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Laboratorio Multidisciplinare sull'energia del 17 Marzo 2007

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Fonti rinnovabili di Energio 2°parte

Post n°13 pubblicato il 17 Marzo 2007 da tino.soudaz
 
Foto di tino.soudaz

Modulo fotovoltaico Un modulo fotovoltaico è un dispositivo in grado di convertire l'energia solare direttamente in energia elettrica mediante effetto fotovoltaico ed è usato per generare elettricità a partire dalla luce del sole. Può essere meccanicamente preassemblato a formare un pannello fotovoltaico, pratica caduta in disuso a seguito dell'aumentare delle dimensioni dei moduli, che ne hanno quindi incorporato le finalità. Può essere esteticamente simile al pannello solare termico, ma ha scopo e funzionamento profondamente differenti. Tecnologie a confronto Dei molti materiali impiegabili per la costruzione dei moduli fotovoltaici, il silicio è in assoluto il più utilizzato. Se si limita l'analisi ai soli prodotti commerciali, le tecnologie di realizzazione più comuni sono: Moduli cristallini Silicio monocristallino, in cui ogni cella è realizzata a partire da un wafer la cui struttura cristallina è omogenea (monocristallo), opportunamente drogato in modo da realizzare una giunzione p-n; Silicio policristallino, in cui il wafer di cui sopra non è strutturalmente omogeneo ma organizzato in grani localmente ordinati (policristallo); Moduli a film sottile Silicio amorfo, in cui gli atomi silicei vengono deposti chimicamente in forma amorfa, ovvero strutturalmente disorganizzata, sulla superficie di sostegno. Detta anche "a film sottile", questa tecnologia impiega quantità molto esigue di silicio (spessori dell'ordine del micron). I moduli in silicio amorfo dimostrano in genere di una efficienza meno costante delle altre tecnologie rispetto ai valori nominali, pur avendo garanzie in linea con il mercato. Il dato più interessante dell'amorfo è che ha valori dell'EROEI molto alti che arrivano anche a 9, il che attesta una maggior economicità di questa tecnologia. Solfuro di cadmio (CdS) microcristallino, che presenta costi di produzione molto bassi in quanto la tecnologia impiegata per la sua produzione non richiede il raggiungimento delle temperature elevatissime necessarie invece alla fusione e purificazione del silicio. Esso viene applicato ad un supporto metallico per spray-coating, cioè viene letteralmente spruzzato come una vernice. Tra gli svantaggi legati alla produzione di questo genere di celle fotovoltaiche vi è la tossicità del cadmio ed il basso rendimento del dispositivo. Arseniuro di gallio (GaAs), una lega binaria con proprietà semiconduttive, in grado di assicurare rendimenti elevatissimi, dovuti alla proprietà di avere un gap diretto (a differenza del silicio). Viene impiegata soprattutto per applicazioni militari o scientifiche avanzate (come missioni automatizzate di esplorazione planetaria o fotorivelatori particolarmente sensibili). Tuttavia il costo proibitivo del materiale monocristallino, a partire dal quale sono realizzate le celle, lo ha destinato ad un impiego di nicchia. Composizione I moduli in silicio mono o policristallini rappresentano a loro volta la maggior parte del mercato. Entrambe queste tecnologie sono costruttivamente simili, e prevedono che ogni cella fotovoltaica sia cablata in superficie con una griglia di materiale conduttore che ne canalizzi gli elettroni. Ogni singola cella viene connessa alle altre mediante ribbon metallici, in modo da formare opportune serie e paralleli elettrici. Sopra una superficie posteriore di supporto, in genere realizzata in un materiale isolante con scarsa dilatazione termica, come il vetro temperato o un polimero come il tedlar, vengono appoggiati un sottile strato di acetato di vinile (spesso indicato con la sigla EVA), la matrice di moduli preconnessi mediante i già citati ribbon, un secondo strato di acetato e un materiale trasparente che funge da protezione meccanica anteriore per le celle fotovoltaiche, in genere vetro temperato. Dopo il procedimento di pressofusione, che trasforma l'EVA in mero collante inerte, le terminazioni elettriche dei ribbon vengono chiuse in una morsettiera stagna generalmente fissata alla superficie di sostegno posteriore, e il "sandwich" ottenuto viene fissato ad una cornice in alluminio, che sarà utile al fissaggio del pannello alle strutture di sostegno atte a sostenerlo e orientarlo opportunamente verso il sole. Cella fotovoltaica Una comune cella fotovoltaica in silicio policristallino La cella fotovoltaica è l'elemento base nella costruzione di un modulo fotovoltaico, ma può venire anche impiegata singolarmente in usi specifici. La versione più diffusa di cella fotovoltaica, quella in materiale cristallino, è costituita da una lamina di materiale semiconduttore, il più diffuso dei quali è il silicio, e si presenta in genere di colore nero o blu e con dimensioni variabili dai 4 ai 6 pollici. Piccoli esemplari di celle fotovoltaiche in materiale amorfo sono in grado di alimentare autonomamente dispositivi elettronici di consumo, quali calcolatrici, orologi e simili. Analogamente al modulo, il rendimento della cella fotovoltaica si ottiene valutando il rapporto tra l'energia prodotta dalla cella e l'energia luminosa che investe l'intera sua superficie. Valori tipici per gli esemplari in silicio cristallino comunemente disponibili sul mercato si attestano attorno al 15%. Prestazioni e rendimenti Le prestazioni dei moduli fotovoltaici sono suscettibili di variazioni anche sostanziose in base: al rendimento dei materiali; alla tolleranza di fabbricazione percentuale rispetto ai valori di targa; all'irraggiamento a cui le sue celle sono esposte; all'angolazione con cui questa giunge rispetto alla sua superficie; alla temperatura di esercizio dei materiali, che tendono ad "affaticarsi" in ambienti caldi; alla composizione dello spettro di luce. Per motivi costruttivi, il rendimento dei moduli fotovoltaici è in genere inferiore o uguale al rendimento della loro peggior cella. Con rendimento si intende la percentuale di energia captata e trasformata rispetto a quella totale giunta sulla superficie del modulo, e può essere considerato un indice di correlazione tra watt erogati e superficie occupata, ferme restando tutte le altre condizioni. Se nei pannelli ad uso aerospaziale i rendimenti raggiungono anche il 50%, valori tipicamente riscontrabili nei prodotti commerciali a base silicea si attestano intorno al: 16% nei moduli in eterogiunzione; 14% nei moduli in silicio monocristallino; 13% nei moduli in silicio policristallino; 10% nei moduli in silicio microsferico; 6% nei moduli in silicio amorfo. Ne consegue che ad esempio a parità di produzione elettrica richiesta, la superficie occupata da un campo fotovoltaico amorfo sarà più che doppia rispetto ad un equivalente campo fotovoltaico cristallino. A causa del naturale affaticamento dei materiali, le prestazioni di un pannello fotovoltaico comune diminuiscono di circa un punto percentuale su base annua. Per garantire la qualità dei materiali impiegati, è prassi comune che i produttori coprano con un'opportuna garanzia oltre ai difetti di fabbricazione anche il calo di rendimento del pannello nel tempo. La garanzia oggi più comune è del 90% sul nominale per 10 anni e dell'80% sul nominale per 20 anni. I moduli fotovoltaici odierni hanno una vita stimata di 50 anni circa, anche se è plausibile ipotizzare che vengano dismessi dopo un ciclo di vita di 20-25 anni, a causa dell'obsolescenza della loro tecnologia. Dati tecnici dichiarati Tolleranza Una simulazione con tolleranza ±3%. Non sono presenti aree di sovrapposizione. Una simulazione con tolleranza ±5%. Sono presenti evidenti aree di sovrapposizione tra moduli diversi. Una simulazione con tolleranza ±10%. Sovrapposizione quasi totale delle aree di tolleranza, probabile indice di scarsa qualità. La tolleranza di fabbricazione è un dato percentuale (generalmente variabile dal ±3% al ±10%) che ogni produttore dichiara in relazione ai propri standard qualitativi di produzione. Tanto minore è la tolleranza dichiarata, tanto più stabili e predicibili saranno le prestazioni elettriche del modulo, a pari condizioni di utilizzo. Nella maggior parte dei casi, i produttori realizzano più versioni dello stesso modulo, distinte in base alla potenza nominale, pur realizzandoli con le medesime celle, che vengono preventivamente raggruppate in famiglie prestazionalmente simili. L'obiettivo dell'operazione è gestire in modo più accorto possibile le celle elettricamente peggiori, che potrebbero inficiare le prestazioni dell'intero modulo. In questa ottica quindi, tanto più numerose sono le famiglie di celle uniformi, tanto minore potrebbe essere la tolleranza di fabbricazione garantita. Nella realtà di mercato, tuttavia, data la curva di Gauss che descrive la distribuzione statistica della qualità di tutte le celle fotovoltaiche di una data partita produttiva, le linee di separazione tra gruppi di moduli simili si ampliano a volte fino a costituire fasce piuttosto ampie. Il produttore può così gestire la parte di produzione all'interno di queste fasce: declassando il prodotto in questione, per considerarlo entro la tolleranza positiva del modulo inferiore, con il risultato di perdere profitto; innalzando il prodotto, per considerarlo entro la tolleranza negativa del modulo superiore, con il risultato di marginalizzare di più a discapito della qualità effettiva del prodotto. Dal punto di vista commerciale, il produttore si garantisce la liceità dell'operazione dichiarando una tolleranza di fabbricazione più ampia del necessario rispetto alle potenze nominali dei vari moduli realizzati. L'immediato effetto che questa pratica comporta è la ricaduta di cospicue quantità di moduli all'interno delle citate fasce a cavallo di due o più tolleranze di fabbricazione. Alla luce di ciò, i moduli fotovoltaici qualitativamente migliori sono da ricercarsi tra quelli che combinano: una tolleranza negativa stretta (quella positiva può considerarsi trascurabile); una nulla o limitata area di sovrapposizione tra le fasce di tolleranza delle varie potenze dello stesso modulo. L'artifizio della tolleranza più ampia del necessario è una tecnica impiegata solo da produttori minori, a causa della sua facile individuazione (basta una brochure con la lista dei prodotti trattati e una calcolatrice) e del sospetto che inevitabilmente farebbe sorgere nei confronti del produttore. Tensione Generalmente l'energia prodotta dai pannelli fotovoltaici è a differenza di potenziale quasi costante, e le tensioni di batteria maggiormente utilizzate sul mercato sono 24 e 12 V. La differenza di potenziale prodotta effettivamente dal modulo fotovoltaico è solitamente almeno 4 V superiore a questi valori, per permettere il caricamento di un'eventuale batteria di accumulo a questo collegata mediante un opportuno regolatore di carica. Certificazioni I moduli fotovoltaici in commercio vengono testati in base alla normativa IEC 61215, per determinare le caratteristiche sia elettriche che meccaniche. Tra i test più importanti si cita quello per determinarne la potenza in condizioni di insolazione standard, espressa in watt picco (Wp). I prodotti in commercio I moduli fotovoltaici in silicio cristallino più comuni hanno dimensioni variabili da 0,5 m² a 1,5 m², con punte di 2,5 m² in esemplari per grandi impianti. Non vi è comunque particolare interesse a costruire moduli di grandi dimensioni, a causa delle grosse perdite di prestazioni che l'intero modulo subisce all'ombreggiamento (o malfunzionamento) di una sua singola cella. La potenza più comune si aggira intorno ai 150 Wp a 24 V, raggiunti in genere impiegando 72 celle fotovoltaiche. La superficie occupata dai modelli commerciali si aggira in genere intorno ai 7,5 m²/kWp, ovvero sono necessari circa 7,5 metri quadrati di superficie per ospitare pannelli per un totale nominale di 1.000 Wp. Un esempio di corrente che produce un modulo di 50 Watt 12Volt a mezzogiorno d'estate = 3,5 A I costi al cliente finale variano da 4,00 a 6,00 €/Wp (a gennaio 2006), con aumenti che si attestano intorno 10% su base annua. La causa di questa instabilità di prezzo è da ricercarsi nel profondo squilibrio tra domanda e offerta, che al momento di scrivere sono in rapporto di quasi 10:1. In altre parole, dal 2004 ad oggi la tecnologia e le economie di scala dei produttori hanno dovuto fare i conti con una domanda di mercato improvvisamente esplosa a livello planetario, a causa sia dell'insicurezza sulle sorti degli altri mercati energetici, sia delle politiche di incentivazione delle fonti rinnovabili da parte di moltissimi governi. A fronte di un incremento della domanda mondiale del 200% da giugno 2004 a giugno 2005, i produttori di silicio hanno risposto con un incremento della produzione di "solo" il 60%. Il rimanente squilibrio ha spinto verso l'alto le quotazioni del mercato. Innovazioni L'università di Toronto ha inventato un materiale plastico che sfruttando nanotecnologie converte i raggi solari e infrarossi (quindi funziona anche con il tempo nuvoloso) in elettricità. Si prevede che costruendo i futuri pannelli fotovoltaici con questo materiale se ne aumenteranno le prestazioni di cinque volte. Può essere inoltre usato come generatore portatile e quindi essere spruzzato su superfici di altri materiali (ad esempio vestiti o su una batteria di auto a idrogeno) Si pensa che basterebbe ricoprire lo 0,1% della Terra di questa nuova tipologia di pannelli per sostituire tutte le centrali elettriche (per lo più ubicate nel primo mondo). Questa notizia è stata pubblicata da Nature Material. Nel mondo accademico le ricerche di nuovi materiali polimerici si sono moltiplicate esponenzialmente, oggigiorno si possono reperire in commercio numerosi semiconduttori polimerici od organici (questi ultimi sono intesi come singole molecole, i primi come un reticolo di molecole organiche interconnesse) che consentono di realizzare celle fotovoltaiche. Tali materiali possono essere drogati in modo da comportarsi come donatori od accettori (di elettroni), possono essere giustapposti a formare eterogiunzione ed hanno caratteristiche di flessibilità che li rendono adeguati per la realizzazione di celle flessibili. Tra le caratteristiche che ne rendono per ora sconveniente l'uso vi sono il danneggiamento ad opera dei raggi UV, che porta le prestazioni a decadere rapidamente, e il rendimento ancora troppo basso, pari a 3 ppm (2004). Storia Le principali tappe della tecnologia fotovoltaica: [1] 1839 Il francese Alexandre-Edmond Bécquerel nota che"della corrente elettrica è generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce". Scopre così l'effetto fotogalvanico negli elettroliti liquidi. 