Uniti in Cristo

Papa Francesco alla 37 ma Convocazione del Rinnovamento nello Spirito


«Le mani alzate verso te, Signore, gioia in me nel profondo». Al ritmo della musica si alzano le braccia dei 52mila presenti allo Stadio Olimpico di Roma per la 37esima Convocazione del Rinnovamento dello Spirito. Già in piedi prima dell’alba, da ogni parte d’Italia e da 52 Paesi del mondo si sono messi in cammino per essere presenti, domenica e lunedì, 2 giugno a Roma. Per la prima volta a Roma, dopo 36 appuntamenti a Rimini, e per la prima volta “visitati” da un Papa. Una Convocazione preparata con le guide dei 1.900 gruppi e comunità e delle otto missioni presenti nel mondo, con i leader dell’International Catholic Charismatic Renewal service (Iccrs) e della Catholic fraternity of charismatic covenant communities and fellowships (Cfcccf) e con le principali comunità carismatiche presenti in Italia che formalmente non aderiscono al Rns. Ci sono voluti 1.300 volontari per pulire e approntare lo stadio che ha accolto, tra i 52mila, 1.000 sacerdoti, 150 seminaristi, 350 religiose, 3mila bambini e ragazzi. per la due giorni. Una festa di colori e musica. Ma soprattutto di preghiera. «Il giorno dell’ascensione è particolarmente significativo», ha detto il cardinale Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici nella Messa del pomeriggio prima dell'arrivo di Bergoglio, «è il giorno in cui Gesù dice ai discepoli: è bene per voi che me ne vada altrimenti non verrà a voi il Paraclito. Se me ne vado, invece, lo manderò. È il giorno in cui Gesù ci dice che la nostra dimora eterna è nei cieli, che ci spiega cosa fare per non addormentarci nella vita». E poi, dopo una mattina d’attesa e di festa, dopo la messa, il boato dello stadio Olimpico di Roma accoglie papa Francesco. Quando il Rinnovamento nello Spirito (RnS) intona “El vive Jesus, el Senor” il Papa canta con lo stadio, apre le braccia. Un canto che conosce bene per essere stato il referente episcopale e assistente spirituale del Rinnovamento in Argentina. Un rapporto di amicizia, ma improntato alla franchezza. Tanto che l’allora arcivescovo di Buenos Aires non mancò di richiamare i vertici del movimento che «confondono una celebrazione con una scuola di samba» prima di stringere buoni rapporti soprattutto dopo aver visto il lavoro del Movimento con le persone più bisognose. Lo ricorda anche il Papa: «Io all'inizio del mio ministero a Buenos Aires non condividevo il loro modo di pregare, ma poi li ho conosciuti bene e ho capito che il Rinnovamento carismatico fa la Chiesa. Questa storia che va dalla scuola del samba in avanti finisce in un modo particolare», aggiunge il Papa a braccio: «Pochi mesi prima di partecipare al Conclave sono stato nominato dalla conferenza episcopale come assistente spirituale del rinnovamento in Argentina. Il Rinnovamento carismatico è una grande forza nell’annuncio del Vangelo».«Siamo nati con Paolo VI siamo cresciuti e maturati con Giovani Paolo II e adesso con lei è nata questa straordinaria stagione missionaria», le parole di Salvatore Martinez. Alle testimonianze delle quattro categorie: sacerdoti, giovani, famiglie, portatori di handicap. Il Papa risponde a ciascuno con altrettante richieste. Ai sacerdoti chiede una «doppia vicinanza: a Gesù e alla gente. Vicinanza a Gesù Cristo nella preghiera e nella adorazione. Vicinanza alla gente, al popolo di Dio che è stato affidato a voi. Amate la vostra gente, siate vicini alla gente, questo è quello che chiedo a voi, questa doppia vicinanza: vicinanza a Gesù e vicinanza alla gente», dice brevemente. E poi ammonisce i giovani: «Sarebbe triste che un giovane custodisca la sua gioventù in una cassaforte. Così questa gioventù diventa vecchia nel peggiore senso della parola, diventa uno straccio, non serve per niente. La gioventù è rischiarla, rischiarla bene, rischiarla con speranza; è per scommetterla su cose grandi. La gioventù è per gli altri, che gli altri conoscano il Signore. Non risparmiate per voi la vostra gioventù. Andate avanti». Sprona le famiglie, che sono «la Chiesa domestica dove Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, nella vita dei figli. È per questo che il nemico attacca tanto la famiglia», dice papa Francesco, «il demonio non la vuole e cerca di distruggerla, cerca che l’amore non sia lì. Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Gli sposi sono peccatori come tutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nella sua fecondità, nei figli e nella fede dei figli. Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla». Alla testimonianza di una ragazza non vedente, «ma ho la luce di Gesù, infine, papa Francesco risponde con un grazie: «Le sorelle e i fratelli che soffrono, che hanno una malattia, che sono disabili sono fratelli e sorelle unti dalla sofferenza di Gesù Cristo, imitano Gesù nel momento difficile della sua croce, della sua vita. Questa unzione della sofferenza la portano loro avanti per tutta la Chiesa. Grazie tante fratelli e sorelle. Grazie tante per accettare di essere unti dalla sofferenza. Grazie tante per la speranza che voi testimoniate, quella speranza che ci porta avanti cercando la carezza di Gesù». E alle varie categorie il Papa ha aggiunto una categoria: quella degli anziani. «Dicevo a Salvatore che manca qualcuno, forse il più importante: mancano i nonni, mancano gli anziani. Quelli sono l’assicurazione della nostra fede, i vecchi», dice il Papa indicando il presidente del RnS. «Quando Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio ce n’erano due. Quattro volte se non cinque, non ricordo bene, il Vangelo dice che sono stati condotti dallo Spirito Santo. Maria e Giuseppe, invece, dicono che sono stati condotti dalla legge. I giovani devono compiere la legge. Gli anziani, come il buon vino, hanno quella libertà dello Spirito Santo. E così questo Simeone che era coraggioso, ha inventato una liturgia e lodava Dio lo Spirito lo spingeva a fare questo: gli anziani sono la nostra saggezza, sono la saggezza della Chiesa». E poi, «Anna, quella nonnina, ha fatto una cosa straordinaria nella Chiesa: ha canonizzato le chiacchiere. Perché, invece di fare chiacchierare con qualcuno, andava da una parte all’altra dicendo di Gesù: è questo che ci salverà. I nonni e le nonne sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi, anziani che ci diano la memoria del nostro popolo, la memoria della Chiesa e anche che ci diano quello che di loro dice la lettera agli ebrei: il senso della gioia». Gli anziani salutavano le promesse da lontano: che ci insegnino questo. Il Papa definisce il movimento «una corrente di grazia», e spiega di sentirsi a casa. Invoca lo Spirito Santo sui presenti allo Stadio Olimpico: «Concedi a noi la santa ubriachezza dello Spirito», dice, «quella che ci fa parlare tutte le lingue, le lingue della carità, sempre vicini ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno; insegnaci a non lottare tra di noi per avere un pezzo in più di potere, insegnaci a essere umili, ad amare più la Chiesa che il nostro partito, insegnaci ad avere il cuore aperto per ricevere lo Spirito. Invia Signore il tuo Spirito su di noi». E infine ammonisce a non sentirsi gli uni più grandi degli altri, nessuno può dire io sono il capo, l’unico capo, l’unico Signore è il Signore Gesù. Quando ci si sente più grandi degli altri comincia la peste. E fa ripetere a tutti, in coro, per tre volte: «chi è il capo del Rinnovamento? È il Signore Gesù. Nessuno può dire che Gesù è il Signore senza lo Spirito Santo». Un po’ leggendo il testo scritto, un po’ parlando a braccio il Papa ammonisce dal «pericolo dell’eccessiva organizzazione, non perdete la grazia di lasciare a Dio di essere Dio. Non c’è maggiore libertà che lasciarsi portare da Dio». Non diventate «amministratori della grazia decidendo chi può ricevere il battesimo dello Spirito. Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non controllatori». Il mandato è quello dei tre documenti di Malines “Orientamenti teologici e pastorali”, “Ecumenismo e rinnovamento carismatico” e “Rinnovamento carismatico e servizio all’uomo”. E cioè: «Evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi. Tutto questo sulla base dell’adorazione. Questo è il vostro percorso. Sempre uniti perché le divisioni vengono dal demonio. Cercate la santità». E prima di chiudere il Papa dà appuntamento a piazza San Pietro, nel 2017 per celebrare il grande Giubileo della Pentecoste con i movimenti carismatici.