IO ALTROVE

DELL'ESSERE


Capita ad alcuni di affrontare indicibili avversità nella vita e di riuscire a ritornare a Itaca ed essere vincitori. Succede e ti senti forte, invincibile. La tua Itaca non è quella che hai lasciato, ma tu sei capace di riadattarti nella tua nuova vita o in ciò che è rimasto di essa. Non tutti hanno la fortuna di ritrovare la loro Penelope, intesa come figura emblema. Non è che io cercassi Penelope. Casomai Ulisse. E ce la fai nonostante tutto.Il tuo viaggio continua e ti trovi ribaltata tra Scilla e Cariddi e tra la seduzione  delle sirene, non sei furba, non sei legata, e tu che assomigli a un vaso di Pandora e ti scoperchi. Ecchecavolo, una molteplicità di forze centrifughe e centripete si scatenano, fuori controllo. Si scatena un mondo che non sapevi fosse dentro te. Ma diciamocelo, gli altri ti guardano basiti e come mi è stato detto, sembro la Bella addormentata che si sveglia. Mi stropiccio gli occhi e mi ritrovo sulle montagne russe. Mi sveglio e c’è il principe azzurro che azzurro non è. Sei cresciuta con quella indissolubile convinzione, ti hanno detto che è di quel colore, invece dipende, se si arrabbia è rosso rosso, quando è risentito è verde, a volte diventa arancione se riesce a essere dolce. E il tuo principe che oltre a essere multicolore e di multiforme ingegno come Ulisse e come Ulisse ha vissuto più di te,  ti guarda basito anche lui come se tu fossi venuta da tre galassie oltre. Fin lì non c’era mai arrivato. Ma senza fatica e senza sforzo ti ha trovato lì sotto i suoi occhi e incomincia a chiedersi quanti anni tu abbia. E tu spieghi che forse arrivi da lontano per essere vicino. Mi è venuta di getto, mi piace proprio. E’ un’affermazione soggettiva. E chi ti vuole? Stonata, funzionante a corrente alternata che non è una bella cosa, con un cuore che si illude come quello di un’adolescente, ma che porta con sé sofferenze che anche la cardiologa dice che sembra un cuore di una settantenne. E chi ti si piglia? Qualcuno, un principe multicolore, tendente al rosso verde. E intanto di nuovo ti sei persa, non hai nemmeno il senso dell’orientamento e il navigatore non basta, non sempre riesci a decodificarne le indicazioni. Che vuol dire tra 200 metri? Che ne so io? E che me lo dicesse prima della curva quando devo girare, non dopo che sono già andata da un’altra parte. Ma ho sempre la cartina e nel dubbio mi fermo. Mi sa però che mi sono fermata troppo spesso, per quello sono più indietro rispetto agli altri. Gira che ti gira, ho incontrato onde che mi hanno scalfito lentamente come uno scoglio che apparentemente sembra indistruttibile e invece lo si può scalfire come qualsiasi altro. E allora, non sei più invincibile e fai come Ulisse che deve andare anche lui agli inferi a incontrare Tiresia e la madre Anticlea per cercare le risposte che solo lì può trovare.E tu ci vai perché affondi nei tuoi abissi, nelle tue paure, nelle tue aspettative disattese, nelle tue certezze destabilizzate e nei tuoi sogni che scopri essere forse solo tuoi. Ma dopo tutto, sai che non sei solo quella disperazione che sta perdendosi e pur non sapendo nuotare, trovi il modo e cerchi di risalire trasformandoti in sirena come Ariel e per un po’ continuerai a nuotare lasciando l’ordine umano, ti impegnerai con tutta te stessa. A dispetto di tutto, potresti scoprire che puoi essere quella persona allegra, vivace, spiritosa, ironica, intelligente e capace che hai lasciato alle tue spalle. E magari scoprirai cose nuove, che magari sei anche piacevole, un pochino affascinante, osiamo dire l’impronunciabile anche desiderabile, magari non desiderata, ma sei tu quella che conta! E allora promettitelo che ce la puoi fare, ricordati che sei arrivata fino a qui e forse neanche Odisseo ce l’avrebbe fatta! Forza e sorridi con ogni parte del tuo corpo e ridi con te e di te, ma fallo volendoti bene, davvero! Te lo meriti e te lo devi!