1883 L'inventore statunitense Charles Fritz produce una cella solare di circa 30 centimetri quadrati a base di selenio con un'efficienza di conversione dell'1-2 per cento. 1905 Albert Einstein pubblica la sua teoria sull'effetto fotovoltaico che gli porterà il premio Nobel 1963 La giapponese Sharp produce i primi moduli fotovoltaici commerciali Energia eolica L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in elettrica. Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione è stata anche la prima fonte energetica rinnovabile usata dall'uomo. Il suo sfruttamento, relativamente semplice e poco costoso, è attuato tramite macchine eoliche divisibili in due gruppi ben distinti: Generatori eolici ad asse verticale Generatori eolici ad asse orizzontale Essa è pensata tenendo presente sia una produzione centralizzata in impianti da porre in luoghi alti e ventilati, sia un eventuale decentramento energetico, per il quale ogni Comune ha impianti di piccola taglia, composti da un numero esiguo di pale (1-3 pale da 3-4 megawatt) con le quali genera in loco l'energia consumata dai suoi abitanti. Il tempo d' installazione di un impianto è molto breve; fatti i rilievi sul campo per misurare la velocità del vento e la potenza elettrica producibile, si tratta di trasportare le pale eoliche e fermarle nel terreno. Il tempo di progettazione e costruzione di altre centrali (idroelettriche, termoelettriche,etc.) è superiore a 4 anni. Nonostante le intenzioni siano le migliori, la mancanza di una legge quadro o di un testo unico sulle energie eoliche, diversamente dal solare, è considerata una delle cause della lenta diffusione della tecnologia rispetto all'estero. Benché l'eolico sia l'energia meno costosa, non è né massicciamente richiesto dai produttori elettrici che potrebbero rivenderlo al costo del kWh attuale con maggiori profitti, né è la prima quantità d'energia ad essere venduta nella Borsa elettrica che pur abbina domanda e offerta di energia in base al prezzo del kWh elettrico (l'eolico, avendo il prezzo per kWh più basso e conveniente, dovrebbe collocarsi subito). Storia dell'eolico I primi mulini a vento europei pompavano acqua o muovevano le macine per triturare i cereali. In Olanda erano utilizzati per pompare l'acqua dei polder, migliorando notevolmente il drenaggio dopo la costruzione delle dighe. I mulini olandesi erano i più grandi del tempo, divennero e rimasero il simbolo della nazione. Questi mulini erano formati da telai in legno sui quali era fissata la tela che formava, così, delle vele spinte in rotazione dal vento. Nel corso del XIX secolo entrarono in funzione migliaia di mulini a vento sia in Europa, sia in America, soprattutto per scopi di irrigazione. In seguito, con l'invenzione delle macchine a vapore, vennero abbandonati per il costo del carbone, allora a buon mercato. Negli anni settanta l'aumento dei costi energetici ha ridestato l'interesse per le macchine che utilizzano la forza del vento. Così molte nazioni hanno aumentato i fondi per la ricerca e lo sviluppo dell'energia eolica. Costi dell'eolico Grazie ai recenti sviluppi tecnologici l'energia eolica inizia ad essere economicamente vantaggiosa. Il costo di installazione è relativamente basso, se raffrontato ad altre tecnologie. Al 2004, secondo l'International Energy Agency, il costo medio di produzione dell'energia eolica sarebbe compreso tra 0,04-0,08 € per kWh, anche se stime più recenti indicherebbero un costo ancora inferiore che farebbe presupporre nel breve termine un costo di 0,03 €/kWh del tutto concorrenziale rispetto ai costi dell'energia generata da fonti convenzionali (negli ultimi dieci anni la riduzione del costo di produzione di energia da fonti eoliche si è attestata sul 30%-50% e si prevede che il trend rimanga costante). Impianti Attualmente il costo di installazione in Italia, facendo riferimento ad impianti con una potenza nominale superiore ai 600 kW, varia tra gli 850 e i 1300 €/kW, il prezzo ovviamente varia secondo la complessità dell'orografia del terreno in cui l'impianto vada istallato. Detto questo una centrale di 10 MW, allacciata quindi alla rete in AT, costerebbe tra gli 8 e i 13 milioni di euro, mentre per una centrale allacciata alla rete di MT (3-4 MW) il costo si comprime tra 0,9 e 1,2 milioni di Euro al MW Per i piccoli impianti casalinghi il prezzo di installazione risulta leggermente più elevato attestandosi attorno ai 1000-1500 € al kW, questo perché il mercato di questo tipo di impianti è ancora poco sviluppato, anche a causa delle normative che, a differenza degli impianti fotovoltaici, in quasi tutta Europa ne disincentivano l'uso, sulla scia di un pensiero diffuso soprattutto nei decenni passati, che vedeva nelle turbine eoliche grossi problemi di impatto ambientale. Efficienza L'efficienza massima di un impianto eolico può essere calcolata utilizzando la Legge di Betz, che mostra come l'energia massima che un generatore qualunque (ad esempio una pala eolica) sia il 59,3% di quella posseduta dal vento che gli passa attraverso. Tale efficienza è molto difficile da raggiungere, e un aerogeneratore con un'efficienza compresa tra il 40% al 50% viene considerato ottimo. Generatori eolici Generatori eolici ad asse orizzontale situati nel comune di Varese Ligure (SP) che producono 3 GWh all'anno. I generatori eolici nell'arco degli ultimi 20 anni hanno migliorato drasticamente rendimento, dimensioni e costi e continuano a farlo: ecco perché i numeri dati in seguito sono da ritenersi provvisori. Tali generatori sono riusciti a passare da una produzione di pochi chilowatt di potenza, a punte di 3 Megawatt per i più efficienti e una produzione tipica del mercato attuale di 1,5 MW, con una velocità del vento di 3-4 m/s. Considerando che la massima potenza erogata alle utenze domestiche è di 3 chilowatt, una pala è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 1000 utenze domestiche, corrispondenti 4000-4500 persone (considerando 4 abitanti medi per nucleo familiare) e alle dimensioni medie di un comune italiano. Questi standard sono raggiunti sia da aerogeneratori orizzontali che verticali. Un generatore sia ad asse verticale che orizzontale richiede una velocità minima del vento di 3-5 metri/sec ed eroga la potenza di progetto ad una velocità del vento di 12-14 metri/sec. Ad elevate velocità (20/25 metri al secondo) l'aerogeneratore viene bloccato dal sistema frenante per ragioni di sicurezza. Esistono anche generatori a pale mobili che seguono l'inclinazione del vento, mantenendo costante la quantità di elettricità prodotta dall'aerogeneratore, e a doppia elica, per raddoppiare la potenza elettrica prodotta. Non mancano generatori silenziosi; il problema principale resta la dimensione delle pale e la mancanza di generatori a "micropale" non visibili a occhio nudo che risolverebbero l'impatto negativo sul paesaggio. Impianto eolico in Danimarca Una notevole potenza elettrica viene dissipata nel rotore che deve avere una velocità di 3000 giri/minuto per erogare una corrente alla frequenza di rete di 50 hertz. I giri al minuto dell'aerogeneratore sono molto variabili come lo è la velocità del vento; ma la frequenza di rete deve essere costante a 50 hertz, perciò i rotori vengono collegati a una serie di inverter prima di immettere l'energia in rete. Ecco perché il rendimento elettrico di tale dispositivo può essere considerato simile all'efficienza del motore ad aria compressa, intorno al 70%. La cinematica del generatore eolico è caratterizzata da bassi attriti, assenza di surriscaldamento e di un sistema di refrigeranti (olio ed acqua) e un costo di manutenzione pressoché nullo. I principali produttori mondiali di aerogeneratori sono tedeschi e danesi: Vestas, Enercon, Siemens, Gamesa Eolica, GE Wind, Nordex, NedWind, Enron Wind, Neg Micon. sono circa 26 le aziende che producono gli aerogeneratori. Biomassa Le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non necessitano di subire trattamenti altre come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani devono essere processate in un digestore. Biocarburanti Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità superiori al fabbisogno, si può ricavare l'etanolo o alcool etilico che può essere utilizzato come combustibile per i motori a scoppio, in sostituzione della benzina. Dalle oleaginose (quali girasole, colza, soia) si può ottenere per spremitura il cosiddetto biodiesel. Tramite opportuno procedimento è inoltre possibile trasformare le biomassse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate. Lo sfruttamento di nessuna di queste fonti può comunque prescindere da valutazioni sull'EROEI complessivo, ossia sul rapporto tra energia ottenuta ed energia impiegata nella produzione. Biocombustibili per la produzione di energia elettrica In alcuni paesi si stanno sperimentando coltivazioni pilotate di vegetali a crescita veloce da utilizzare per produrre energia, ad esempio per alimentare piccole centrali elettriche come già avviene negli USA, in India e in Giappone. Fra le sperimentazioni in corso si segnala la coltivazione di alcuni incroci ibridi del Miscanto (MiscacOFGLIONEnthus Giganteus), un'erba graminacea alta fino a quattro metri con una notevolissima redditività potenziale (60 tonnellate di materia secca per ettaro, equivalenti a circa 60 barili di petrolio). Secondo le stime dell'Environmental Research Institute del Galles, se il Miscanto venisse piantato sul 10% delle aree coltivabili europee potrebbe fornire fino al 9% dell'energia elettrica consumata dall'intero continente. In Italia le sperimentazioni sul Miscanto vengono condotte dall'ENEA in Sicilia. Biogas Oltre ai vegetali coltivati, anche i rifiuti vegetali e liquami di origine animale possono essere sottoposti a fermentazione anaerobica (in assenza di ossigeno). La biomassa viene chiusa in un digestore (ad esempio realizzato con la tecnologia UASB) nel quale si sviluppano microorganismi che con la fermentazione dei rifiuti formano il biogas. Questo può essere usato come carburante, combustibile per il riscaldamento e per la produzione di energia elettrica. Anche dai rifiuti raccolti nelle città si può ricavare energia. Utilizzo delle biomasse in Italia Un uso diffuso delle biomasse (segatura delle locali segherie ed anche prodotte da ceppato di legni di scarso valore commerciale) lo si ha negli impianti di teleriscaldamento, diffusi, particolarmente in Val Pusteria. L'abbondanza della materie prime e il lungo periodo invernale favoriscono tale utilizzo. Alcuni impianti, come quello di Dobbiaco, producono anche energia termoelettrica. Sono presenti anche alcune altre piccole centrali al Nord Italia; presto sorgerà anche nel Mezzogiorno, nel Polo Industriale del Dittaino, a Enna, la prima centrale di questo genere. Essa garantisce energia economica alle imprese e ai civili. L’utilizzo di risorse rinnovabili sarebbe molto utile e da preferire alle fonti di energia tradizionali(combustibili fossili) in quanto porterebbe vantaggio economico e un maggior rispetto nei confronti dell’ambiente. Materiale utilizzato da wikipedia.

