IO ALTROVE

DEGLI UNIVERSI


Ci sono percezioni differenti, modi di sentire diversi, attese opposte.Ci sono mondi che si sfiorano, si osservano, s’incrociano in alcuni momenti. E quell’attimo è magico. Ma ritorna la nebbia, ritorna.Gli occhi sono diversi.E soprattutto i giudizi lo sono. Poco importa il significante, non vale la forma. Può essere evanescente la scelta, intensamente legata al momento. Ciò che conta è il significato delle parole educate, spocchiose,maleducate quali che siano.Guardare oltre la coltre che copre il senso vero. E ci si accorge che l’altro dà forma a ciò che vede. Lo sguardo plasma. Teorie scientifiche  cercano di capire e spiegare come l’osservatore possa modificare l’esistenza di un dato reale o inficiare la validità di un esperimento. A maggior ragione chi entra in relazione con un’altra persona la richiama a un ordine dell’universo nuovo, opera una particolare creazione.  E ci si domanda se chi viene osservato si ritrova nell’immagine che l’altro proietta.Un complimento inorgoglisce, permette all’autostima di lievitare liberamente. Una critica può impattare diversamente su persone con forte senso di sé che ne terranno in conto per quanto lo ritengano giusto. Altri potrebbero vivere la critica in modo offensivo, invasivo e l’altro potrebbe non essersi accorto dell’impatto. Vuoti, mancamenti dell’anima, stordimenti del cuore ribaltano l’essenza di ciò che si è. Mancano pochi giorni al Natale e di nuovo rotolano parole, critiche, sentenze puntigliose.Tempi sbagliati, asincronie delle dimensioni vitali. Ci sono noi che funzionano al sincrono.Ci sono orologi che non riescono a tenere lo stesso tempo, a guardare lo stesso tramonto, a vedere la luna che appare. Egoismi veri, prepotenze di rivalsa del tempo che non è più, trattengono energie solari che riscalderebbero una metropoli.Tristezze troppo radicate lasciano le voragini scoperte.Ascolto Adele e mi lascio trasportare dall’intensità della voce, dalle note del pianoforte e dalla lontananza di chi è andato altrove.Nella vita si può sempre scegliere. Restare , andare.Si può volare, si può precipitare.Si possono aprire le braccia e abbracciare e non lasciare andare l’altro.Si può sentire male, si sceglie di proteggere se stessi, ci si può voltare e camminare finché il dolore si attenua.Si può trovare un’altra strada, incamminarsi in nuovi tracciati della vita.Si può errare per mondi e decidere di tornare.Si può lasciarsi cullare dalla causalità senza avere la forza di cambiare la rotta che si è presa così per caso, in un attimo ci si può perdere.Si  può ritrovare l’universo dal quale ci eravamo allontanati, dopo poco, dopo le stagioni della vita, dopo aver navigato lontano lontano.Ci si può scorgere e provare a ritrovare lo sguardo che era tuo, che era lo sguardo, non uno sguardo qualunque.Potrebbe essere che quello sguardo sia per qualcun altro.Potrebbe esserci il silenzio che cancella i colori dell’iride, attenua le tonalità del paesaggio.Potrebbe succedere che l’assenza di parola sia una fitta troppo grande; sopportarla vuol dire cancellare, lasciare andare.Ma a volte succede  che le persone capiscano che guardare l’altro non comporta sempre il giudizio, plasmare  significa dare la forma bella, sorridente a chi si ama.Vuol dire cullarlo nel bene di ciò che è, imperfetto, fragile, semplicemente perché è così, nulla più!A volte capita. E questo fa la differenza tra chi s’incammina e non torna e chi prima o poi ritorna!Mi piacerebbe pensare che si possa girare mondi e tornare e avere la sensazione di essere stati a casa, di non essersi mai mossi da lì.Non  sempre è così.Perciò tra vagare tra universi paralleli e incontrare pianeti di cui non conosciamo ancora i nomi, auguro a tutti di tornare dove chi vi accoglie abbia stima di voi, che vi permetta di essere la persona migliore che potete diventare, che vi faccia sentire che quel voi stessi che siete, anche malgrado voi, vada bene così!E allora sarete a casa, quello è AMORE, quello Vero!