisce la riduzione del rischio di patologie di varia natura. Tuttavia va ricordato che solamente un’assunzione di nutrienti bilanciata rispetto ai fabbisogni individuali, ed al modello di stile di vita adottato, può avere un effetto positivo sulla salute e nella prevenzione di patologie cronico-degenerative. La colazione ideale non va presentata come un modello stereotipato perché costituisce un pasto vero e proprio, in analogia a pranzo e cena, che non sono modelli unici, ma variano la propria composizione a seconda dei gusti e delle preferenze del momento, nel rispetto di abitudini e tradizioni differenti.