 
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Fonti di energia rinnovabile 1

Post n°12 pubblicato il 17 Marzo 2007 da tino.soudaz
 
Foto di tino.soudaz

Il gruppo composto da Nicola-Longis-Fey delle classi 1 e 2 mt presentano il progetto ideato da C. Soudaz per il giorno sabato 17 marzo 2007. Dopo che ai vari gruppi è stato assegnato il lavoro da svolgere ci siamo diretti nell’aula multimediale, dove abbiamo incominciato la ricerca sulle fonti di energia rinnovabile. Fonti di energia rinnovabili Energia idroelettrica Per energia idroelettrica si intende quel tipo di energia che sfrutta il movimento di masse di acqua per produrre energia cinetica e quindi, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, l'energia elettrica. L'energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate. L'acqua di un lago o di un bacino artificiale viene convogliata, attraverso condutture forzate, a valle trasformando così la sua energia potenziale in energia di pressione e cinetica grazie al distributore e alla turbina. L'energia cinetica viene poi trasformata attraverso il generatore elettrico, grazie al fenomeno dell'induzione elettromagnetica, in energia elettrica. Nelle centrali idroelettriche di pompaggio, l'acqua viene pompata in serbatoi a monte durante la notte cosicché di giorno, quando la richiesta di energia elettrica è maggiore si può disporre di ulteriori masse d'acqua da cui produrre energia. Questi impianti permettono di immagazzinare energia nei momenti di disponibilità (notte) per utilizzarla nei momenti di bisogno (giorno). L'energia idroelettrica è una fonte di energia pulita (non vi sono emissioni) e rinnovabile, tuttavia la costruzione di dighe e grandi bacini artificiali, con l'allagamento di vasti terreni, può provocare lo sconvolgimento dell'ecosistema della zona con enormi danni ambientali, come è successo con la grande diga di Assuan in Egitto. Energia idroelettrica in Italia È la principale risorsa alternativa alle fonti fossili usata in Italia. L'energia idroelettrica garantisce circa il 15% del fabbisogno energetico italiano. La sua importanza in passato fu molto più grande perché dagli inizi del XX secolo sino al primo dopoguerra l'energia idroelettrica rappresentava la stragrande maggioranza dell'energia prodotta in Italia arrivando anche a toccare punte di pochi punti percentuali sotto al 100% Energia mareomotrice L'energia mareomotrice è quella ricavata dagli spostamenti d'acqua causati dalle maree, che in alcune zone del pianeta raggiungono i 20 metri di ampiezza verticale. Già nell’antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di "mulini a marea". L’acqua veniva raccolta, durante il flusso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del deflusso l’acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina. Oggi esistono diversi progetti di sfruttamento delle maree, che comportano metodi diversi di sfruttamento dell’energia:  sollevamento di un peso in contrapposizione alla forza di gravità;  compressione dell’aria in opportuni cassoni e movimentazione di turbine in seguito alla sua espansione;  movimento di ruote a pale;  riempimento di bacini e successivo svuotamento con passaggio in turbine. Questoultimo sembra dare i migliori risultati, nell'effettivo impiego. Il problema più importante allo sviluppo di tale tecnologia resta comunque lo sfasamento tra massima ampiezza di marea disponibile (la cui cadenza è prevedibile sulla base delle fasi lunari e solari) e domanda di energia nelle ore di punta. Infatti nei giorni di insufficienza nell'afflusso d’acqua la produzione di elettricità cesserebbe. In Francia nei pressi di Saint-Malo esiste un grosso impianto di questo genere. Energia geotermica L'energia geotermica è l'energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere considerata una forma di energia rinnovabile. A volte si utilizza il termine geotermia (che in realtà indica la specialità della geofisica che studia il calore terrestre) per indicare lo sfruttamento dell'energia geotermica. Il calore della Terra è l'energia naturale che da sempre accompagna la storia dell'uomo fin dalle sue origini. La stessa vita biologica è probabilmente nata in particolari condizioni ambientali "tra acqua e fuoco". Le temperature del globo sono crescenti man mano che si scende in profondità, in media ogni 100 metri la temperatura delle rocce aumenta di +3 °C (quindi 30 °C al Km e 300 °C a 10 Km). Questo è valido però solo per quanto riguarda la crosta terrestre, nel resto del globo l'aumento di temperatura con la profondità (detto gradiente geotermico) è sensibilmente minore. Particolarmente nel mantello e nucleo esterno il gradiente geotermico segue un andamento di tipo adiabatico, e si attesta su valori medi rispettivamente di 0.3 °C/km e 0.8 °C/km. In alcune particolari zone si possono presentare condizioni in cui la temperatura del sottosuolo è leggermente più alta della media, un fenomeno causato dai fenomeni vulcanici o tettonici. In queste zone "calde" l'energia può essere facilmente recuperata mediante la geotermia. La geotermia consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d'acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento, le coltivazioni in serra e il termalismo. Le principali applicazioni del vapore naturale proveniente dal sottosuolo sono due: La produzione di energia elettrica tramite il classico metodo delle turbine. Il calore geotermico incanalato in un sistema di tubature utilizzato per attività locali di riscaldamento. Per alimentare la produzione del vapore acqueo si ricorre spesso all'immissione di acqua fredda in profondità, una tecnica utile per mantenere costante il flusso del vapore. In questo modo si riesce a far lavorare a pieno regime le turbine e produrre calore con continuità. La geotermia resta comunque una fonte energetica marginale da utilizzare solo in limitati contesti territoriali. Resta in ogni caso una potenzialità energetica da sfruttare laddove possibile, anche sfruttando le potenzialità del riscaldamento geotermico. La geotermia è la fortuna energetica dell'Islanda. La grande isola del nord Atlantico basa l'intera sua esistenza sul naturale equilibrio tra la presenza di acqua calda in profondità e l'atmosfera esterna sotto zero. Il più grande complesso geotermico al mondo si trova in California a The Geysers (l'impianto ha un potenziale di 1400 MW, sufficiente a soddisfare le richieste energetiche dell'area metropolitana di San Francisco). Dall'inizio del novecento l'Italia sfrutta il calore della Terra per produrre energia elettrica tramite la realizzazione di centrali elettriche geotermiche capaci di sfruttare la forza del vapore. In Italia la produzione di energia elettrica dalla geotermia è fortemente concentrata in Toscana (Pisa, Siena e Grosseto). A Larderello si trova uno dei primi impianti geotermici al mondo: i primi esperimenti del Principe Piero Ginori-Conti risalgono al 1904). Gli impianti di Larderello (Pisa) hanno un'origine datata ben prima della metà dell'ottocento. I vapori provenienti dal sottosuolo erano una valida alternativa delle innovative macchine a vapore industriali dell'epoca ed avevano il pregio di non utilizzare il costoso carbone per alimentare le caldaie. Un vantaggio che non passò inosservato agli imprenditori toscani del primo ottocento. Una tradizione toscana che arriva fino ai nostri giorni e che pone la regione Toscana ai primi posti dello sfruttamento dell'energia rinnovabile dalla geotermia. Non è un caso che proprio a Larderello si trovi un "Museo dedicato al vapore". Il principio di funzionamento di una centrale geotermica è alquanto semplice per linee logiche. Il flusso di vapore proveniente dal sottosuolo produce una forza tale da far muovere una turbina, l'energia meccanica della turbina viene infine trasformata in elettricità tramite un sistema alternatore. Dall'esperienza toscana si possono trarre alcune importanti conclusioni positive e negative sulla geotermia. La fonte geotermica riceve in particolar modo due critiche: Dalle centrali geotermiche fuoriesce insieme al vapore anche il tipico odore sgradevole di uova marce delle zone termali causato dall'acido solfidrico. Un problema generalmente tollerato nel caso dei siti termali ma particolarmente avverso alla popolazione residente nei pressi di una centrale geotermica. Il problema è, per fortuna, facilmente risolvibile mediante l'installazione di particolari filtri di abbattimento sui vapori in uscita. L'impatto esteriore delle centrali geotermiche può recare qualche problema paesaggistico. La centrale si presenta, infatti, come un groviglio di tubature anti-estetiche. Un'immagine che non dista comunque da quella di molti altri siti industriali o fabbriche. Il problema paesaggistico può essere facilmente risolto unendo l'approccio funzionale dei progetti ingegneristici con quello di un'architettura rispettosa del paesaggio e del comune senso estetico. Per il resto la geotermia consente di trarre dalle forze naturali rinnovabili una grande quantità di energia rinnovabile e pulita. I "giacimenti naturali di vapore" in Toscana producono ogni anno oltre 4 miliardi di kilowattora di elettricità nelle sole centrali toscane di Larderello e di Montieri Energia solare Per energia solare si intende l'energia, termica o elettrica, prodotta sfruttando direttamente l'energia irraggiata dal Sole verso la Terra. Ogni istante il Sole trasmette sull'orbita terrestre 1367 watt per m². Tenendo conto del fatto che la Terra è una sfera (e quindi i raggi arrivano spesso angolati) che oltretutto ruota, l'irraggiamento solare sulla superficie terrestre mediato sulle 24 ore e sulle 4 stagioni è, alle latitudini europee di circa 200 watt/m². La quantità di energia solare che arriva sul suolo terrestre è quindi enorme, circa mille volte superiore a tutta l'energia usata dall'umanità nel suo complesso, ma poco concentrata, nel senso che è necessario raccogliere energia da aree molto vaste per averne quantità significative, e piuttosto difficile da convertire in energia facilmente sfruttabile (principalmente in elettricità) con efficienze accettabili. Per il suo sfruttamento occorrono prodotti in genere di costo elevato che rendono l'energia solare notevolmente costosa rispetto ad altri metodi di generazione dell'energia. Lo