IO ALTROVE

DELLA FELICITA'


A brucia pelo e  con lettere maiuscole come imperativo categorico mi è stato chiesto  ‘SEI FELICE!!!!!!!!!!!!!’ C’era l’esclamazione , mi sono potuta difendere.Da che cosa? Da un quesito improrogabile. Mi ha imbarazzato e io ho divagato. Non ho  risposto o meglio ho risposto non rispondendo. Mi si è fatto notare che mi si chiedeva solo un sì o un no. E se non sono riuscita a dire sì d’impeto, allora si trattava di un no non detto. Così è stato sottolineato, commentato, interpretato.Non ho risposto e non voglio rispondere.Per una volta scelgo IO.E’ personale. Quello che scrivo io è tutto personale.Ma oggi quella domanda mi disorienta.Intanto, mi è venuta in mente un’altra domanda e cioè cosa sia realmente la felicità.Pensavo a un lampo che illumina all’improvviso il cielo e mantiene il suo splendore e la sua alea incandescente in modo costante, così nessuno, che quel cielo può vedere, abbia  ad aver timore del buio che rappresenta la paura, quella che in ciascuno di noi prende un nome differente.E allora ci si sente protetti, a casa e capaci di azioni piene di coraggio.E si diventa belli e anche gli altri se ne accorgono perché così non si è mai stati.Oppure la felicità, c’è chi mi ha detto che è intermittente, si tratta di attimi. Allora immagino siano piccoli lampi e magari tra l’uno e l’altro passa poco tempo e sembra che ci sia sempre la luce.E alla fine è come prima, più o meno.Insomma, c’è sempre il tepore e ti senti al sicuro, con le mille possibilità di essere davanti a te.E se capita che nel cielo i lampi si diradino, allora  il calore tenderà a svanire e il freddo irrigidirà il corpo che sarà meno propenso a osare, a sperimentarsi in un vivere con gli occhi pieni di sole nella notte.Sì, sì è proprio un ossimoro!C’è chi mi ha detto che viviamo nell’instabilità e nell’incertezza e noi facciamo la differenza.Tanto tanto tempo fa, avevo le certezze della felicità a prescindere. E’ il tipo di felicità che forse non ha bisogno del cielo, ma il lampo che illumina sei tu e riesci sempre a provare calore ed essere ciò che vuoi con i tuoni che sono i rumori delle tue azioni.Era tanto tanto tempo fa.Era un tempo in cui agli altri sembravo surreale e si domandavano da dove fossi arrivata.Ero strana, compiuta e incompiuta  allo stesso modo come una sonata di Chopin, ma con l’ardire di Beethoven.Sembrava che da Altrove non ne mandassero più e forse così è stato.Ma ora mi guardo da lontano e immagino tutto quello che avrei potuto fare e diventare  con maggiore astuzia e calcolo.Ma non sono caratteristiche che mi connotano né allora né ora.Ora cerco un equilibrio, cerco di trovare il passo, ma non sono sola.La sincronia del ritmo, dei sogni, dell’oggi e del domani, dei desideri, delle passioni non è scontata.E allora forse devi cercare d’imparare a guardare il mondo e a vivere con un orologio con due fusi orari differenti.Non lo so.Può essere che dopo un po’ il tempo dell’uno rincorra il tempo dell’altra o viceversa e come per magia si potrà sentire un tic all’unisono rispetto al tac dell’altro e ci si accorge che quella  è la felicità.Che lo sia?Non so.Mi piace pensarlo.Mi piace sognarlo.Notte!