critico fallibile

"il Cannone"Quintorigo 2006


Una tempo era il gruppo del mitico John De Leo, definibile giocoliere/mago/illusionista e quant'altro sia possibile (e impossibile) ai più fare con la voce. Alfieri dell'originalità e della musica che si fonde tra generi e sottogeneri con strumenti "classici". Oggi il gruppo è orfano di John, ma contrariamente a quanto fosse immaginabile, non è morto, tanto meno sembra menomato dalla pesante assenza. Paradossalmente, in barba a chi definiva insostituibile il cantante estremamente carismatico, i Quintorigo hanno dimostrato di essere un organico ben più solido di prima. Dire che  la bravissima Luisa Cottifogli ha sostituito John sarebbe una blasfemia. Si tratta di una voce differente che però graffia e stupisce per versatilità. E' come se spingesse gli strumenti a dare di più, una carica di energia che si muove di pari passo col resto del gruppo. Si ritagliano per lei un paio di cameo dove riesce a dimostrare di avere i numeri giusti. La traccia numero 5, cantata semplicemente senza l'ausilio degli strumenti, tende a far rivivere atmosfere molto "NewOrleans style". Tra le cover eseguite sempre con estremo gusto ne emerge una molto azzardata degli Area "Luglio Agosto Settembre (Nero)" . Avvicinarsi al rimpianto Demetrios Stratos non è cosa da tutti (anche John che si ispirava palesemente al cantante di origine greca non ha mai inciso il pezzo in questione. Forse per rispetto reverenziale? ndr), ma i Quintorigo lo fanno con un sapiente uso di sonorità e vocalizzi dal sapore esotico medio-orientaleggiante. Per i non addetti ai lavori, un informazione apparentemente superflua è sapere che la batteria, nella covere degli area, non essendo strumento al quale sono avvezzi i Quintorigo, è suonata dal figlio del batterista degli area. Non manca il collegamento col passato con la rivisitazione dell'autocover "Grigio (chiaro version) un ponte che tenta di collegare in un unico continum (chissà se si scrive così) il passato del gruppo con il presente. Il pezzo nuovo che ho trovato più interessante è "nel clone del padre" mix di elettronica, strumenti elettrici e sperimentazioni varie compresi effetti vocali "non male". Secondo me si tratta di un prodotto di buona qualità. Adatto a chi non vuole piegarsi al volere di una musica sempre più commerciale e ripetitiva. Un unico neo secondo me è il numero eccessivo di cover. Immagino che sia stata una scelta dettata dal dimostrare ai più che Luisa ci sa fare, e quale metodo migliore per arrivare al cuore di un ascoltatore attento se non quello della memoria?Spero di ascoltare al più presto un nuovo prodotto di questo splendido gruppo che sa rinnovarsi, sperimentare e stupire utilizzando sempre gli stessi strumenti "classici" magari alle prese con pezzi loro.