sviluppo di tecnologie che possano rendere economico l'uso dell'energia solare è un settore della ricerca molto attivo ma che, per adesso, non ha avuto risultati rivoluzionari. Risorse globali di energia solare. I colori sulla mappa indicano l'energia media che raggiunge la terra, in un periodo di tre anni dal 1991 al 1993 (24 ore al giorno, tenendo conto anche della copertura nuvolosa indicata dai satelliti meteorologici). La scala è in watt per metro quadrato. L'area necessaria per fornire l'energia equivalente alla richiesta primaria di energia attuale è indicata dai dischetti scuri. Pannello solare Questo sistema normalmente è composto da un pannello che riceve l'energia solare, da uno scambiatore dove circola il fluido utilizzato per trasferirla al serbatoio utilizzato per immagazzinare l'energia accumulata. Il sistema può avere una circolazione naturale o forzata. Circolazione naturale Nel caso della circolazione naturale, per far circolare il fluido nel sistema, si sfrutta la convezione. Più economica nei costi di gestione in quanto non esiste consumo elettrico dovuto alla pompa o rinnovo dell'anticongelante (di norma glicole etilenico), impone di porre il serbatoio ad un'altezza maggiore di quella dei pannelli, con maggiori costi per la realizzazione di adeguate strutture di sostegno dei serbatoi. La circolazione naturale, rispetto a quella forzata, realizza uno scambio meno rapido e quindi meno efficace di energia termica con un minor rendimento complessivo. Inoltre, essendo il serbatoio posto all'esterno, vi è una elevata dissipazione termica del calore raccolto, per cui, cessata l'azione del sole, il contenuto si raffredda molto prima che negli impianti a circolazione forzata nei quali il serbatoio è all'interno dell'abitazione. Quindi un impianto a circolazione naturale è adatto a situazioni nelle quali vi è un uso ridotto alle ore diurne o ad alcuni periodi dell'anno, tipicamente nei mesi estivi. Circolazione forzata La circolazione forzata avviene con l'aiuto di pompe solo quando nei pannelli il fluido vettore si trova ad una temperatura più elevata rispetto a quella dell'acqua contenuta nei serbatoi di accumulo. Per regolare la circolazione ci si avvale di sensori che confrontano la temperatura del fluido vettore nel collettore con quella nel serbatoio di accumulo (termocoppia). In tali impianti ci sono meno vincoli per l'ubicazione dei serbatoi di accumulo. La maggiore velocità del fluido vettore permette un maggiore scambio termico e quindi il rendimento del pannello è leggermente superiore, anche perché si possono utilizzare proficuamente tecnologie e materiali il cui costo non sarebbe giustificato in un impianto a curcolazione naturale per i motivi sopra descritti. Normalmente, il circuito idraulico collegato al pannello è chiuso e separato da quello dell'acqua che riscalda, posizionando una serpentina nel serbatoio come scambiatore di calore. Le serpentine possono anche essere due nel caso si voglia anche preriscaldare il fluido dell'impianto di riscaldamento tramite l'acqua del serbatoio. Si può anche integrare una resistenza elettrica per riscaldare l'acqua in caso di insufficiente o assente (nelle ore notturne)irradiazione solare Tipologie I pannelli solari si possono suddividere in alcune tipologie costruttive: piani non vetrati piani vetrati piani vetrati non selettivi piani vetrati selettivi sottovuoto Il collettore piano è il sistema più utilizzato per ottenere le basse temperature, cioè comprese fra i 50 °C e i 90 °C, che si ottengono facilmente facendo riscaldare al Sole superfici piane. Un collettore piano è costituito da: Una lastra trasparente di vetro, che fa passare le radiazioni in arrivo e blocca quelle in uscita Un assorbitore di rame, che è un buon conduttore di calore, in esso sono ricavati molti canali dove circola acqua o aria. Il Sole scalda la piastra, che a sua volta scalda l'acqua o l'aria. Isolante termico, che impedisce la dispersione di calore. I pannelli solari piani non vetrati hanno il vantaggio di essere poco costosi e di avere un ottimo rendimento in condizioni ottimali di irraggiamento quando la temperatura esterna è alta. A causa della mancanza dell'isolamento il loro rendimento diminuisce rapidamente all'allontanarsi dalle condizioni ottimali. Sono adatti perciò al solo uso stagionale ed esclusivamente per la produzione di acqua calda sanitaria, sono spesso impiegati nel riscaldamento delle piscine. I pannelli solari vetrati hanno una struttura attorno all'assorbitore che ne limita le dispersioni sia per convezione con l'aria che per irraggiamento dato che il vetro che ricopre la parte superiore dell'assorbitore è progettato per questa funzione. Hanno un rendimento leggermente inferiore ai non vetrati in condizioni ottimali ma in condizioni meno favorevoli hanno un rendimento decisamente più alto arrivando a produrre acqua calda per uso sanitario circa dal marzo a ottobre. I Pannelli solari sottovuoto sono in grado di garantire un maggiore apporto energetico anche in condizioni di basso irraggiamento o basse temperature esterne. Il collettore solare maggiormente prodotto è costituito da una serie di tubi in vetro borosilicato a doppia intercapedine, saldati all'estremità, al cui interno è provocato il vuoto. L'intercapedine interna è resa selettiva per l'assorbimento della radiazione elettromagnetica solare per mezzo di una verniciatura metallica speciale multistrato, creata utilizzando prodotti completamente riciclabili, denominata CERMET (CERamico-METallica). Laminato riflettente a bassa iridescenza (normative EN 573/3 - EN 485/2 - EN 485/4 e test standard per ossidazione anodica DIN 50943) appositamente realizzato per riflettere con percentuale superiori al 90% della luce totale, sfruttando il sistema CPC (Compound Parabolici Concentratori). Grazie a queste caratteristiche il campo di applicazioni risulta molto eterogeneo (produzione acqua sanitaria, integrazione agli impianti di riscaldamento, riscaldamento piscine ed altro). Utilizzi I pannelli solari possono essere utilizzati per fornire acqua calda e riscaldamento o per generare energia elettrica. Nel primo caso il serbatoio provvede a immagazzinare l'acqua domestica che viene messa a contatto con il fluido tramite una serpentina. La serpentina consente al fluido di trasferire all'acqua l'energia immagazzinata senza contaminare l'acqua. Questa acqua può essere utilizzata come acqua calda nelle abitazioni o può essere utilizzata per riscaldare gli ambienti. I pannelli solari sono in grado di fornire acqua calda e riscaldamento in buone quantità ma non possono sostituire completamente gli usuali metodi di riscaldamento per via dell'incostanza dell'energia solare. Il secondo utilizzo prevede che lo scambiatore di calore sia riscaldato fino ad essere portato in ebollizione. Una volta che il liquido sia passato in fase gassosa lo si invia in una turbina termoelettrica che convertirà il movimento del gas in energia elettrica. Questo tipo di centrale elettrica richiede ampi spazi per l'installazione dei pannelli solari e una presenza di sole costante. Esempi di queste centrali sono state installate nei deserti e una centrale di questo tipo è stata progetta ed è in attesa di avvio della realizzazione in Sicilia. Questi esperimenti non hanno avuto molto successo per via degli alti costi di realizzazione e di mantenimento rapportati alla bassa potenza elettrica generata. Considerazioni economiche In Italia un impianto in base all'ubicazione e all'utilizzo, si ammorta nel giro di 3-8 anni e poiché la durata minima di questi impianti è di 15-20 anni ne consegue che è un buon investimento a medio termine, escludendo eventuali sgravi fiscali o altre forme di agevolazione che rendano l'ammortamento più rapido. Considerazioni ecologiche L'utilizzo dei pannelli solari ha come diretta conseguenza il risparmio di idrocarburi e di energia elettrica che per l'80% in Italia deriva dagli idrocarburi. I benefici sono molteplici: mancata emissione di CO2 minore necessità di infrastrutture per il trasporto dell'energia da grandi distanze mancata emissione di ossidi di zolfo, di azoto, e di pm10 indirettamente la diminuzione dei disastri ambientali mancata immissione nell'ambiente di calore Integrazione nell'impianto idraulico L'integrazione di un pannello solare in un impianto idraulico per la produzione di acqua calda sanitaria avviene solitamente secondo il seguente schema. Il tubo di uscita del serbatoio è collegato a poca distanza ad una valvola termostatica che si occupa di miscelare l'acqua calda dell'accumulo con l'acqua fredda dell'impianto mantenendo in uscita acqua a temperatura costante (40-50 °C). Tale valvola è necessaria per tre motivi: 1. pericolo di ustioni; 2. dispersione di calore nelle tubature data l'elevata temperatura (per questo motivo la valvola non dovrebbe essere posta troppo distante dall'accumulo); 3. danneggiamento di una eventuale caldaia posta in serie al pannello solare. L'uscita della valvola termostatica è poi collegata ad una valvola deviatrice detta anche valvola a tre vie. Questa valvola ha un ingresso e due possibili uscite. A seconda della temperatura di ingresso si attiva l'una o l'altra uscita, ma mai contemporaneamente. Si adotta questa soluzione per far in modo che quando la temperatura è di circa 40 °C o superiore l'acqua venga direttamente immessa nel circuito dell'acqua calda sanitaria; in caso contrario viene inviata all'ingresso di una caldaia istantanea che la scalda fino alla temperatura desiderata prima di essere immessa nel circuito. La suddetta valvola deviatrice può essere azionata manualmente (valvola manuale) (periodo invernale, lunghi periodi di scarso irraggiamento, ecc...) oppure può essere controllata meccanicamente da un piccolo motore azionato da un sensore di temperatura (solitamente una termocoppia) posto all'interno dell'accumulo (valvola elettronica). Questa seconda possibilità è chiaramente da preferirsi. Da notare che la caldaia per la produzione di acqua calda, da mettere in serie al pannello, deve essere di tipo istantaneo, cioè senza accumulo. Inoltre la regolazione della fiamma e la sua accensione devono essere pilotate da un sensore di temperatura. (Questa seconda condizione è soddisfatta praticamente da tutte le moderne caldaie)

