Criticinema

I LOVE RADIO ROCK (The Boat That Rocked)


Inghilterra 1966.Il nostro film narra la storia vera di Radio Caroline, un’emittente radiofonica che sfidò le severissime leggi britanniche, in forza delle quali i giovanni potevano ascoltare rock solo due ore alla settimana, trasmettendo da una barca  ormeggiata nel mare del Nord musica 24 al giorno. La radio pirata trasmette e persone di tutte l’età che amano la musica ascoltano estasiati ed amano i loro eroi. I nostri pirati hanno in comune l’amore per la musica e  sanno che un giorno loro moriranno ma la musica espressione del genere umano rimarrà per sempre.I nostri pirati personaggi assai bizzarri sfidano l’autorità e si beffano di essa inchiodando i fans, che amano tutti coloro che vivono sulla barca, sino a divenire loro stessi gli eroi del nostro film.Tutti gli attori sono eccezionali:Philp Seymour Hoffman (il Conte) superlativo.Le sue battute esileranti e la conduzione del programma radiofonico magistrale sfida le autorità che vogliono imbavagliare i giovani impedendo loro di cambiare, evolversi e prendere coscienza di loro stessi senza farsi plagiare da alcuno.Ricordiamoci che nel 1966 i giovanni sono in fermento per poi giungere a quello che sarà il famoso 1968, il film ci descrive quel periodo dove i giovani volevavano non solo sesso, droga , ma anche pace e si esprimevanno attraverso musica. In questo strano mondo viene catapultato il giovane Carl (Tom Sturridge),espulso da scuola per motivi disciplinari, fatto salire a bordo dalla madre, per punirlo . Il giovane vivrà un’esperienza indimenticabile diverrà la mascotte di tutti e assisterà a epiche sfide  tra i pirati e il ministro britannico,incaricato dal governo di chiudere la radio pirata, che in questa musica vede una pericolosa minaccia alla morale e al buon costume.Il film è piacevolissimo e ci accorgiamo solo alla fine della proiezione che dura 135’. Le canzoni bellissime.Lo spettatore cinquantenne torna indietro nel tempo quando ascoltava le canzoni di “ De Andrè” considerate scabrose all’insaputa dei genitori.Chi non ricorda “ Bocca di rosa “, “ Carlo Martello” e altre ancora che negli anni sessanta non venivano trasmesse. Tutti ci troviamo d’accordo nel dire che i cantanti muiono ma le loro canzoni restano divenendo oggetto di studio, lì troviamo nei libri di musica dei nostri figli.Il film ci riempe di malinconia, i ragazzi di allora sono saggi adulti che non sempre ricordano che i loro figli  di oggi sono i figli di allora .La musica degli anni sessanta piaceva ai giovani del tempo e piace ai giovani di oggi se la si ricorda ancora vuol dire che era ed è superlativa.                                                  ANGY