IO ALTROVE

Di ME


Oggi sono malinconica, molto, tendente al triste.  Non ci sono motivi per esserlo, ma io lo sono lo stesso. Io non sono il mondo , sono Cristina e questo può bastare. Nonostante questa voragine che mi porto a spasso, mi sono accadute cose divertenti. Qualcuno direbbe che è inutile che io faccia la simpatica, perché simpatica non lo sono. Ma le cose sono successe a me e le racconto nell’aggrovigliarsi grottesco del susseguirsi degli eventi. Insomma, Beatrice che era andata in vacanza con il suo fidanzato è tornata. Fidanzato è un parolone, ragazzo, moroso, insomma quella cosa lì. Prima di partire è arrivato da Roma e io ho fatto lunghe conversazioni con lui. Certo per scoprire i lati oscuri di chi frequenta la figlia e verificare l’affidabilità del soggetto. Niente affatto. Abbiamo chiacchierato del corso che ha fatto di mnemotecnica e degli input di psicologia analogica che ha imparato. Mi ha dato delucidazioni su tre tipologie caratteriali in funzione relazionale che possono categorizzare i nostri comportamenti. In sintesi asta, quello rigido e con deficit nel rapporto con il padre, triangolo, materno e con lacune con la figura materna, e il cerchio, quello sicuro e più compensato. Ciascuno è un tipo tendente a un altro. La metodica euristica è molto interessante. In breve mia figlia è un’asta, mio figlio è un asta e il mio compagno, non sottoposto ancora formalmente al test, per me è un’asta. Sono circondata da aste. Io sono un triangolo stimolato a cerchio. Mi posso evolvere in meglio. Il ragazzo di Bea è un meraviglioso cerchio, significa tranquillo, affettuoso, che ama il contatto, stimolato asta. Altrimenti come amerebbe Bea o meglio come farebbe a stare con lei.E qui involonatriamente, ma precisamente, io e Bea, al supermercato, squinternate e girovaghe nelle corsie di nessuno e di tutti, ci parliamo. E lei confessa l’inconfessabile. Non ne può più delle carinerie e della attenzioni di Edo. Lui le si avvicina spesso, l’accarezza, cerca un bacio. Uff, non ne può più. Lei è un’asta e vuole tenere le distanze. Più lui fa così, più lei si allontana. Dovrebbe capirlo. Io non la capisco. Io capisco lui. E’ dolce, avvolgente, presente. Vorrei anch’io il mio cerchio. Ma lei ha ragione, lui deve rispettare come è lei. Nel frattempo, arriviamo a casa e al citofono Lori non risponde. Lei, a quel punto dall'androne, chiede con tono come dire sopra le righe al fratello di aiutarla con il carrello da portare sui gradini. Lui risponde che non può. E lei, da asta quale è, si fionda in camera mia, il fratello intanto in camera sua sta giocando in internet al pc, e che fa? Stacca il collegamento a internet spegnendo il modem. Gesto da madre censoria. Faccio fatica a immaginarmi io nel gesto di farlo, quando l’altro dice che non si può muovere. Lori si accorge  del misfatto e urla che stava vincendo dei soldi. O almeno avrebbe potuto vincerli, ma la sorella non si fa intimidire e sottolinea che lui di solito non risponde e lui di solito non aiuta. In realtà almeno per aiutare me, per il carrello, specifichiamo bene,  è sempre sceso. Certo, io sono triangolo stimolato cerchio e cerco sempre di non scontrarmi, tranne poi brontolare fino all’esaurimento. Già prima me lo aveva fatto notare Bea, mentre trascinavo il carrello sotto la pioggia. Mi ha chiesto se poteva portarlo lei, perché poi mi sarei lamentata che mi avrebbe fatto male il braccio. E io le ho risposto che mi sarei lamentata della gamba. E allora lei ha preso il carrello e mi ha aiutata. Meglio aiutarmi che sentire la mia lagna. Sistemo finalmente la spesa e stendo in casa che non ci sta più nulla. E il citofono suona, è l’idraulico. Non c’è acqua calda nelle docce. E’ il calcare. Mi mette il filtro a una doccia. Io rimango con il gettito dell’acqua aperto e lui prende il filtro dall’auto. Mi rassicura,mi dà i raguagli, mi dice che se non ho capito cosa devo fare, posso chiamarlo tutte le volte che voglio. Lui ha capito che vado rassicurata, lui sì che mi capisce. Poi, va nel bagno piccolo e che trova: mutande, calze e il resto che mio figlio aveva dimenticato, in terra e dove poteva mai essere tutta quella roba? Esco infuriata, imprecando ma guarda un po’. E nel frattempo mia figlia mi urla che aveva già  nuovamente risposto al citofono e che dovevo stare calma,  ma io non ce l’avevo con lei, ma con il di lei fratello che aveva dimenticato la biancheria sporca in bella mostra. Direi che sa proprio come dare il benvenuto alle persone. Nel bagnetto va cambiata la cornetta della doccia, ma visto che costa tanto Vladi, l’idraulico, dice che devo prendere una certa marca che ha il filtro. Non mi fa pagare l’uscita, perché vuole che faccia un investimento nella cornetta. Esco, la compro da un negoziante che mi sta pure antipatico, non si ricorda di me quando sono andata l’altra volta. Come osa non ricordarsi di me! 57 euro e via! A casa in cucina il clima è diverso, in tre studiano filosofia e ascolto i dubbi sulla datazione delle opere, che il Timeo sia l’ultima opera, ma anche no. Alleggeriamo lo stile aulico, con una bordata moderna. E dove si parla del demiurgo? E quale vantaggio apporta il sapere di non sapere rispetto al non sapere? Io sfoggio i miei numeri. Prendo il volume del Reale su Platone e Aristotele. Prendo il Critone e il Protagora. I compagni di mio figlio guardano basiti, lui sorvola e fa finta di non conoscermi e ignora i libri. Io sono stanca e mi metto a leggere un altro libro sugli stili di attaccamento, io sono quello ansioso senza ombra di dubbio. E già mi sento i rimproveri che cadono come picconate su di me che vado in cerca di teorie e che nel dubbio tutte me le faccio andare bene. Sì, è vero spizzico di qui e di là. Mi riverso in ipotesi e ne traggo a mio piacimento le considerazioni che mi servono in quel momento. E l'ho detto, l'ho proprio detto, se mi stai sentendo, se mi stai leggendo. E sento la voce, non da dentro che se no si pensa male, ma da fuori che dice : Tagliatele la testa! Non è la Regina di cuori, ma qualcun altro. E mentre mi immergo nella mia lettura , vedo il gatto che dorme sulla tastiera del PC. Ma s’irradiano strane luci. Bibi, che ormai sembra lo Stregatto, ha fatto il danno. Mi alzo, sistemo, lo riesco a fare. Son riuscita anche a montare la cornetta nuova nuova sulla doccia! A quel punto torno da dove son venuta, anche se per qualcuno non abbastanza lontano e leggo. E se leggere mi fa male, come mi si dice in continuazione, mi fa male anche che mi si sottolinei che ogni parola che proferisco è sbagliata, che ogni gesto è assolutamente sulla traccia involutiva e non evolutiva, che non ho rispetto, che non comprendo chi mi sta vicino, che non si può essere d’accordo con me sempre, che se è necessario bisogna essere severi. E quindi, visto che quello che mi manca è un abbraccio rassicurante, tanto che ansiosa è acclamato lo sia, mi avvolgo in un cerchio surreale che è solo nella mia mente e mi infondo tutto il calore di cui come rabdomante vado in cerca! E vedi un po’ che magari questa sera  ci riesco pure!