 
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Pianificazione

Post n°11 pubblicato il 17 Marzo 2007 da tino.soudaz
 
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Laboratorio multidisciplinare Prima e Seconda Mt sulle energie rinnovabili

Competenze esistenziali : Metodo di Studio per la Prima MT

Relazione con gli altri per la Seconda MT 6 ore  dalle 8,00 alle 13,30 del 17 Marzo 2007

Dove: Laboratorio trattamento testi

Come: Divisi in gruppi di due o tre persone

Con mansioni fissate Pianificazione

8,00-8,30 Breve incontro iniziale: definizione degli obiettivi, dei gruppi, delle responsabilità, pianificazione, qualità, argomenti, variazioni Blog, pubblicazione

8,30-9,00 Inizio del lavoro di ricerca per i vari gruppi

9,30-9,45 Riunione per ridistribuire il carico di lavoro

9,45-10,50 Ricerca e elaborazione materiali

11,00-12,30 Pubblicazione dei materiali prodotti sul sito della scuola Pubblicazione degli stessi su un blog del laboratorio

12,30-13,30 Correzioni e preparazione di una relazione sulle attività svolte

Idee:

Perucchione-Chamonal-Doveil Conto Energia 2007 finanziamenti

Bosonin-Girod-Challancin Legge regionale 3 2006 www.regione.vda.it

Nicola-Longis-Fey Fonti di energia rinnovabile eolica, solare, mare, onde,biomasse

Pierin-Mazza-Peretto Energia idroelettrica www.cva-ao.it

Orlassino -Roccia Energie di origine fossile ricerca Petrolio, carbone, gasolio

Carlino-Varisellaz-Preci Bilancio energetico Arpa della Vda

Dovete ricercare: Cosa c’entrano le materie insegnate con la ricerca effettuata?

Trovare gli agganci e inserirli nella relazione

NB in funzione delle decisioni che verranno prese durante la mattinata

9:30 Tutti i gruppi svolgono il loro lavoro senza variazioni

9:34 Riguardo a suolo,sottosuolo e falda acquifera il Professor Tousco ha dato un contributo stampando un documento sul sito dell’Arpa della VdA.

Durante il resto della mattinata le due classi hanno lavorato, pur se con qualche segno di stanchezza, sino alle 13,30 con buoni risultati.

 
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Controllo Qualità

Post n°10 pubblicato il 17 Marzo 2007 da tino.soudaz
 
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Gilles Priod

Classi 1Mt  2Mt Pont Saint Martin 17/03/07

Relazione sul lavoro svolto in laboratorio multidisciplinare

PROGRAMMA:

8,00-8,30 Breve incontro iniziale: definizione degli obiettivi, dei gruppi, delle responsabilità, pianificazione, qualità, argomenti, variazioni Blog, pubblicazione

8,30-9,00 Inizio del lavoro di ricerca per i vari gruppi

9,30-9,45 Riunione per ridistribuire il carico di lavoro

9,45-10,50 Ricerca e elaborazione materiali

11,00-12,30 Pubblicazione dei materiali prodotti sul sito della scuola

Pubblicazione degli stessi su un blog del laboratorio

12,30-13,30 Correzioni e preparazione di una relazione sulle attività svolte.

Io, Gilles Priod sono stato incaricato dal prof. Costantino Soudaz di controllare la qualità del lavoro svolto durante la mattinata dagli studenti delle due classi che sono stati suddivisi in 6 gruppi, ognuno dei quali si occupa di ricercare su internet un argomento inerente alle varie forme di energia rinnovabili.

GRUPPI E MATERIALE RICERCATO:

- Bosonin Challancin Girod Legge regionale n°3/2006(argomento affrontato anche in lingua francese) Regione VDA

- Perucchione Chamonal Doveil     Conto energia Ministero dell’Economia

- Nicola Longis Fey                 Fonti di energia rinnovabili Wikipedia

- Roccia Orlassino                Combustibili fossili Wikipedia

- Varisellaz Carlino Preçi          Bilancio energetico e ambientale ARPA VDA

-   Mazza Pierin Peretto             Centrali Idroelettriche CVA-AO

La qualità dell’attività svolta dalla maggior parte dei gruppi risulta buona, il lavoro è stato curato in modo soddisfacente e le due classi hanno dimostrato di saper lavorare in modo determinato e con impegno.

Il prof. Soudaz durante un controllo al lavoro del gruppo Doveil Chamonal e Perucchione non lo ritiene incettabile e  decide di non pubblicarlo sul blog, in attesa di una loro correzione.

Procediamo alla pubblicazione degli argomenti sul blog http://blog.libero.it/csoudaz/ e sul sito della scuola www.isitip.it.  Se ci fossero dei problemi a trovare il laboratorio sul sito della nostra scuola, cliccate qui.

 Alle ore 12,15 si continua la pubblicazione e tra qualche minuto il lavoro sarà terminato.

Tutte le relazioni sono state stampate in modo da poter avere una copia cartacea in ogni classe.

 
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Conto Energia 2007

Post n°9 pubblicato il 17 Marzo 2007 da tino.soudaz
 
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17/03/07 Gli alunni Chamonal Claudio, Fabio Perucchione e Doveil Marco dell’istituto I.S.I.T.I.P di Pont-Saint-Martin hanno steso la seguente relazione con argomento “conto energia 2007” , durante i sei moduli scolastici con la collaborazione di alcuni docenti e dei responsabili “qualità e pianificazione”. Come funziona il conto energia nella pratica? Di seguito viene rappresentato uno schema generale di massima di un impianto fotovoltaico per chiarire meglio il funzionamento del conto energia. L'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico viene convertita dall'inverter e immessa nella rete locale a bassa tensione. Il primo contatore (contatore 1) posizionato dal gestore GRTN a valle dell'inverter, conteggia tutta l'energia prodotta dall'impianto, e riconose al produttore, per venti anni, a seconda della classe di appartenenza definita in base alla potenza, delle tariffe incentivanti che variano al variare della tipologia di impianto e della potenza; in particolare vengono distinte le seguenti tipologie di impianto: 1. Impianto non integrato (es. impianto al suolo). 2. Impianto parzialmente integrato (es. impianti a tetto aderenti alla superficie della copertura). 3. Impianto integrato (es. pensiline con copertura costituita da moduli fotovoltaici). La tabella di seguito sintetizza il valore dell’incentivazione riconosciuta al variare della potenza e della tipologia di impianto: Potenza P (kW) Tipo Impianto Non integrato Parzialmente integrato Integrato 1 ≤ P ≤ 3 0,4 0,44 0,49 3

20 0,36 0,4 0,44 L’energia prodotta viene ceduta al gestore locale (solitamante ENEL) e conteggiata dal secondo contatore (contatore 2) che rileva i KWh immessi alla rete. Si puo’ immaginare la rete nazionale come una batteria di capacita’ infinita dove il produttore immette l’energia prodotta e quando necessita la preleva. Il vantaggio enorme di tale soluzione e’ che la rete nazionale non necessita di manutenzione e costi aggiuntivi dovuti alle perdite di carica e scarica della batteria e la sua sostituzione che avviene ogni circa 10 anni. Il terzo contatore (contatore 3) cioe’ il normale contatore che si ha normalmente in casa conteggia, il consumo energetico per i propri fabbisogni quando non vi e’ produzione di energia elettrica dall’impianto. In sisntesi il contatore 2 ha la caratteristica di misurare l’energia immessa nella rete Nazionale, mentre il contatore 3 quello di misurare il consumo. Idealmente il secondo e terzo contatore dovrebbero essere condensati in uno unico dove l’energia immessa viene conteggiata a credito mentre se prelevata viene calcolata a debito. Per motivazioni puramente tecniche l’Enel sta optando per i due contatori distinti. Le tariffe di cui allo schema precedente valgono per tutti quegli impianti che entreranno in funzione nel 2007, il decreto definisce altresì le tariffe che verranno applicate agli impianti che entreranno in produzione negli anni successivi al 2007 fino al 2010 compreso; in pratica ogni anno successivo al 2007 verranno applicate le tariffe dell’anno precedente ridotte del 2%. Le tariffe specificate ne decreto possono essere ulteriormente maggiorate (fino ad un massimo del 30%) qualora l’impianto sia abbinato ad interventi di efficientamento energetico; in particolare ad ogni riduzione del 10% del fabbisogno energetico di ogni unita' abitativa (ottenuto attraverso interventi tesi alla riduzione delle perdite energetiche) fara' seguito un aumento di pari entita' della tariffa incentivante (fino, appunto, ad un massimo del 30%). Verifica on line il ritorno di investimento dal seguente link simula il tuo impianto Che cosa è lo ”scambio sul posto”? Attraverso la Delibera n. 28/06 l’Autorita' per l’energia elettrica definisce le “Condizioni tecnico-economiche del servizio di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 20 kW, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387”. Ovvero definisce le regole attraverso cui viene regolamentato un contratto di scambio energetico tra il gestore della rete ed il produttore di energia rinnovabile. In sostanza la delibera definisce che l’energia prodotta attraverso fonte rinnovabile e ceduta al gestore della rete verra' scontata sui consumi del produttore medesimo. Facendo un esempio, una famiglia che attraverso il suo impianto fotovoltaico cede alla rete 3Kwh non paghera' al gestore 3Kwh assorbiti dalla rete. Come si coniuga il “conto energia” con lo “scambio sul posto”? L’Articolo 8 del decreto attuativo del conto energia definisce che; “ … la disciplina dello scambio sul posto continua ad applicarsi dopo il termine del periodo di diritto alla tariffe incentivante … I benefici dello scambio sul posto sono aggiuntivi rispetto alle tariffe del conto energia ." . Ciò significa che oltre alle tariffe incentivanti il produttore ha diritto ad uno sconto sulla propria bolletta pari al valore di energia prodotta per la tariffa applicata dal gestore. Inoltre, anche che dopo i venti anni in cui il produttore cedera' l’energia prodotta alle tariffe incentivanti definite nel decreto del conto energia il produttore di energia rinnovabile potra' usufruire dello “scambio sul posto”. Questo tutela il produttore dalle variazioni del prezzo dell’energia definite dal mercato energetico anche dopo i venti anni a regime conto energia per tutta la vita dell’impianto (25/30 anni). NUOVO DECRETO PRESENTE SULLA FINANZIARIA 2007 "CONTO ENERGIA" PER IL FOTOVOLTAICO: Il decreto disciplina l'accesso alle tariffe incentivanti per chi produce energia attraverso impianti fotovoltaici, e le fissa da un minimo di 36 ad un massimo di 49 centesimi di euro per kWh prodotto, innalzandole rispetto alla normativa previgente. Un’altra novita' riguarda la certificazione energetica dell'edificio, obbligatoria solo per avere diritto al premio aggiuntivo (art. 7) e non più requisito necessario per accedere alle tariffe incentivanti. e' previsto inoltre un ulteriore aumento dell’incentivo, anche fino al 30%, per piccoli impianti che alimentano utenze di edifici sui quali siano stati effettuati interventi di risparmio energetico adeguatamente certificati. Nel nuovo decreto è stato anche modificato l'obiettivo nazionale di potenza fotovoltaica da installare: dai 2000 MW entro il 2015, previsti dalla bozza precedente, si e' passati a 3000 MW entro il 2016. Corsi sul conto energia sono di nuovo disponibili da gennaio 2007 sul sito ufficiale di Myenergy. Torna su faq conto energia Sul sito ufficiale di Myenergy puoi trovare le faq suddivise per sezione conto energia, fotovoltaico, termico, eolico ed efficienza energetica. Di seguito riportiamo un estratto delle FAQ fotovoltaico e conto energia: Come funziona praticamente il Conto Energia? Come gia' in altri paesi Europei, anche in Italia il Governo ha attua il piano di incentivi per favorire la realizzazione di impianti fotovoltaici domestici, condominiali o industriali. Tale piano attuativo, chiamato Conto Energia, a fronte di alcuni parametri da rispettare, consente di scambiare o vendere alle societa' elettriche l'energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico. Grazie al Conto Energia, su un periodo di medio-lunga durata, non solo non si paga per l’energia elettrica consumata ma si riesce a fare dei guadagni. L’impianto fotovoltaico diventa un vero e proprio investimento industriale. Myenergy offre tutte le informazioni che consentono di valutare le opportunita' che si aprono grazie all'installazione di impianti fotovoltaici. Come posso accedere all’incentivo del Conto Energia? Entro sessanta giorni dall’entrata in funzione dell’impianto occorre inviare al gestore della rete:  Documentazione di conformita' dell’impianto alle norme CEI;  Scheda tecnica dell’impianto;  Certificazione di collaudo;  Dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' autenticata Posso vendere corrente energia all'Enel? Il 5 Agosto 2005 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 181 il programma conto energia, con questo provvedimento è ora possibile vendere l’energia elettrica da impianti fotovoltaici direttamente al gestore GRTN. Posso installare con il conto energia l’impianto fotovoltaico sul mio terreno? Sì è possibile, fino ad oggi per accedere ai contributi statali non era possibile, con il conto energia ora si possono sfruttare anche ampi spazi di terreni per installare gli impianti fotovoltaici. Cosa succede dopo 20 anni con il Conto Energia? Dopo aver usufruito per 20 anni dell’incentivo statale, l’impianto fotovoltaico funzionera' in net metering, cioè ci sara' uno scambio alla pari con il gestore elettrico, come è avvenuto fino ad adesso per gli impianti che hanno usufruito di contributi statali. Cos'è il fotovoltaico? Un modulo fotovoltaico è un dispositivo che permette di convertire l'energia solare in energia elettrica utilizzando la proprieta' di alcuni materiali, come il silicio, di produrre energia elettrica se irradiati dalla luce solare. Il termine stesso “fotovoltaico” racchiude in sè queste caratteristiche, derivando da foto (= luce) e voltaico (dall’inventore della batteria, Alessandro Volta). Singoli moduli fotovoltaici sono generalmente assemblati meccanicamente tramite una intelaiatura, che li protegge anche dagli agenti atmosferici, dando vita ai pannelli fotovoltaici. I pannelli fotovoltaici vengono installati in modo da essere esposti direttamente ai raggi solari (tetti di abitazione, terrazzi, cortili). La luce solare viene trasformata in corrente continua, passata attraverso dispositivi detti “balance of system” e trasformata in corrente alternata tramite un sistema di “inverter”. L'energia così creata può a questo punto essere utilizzata per le utenze tradizionali o immessa nella rete elettrica e misurata da uno speciale contatore del gestore della rete elettrica, che la acquistera' come credito da applicare sulla bolletta (vedi conto energia). Che tipo di tecnologie esistono? Tutte le tecnologie si basano sull’uso del silicio, l’elemento più diffuso sulla crosta terrestre (28%) dopo l’ossigeno. Le tecnologie più comuni sono 3: · Silicio monocristallino, che utilizza silicio purissimo, con atomi perfettamente allineati che garantiscono la massima conducibilita' · Silicio policristallino, con monocristalli di silico aggregati con forme e orientamenti diversi · Silicio amorfo o a film sottile, che non ha struttura cristallina e i cui atomi vengono deposti chimicamente in ordine casuale senza alcun allineamento (struttura amorfa), utilizzando quantita' di silicio molto basse Ogni tecnologia si differenzia per prestazioni, rendimento, costi e durata. Le prestazioni dipendono da caratteristiche quali l’irraggiamento, la posizione, la temperatura di esercizio ecc. Il rendimento è la percentuale di energia trasformata rispetto a quella irraggiata sul modulo, e il passaggio è dal monocristallino all'amorfo in ordine decrescente ovvero, a parita' di produzione di energia elettrica, un pannello fotovoltaico amorfo occupera' una superficie maggiore rispetto ad un equivalente cristallino. In termini di costi, l’amorfo costa meno ma ha un tempo di vita di 10 anni mentre, un modulo policristallino ha garanzia di vita per 25-30 anni Esistono poi altre tecnologie più recenti (ad esempio l’eterogiunzione e il silicio microsferico) ma non ancora commercializzate al grande pubblico. In tutti i casi, il silicio viene poi fuso in lingotti di 10/15 cm di diametro e affettato in sezioni di 0,25-0,35 mm di spessore. Due strati di silicio a differente potenziale elettrico posti tra le due facce delle sezioni ricavate dai lingotti costituiscono la cellula fotovoltaica. Le celle fotovoltaiche collegate tra loro formano i moduli fotovoltaici che come abbiamo visto sono in grado di trasformare la luce solare in energia elettrica. Che tipo di impianti fotovoltaici esistono? Esistono due grosse tipologie di impianti: autonomi (con accumulo o stand alone) e connessi alla rete (o grid connected). I sistemi autonomi utilizzano l’energia prodotta dall’esposizione solare durante il giorno per caricare una batteria e rilasciare, poi, l’energia immagazzinata durante la notte o quando il sole è coperto, per alimentare oggetti di piccole e medie dimensioni (strumenti di emergenza, lampioni stradali, ripetitori, ecc.). I sistemi grid connected sono normalmente utilizzati per fornire energia a una rete elettrica gia' alimentata da generatori convenzionali e cedere all’ente erogatore il surplus, utilizzando un apposito contatore che registra i flussi di entrata e di uscita. Caratteristica esclusiva di questi impianti è l’inverter, che trasforma la corrente continua in alternata. Che durata ha un impianto fotovoltaico? I moduli fotovoltaici hanno una vita stimata che va dai 50 ai 100 anni circa, anche se è plausibile pensare a dismissioni dopo 20/25 a causa dell’obsolescenza della tecnologia e a possibili riduzioni di efficienza, mentre per un impianto si può pensare a trenta e più anni senza dover essere modificato o ristrutturato. I moduli per accedere ai contributi in conto energia devono essere garantiti dal costruttore per almeno 20 anni. Ci sono requisiti particolari per l’installazione di un impianto fotovoltaico? Un impianto fotovoltaico può essere installato praticamente ovunque senza problemi particolari. Gli unici fattori da tenere in considerazione sono: · Necessita' dell’impianto in termini di potenza elettrica · Disponibilita' di superfici su cui installare i pannelli senza ostacoli all’esposizione del sole (tipo altri edifici o alberi); tipicamente la soluzione più adatta è il tetto, ma si possono considerare anche possibilita' alternative quali pareti, strutture comuni o terreni. · Dimensioni e orientamento di tali superfici: da est, sud ed ovest vanno bene, anche se le prestazioni sono leggermente differenti · Spazi per installare l’inverter e i fili Durante la valutazione di fattibilita', gli esperti di Myenergy lavoreranno direttamente con voi su questi aspetti per valutare la soluzione migliore per le vostre esigenze, fino ad arrivare all’installazione e certificazione dell’impianto. Sono possibili anche installazioni per aziende, oltre che abitazioni? Decisamente sì. I fattori da considerare sono gli stessi definiti prima (requisiti in termini di potenza elettrica voluta, superfici per l’installazione dell’impianto, orientamento delle superfici). I contesti industriali spesso agevolano queste installazioni, visto che la disponibilita' di superfici non ombreggiate è spesso maggiore. Il Conto Energia potrebbe anche fornire vantaggi anche maggiori dalla produzione di energia elettrica e vendita del surplus all’ente erogatore. Posso installarmi da solo un impianto fotovoltaico? L’installazione richiede conoscenze specifiche sia in termini di tecnologia che di sicurezza, normative e certificazioni, per cui Le suggeriamo di contattare Myenergy per avere una consulenza adeguata al seguente link contattaci. Quanto può costare un impianto fotovoltaico? Il costo dei pannelli si aggira indicativamente intorno ai 5.000-5.5000 euro al kWp, a cui vanno aggiunti i costi degli inverter, di progettazione e di installazione. Se desiderate simulare il ritorno dell’investimento del vostro impianto potete verificarlo al seguente link simula il tuo impianto Il Conto Energia permette incentivi che agevolano l’investimento iniziale. Ci sono costi o interventi aggiuntivi nel tempo? Una volta installato, l'impianto è praticamente autosufficiente. Costi aggiuntivi sarebbero legati solo ad eventi calamitosi o vandalici. Considerando che in fase di progettazione i moduli dai noi utilizzati vengono sottoposti a test di resistenza alla grandine (anche di grosse dimensioni), installando pannelli certificati da enti internazionali, il rischio di costi aggiuntivi e’ praticamente nullo. Gli unici interventi aggiuntivi possono essere legati ad eventi speciali (ad esempio neve), che richiedono una pulizia manuale dei pannelli, altrimenti autopulenti grazie all’esposizione a pioggia e vento. Quanto tempo richiede l'installazione? Il tempo richiesto dipende alla complessita’ dell’impianto e gli interventi richiesti. In fase di preventivo verranno stimati anche i tempi di installazione. Quanto spazio occupa un impianto fotovoltaico? Dipende principlamente dal tipo di pannelli (monocristallino, policristallino, amorfo). Lo spazio occupato dai pannelli fotovoltaici monocristallini installati su tetto inclinatio e’ pari a circa 8 m² per Kw installato mentre per quanto riguarda i tetti piani e’ pari a circa 12 m² per Kw. Quanto produce un impianto fotovoltaico? La produzione di un impianto fotovoltaico e’ funzione principlamente della latidudine di installazione dell’impianto e ovviamente della potenza installata. Per verificare la produzione di un impianto fotovoltaico potete farlo sul nostro sito al seguente link simula il tuo impianto Qual è il PBP di un impianto fotovoltaico? Il Pay Back Period identifica il numero di anni entro cui l’investitore rientra del capitale investito. Nel caso di un impianto fotovoltaico che usufruisce di un incentivazione in conto energia tale grandezza è funzione della potenza installata, della tipologia di impianto e dell’irraggiamento solare specifico della zona in cui l’impianto è sito. Il ritorno di investimento varia dai 7 agli 11 anni a seconda della latidudine e delle diimensioni dell'impianto. A ciò va inoltre aggiunto l’incentivo ulteriore determinato dalla disciplina di “scambio sul posto”. L’impianto fotovoltaico funziona anche se e’ nuvoloso? Si’. L’impianto fotovoltaico funziona al meglio in presenza di iraggiamento solare diretto (cielo sereno, moduli orientati a sud, temperatura di 25 °C ), ma un minimo di energia elettrica e’ prodotta anche in caso di cielo nuvoloso, sfruttando la radiazione solare diffusa. Che tipo di agevolazioni fiscali esistono per il fotovoltaico? Il principale incentivo nazionale e’: CONTO ENERGIA: per tutti gli impianti di potenza compresa tra 1 e 1000 kW, incentivo della durata di 20 anni sull'energia prodotta dall'impianto connesso alla rete elettrica (DM del 6 Febbraio 2006 che aggiorna il precedente DM del 28 Luglio, conto energia); A questi incentivi si possono sommare alcune opzioni: · vendere l'energia prodotta al gestore della rete ad un prezzo fissato (Delibera n. 34/05 - Acquirente Unico) o venderla sul mercato libero (Delibera n. 168/03); · per impianti di potenza non superiore ai 20 kW connessi alla rete elettrica si può scegliere di applicare lo scambio sul posto (scambio di energia con la rete elettrica) tra l'energia elettrica immessa in rete e quella prelevata dalla rete. · aliquota IVA al 10%; · recupero IRPEF del 41% per le persone fisiche (privati), parzialmente cumulabile col conto energia; · possibilita' di integrare il conto energia con incentivi in conto capitale che non superino il 20% del costo dell'investimento. Con il fotovoltaico sono immune da black-out? NO. Per ragioni di sicurezza, in caso di black-out manutentivo da parte dell’Enel l’impianto non e’ funzionante, per evitare rischi di sicurezza per gli operai, che potrebbero essere fulminati dall’energia generata dall’impianto fotovoltaico. L’installazione di un impianto fotovoltaico richiede modifiche al mio impianto elettrico esistente? No, non si deve modificare l'impianto esistente. L’impianto fotovoltaico ha una sua linea autonoma che dev’essere collegata al quadro elettrico generale, e due contatori installati dal gestore elettrico: uno in entrata, per registrare i l’energia elettrica prelevata dalla rete nazionale, e uno in uscita, per registrare l'energia elettrica immessa in rete dall'impianto fotovoltaico (oppure un contatore bidirezionale che conteggia sia l’energia elettrica in entrata che quella in uscita). Gli impianti fotovoltaici sono in qualche modo inquinanti? La maggior parte delle aziende produttrici che si occupano di tecnologie fotovoltaiche ha adottato sistemi di certificazione di processo e di prodotto (tipo EMAS e ISO 14000) oltre a strategie di certificazione di qualita' organizzativa della societa' che garantiscono una consapevolezza gestionale e un impegno specifico per quanto riguarda la massimizzazione dei vantaggi ambientali per la collettivita' e la minimizzazione di eventuali impatti, mediante adeguate procedure di controllo e monitoraggio dei cicli di vita dei prodotti. I pannelli utilizzati da Myenergy rispettano questi standard. Le perdite termiche del generatore fotovoltaico A nota la temperatura delle celle fotovoltaiche , possono essere determinate da una formula: A=(B-25)*Y/100 Oppure nota la temperatura ambiente C da: A=(C-25+(NOCT-20)*I/800)*Y/100 Y= coefficiente di temperatura di potenza. NOCT= Temperatura nominale di lavoro della cella. C= Temperatura ambientale; nel caso di impianti in cui una faccia del modulo sia esposta all’esterno e l’altra sia esposta all’interno di un edificio. B= è la temperatura delle celle di un modulo fotovoltaico ; può essere misurata attraverso un sensore termoresistivo attaccato sul retro del modulo. Come si coniuga il “conto energia” con lo “scambio sul posto”? L’Articolo 8 del decreto attuativo del conto energia definisce che; “ … la disciplina dello scambio sul posto continua ad applicarsi dopo il termine del periodo di diritto alla tariffe incentivante … I benefici dello scambio sul posto sono aggiuntivi rispetto alle tariffe del conto energia ." . Ciò significa che oltre alle tariffe incentivanti il produttore ha diritto ad uno sconto sulla propria bolletta pari al valore di energia prodotta per la tariffa applicata dal gestore. Inoltre, anche che dopo i venti anni in cui il produttore cedera' l’energia prodotta alle tariffe incentivanti definite nel decreto del conto energia il produttore di energia rinnovabile potra' usufruire dello “scambio sul posto”. Questo tutela il produttore dalle variazioni del prezzo dell’energia definite dal mercato energetico anche dopo i venti anni a regime conto energia per tutta la vita dell’impianto (25/30 anni). Finanziaria 2007: Nuovo conto energia 2007 NUOVO DECRETO PRESENTE SULLA FINANZIARIA 2007 "CONTO ENERGIA" PER IL FOTOVOLTAICO: Il decreto disciplina l'accesso alle tariffe incentivanti per chi produce energia attraverso impianti fotovoltaici, e le fissa da un minimo di 36 ad un massimo di 49 centesimi di euro per kWh prodotto, innalzandole rispetto alla normativa previgente. Un’altra novita' riguarda la certificazione energetica dell'edificio, obbligatoria solo per avere diritto al premio aggiuntivo (art. 7) e non più requisito necessario per accedere alle tariffe incentivanti. e' previsto inoltre un ulteriore aumento dell’incentivo, anche fino al 30%, per piccoli impianti che alimentano utenze di edifici sui quali siano stati effettuati interventi di risparmio energetico adeguatamente certificati. Come funziona praticamente il Conto Energia? Come gia' in altri paesi Europei, anche in Italia il Governo ha attua il piano di incentivi per favorire la realizzazione di impianti fotovoltaici domestici, condominiali o industriali. Tale piano attuativo, chiamato Conto Energia, a fronte di alcuni parametri da rispettare, consente di scambiare o vendere alle societa' elettriche l'energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico. Grazie al Conto Energia, su un periodo di medio-lunga durata, non solo non si paga per l’energia elettrica consumata ma si riesce a fare dei guadagni. L’impianto fotovoltaico diventa un vero e proprio investimento industriale. Myenergy offre tutte le informazioni che consentono di valutare le opportunita' che si aprono grazie all'installazione di impianti fotovoltaici. Che durata ha un impianto fotovoltaico? I moduli fotovoltaici hanno una vita stimata che va dai 50 ai 100 anni circa, anche se è plausibile pensare a dismissioni dopo 20/25 a causa dell’obsolescenza della tecnologia e a possibili riduzioni di efficienza, mentre per un impianto si può pensare a trenta e più anni senza dover essere modificato o ristrutturato. I moduli per accedere ai contributi in conto energia devono essere garantiti dal costruttore per almeno 20 anni. Ci sono requisiti particolari per l’installazione di un impianto fotovoltaico? Un impianto fotovoltaico può essere installato praticamente ovunque senza problemi particolari. Gli unici fattori da tenere in considerazione sono: · Necessita' dell’impianto in termini di potenza elettrica · Disponibilita' di superfici su cui installare i pannelli senza ostacoli all’esposizione del sole (tipo altri edifici o alberi); tipicamente la soluzione più adatta è il tetto, ma si possono considerare anche possibilita' alternative quali pareti, strutture comuni o terreni. · Dimensioni e orientamento di tali superfici: da est, sud ed ovest vanno bene, anche se le prestazioni sono leggermente differenti · Spazi per installare l’inverter e i fili Questo lavoro è stato svoltoFabio Marco e Claudio che sperano di averlo reso semplice ed interessante.Il lavoro è stato svolto con molto impegno attraverso delle ricerche approfondite su internet.speriamo che sappiate apprezzare i nostri sforzi .

 
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