Creato da sisyphus13 il 27/02/2015
curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 81

Post n°82 pubblicato il 03 Luglio 2015 da sisyphus13










Furono a casa in pochi minuti. Veronica stava fissando la televisione con il volume a livello bassissimo e sembrava assorta in tutt'altri pensieri. Entrarono nel soggiorno senza fare rumore e la ragazza Li gratificò di un sorriso anodino mentre spegneva la Tv e accendeva le luci. "Pensavo avreste fatto più tardi". Sussurrò con quel filo di voce che Le era così caratteristico. Frankie si scusò per essere sparito così all'improvviso ma Lo turbava essere di troppo in una famiglia ben avviata. Veronica lo prese per una mano e lo trascinò al centro del locale, poi Gli diede una carezza sulla guancia e cominciò a scusarsi a sua volta per l'atteggiamento che aveva preso e le sue parole, certo non ben ponderate. "Il problema è che siamo tutti nervosi in questo periodo: scadenze di lavoro, tensioni e casini." Però Lui era un ospite ben gradito e avrebbe trovato da Loro la più serena ospitalità finché non avesse recuperato una propria residenza e un lavoro stabile. Avevano discusso a lungo, era vero, e non si erano accorti immediatamente dell'assenza di Frankie. Ma ciò non significava che non importasse Loro nulla della sua presenza: Semplicemente, avevano dovuto mettere le carte sul tavolo dopo parecchio tempo, e la discussione era degenerata rapidamente. Frankie rifletteva sulle parole di circostanza che si debbono
usare in queste occasioni ma Nulla Gli affiorava alle labbra. Gli sembrava che qualsiasi parola sarebbe suonata fessa e falsa e che non vi era bisogno di giustificarsi. Dopo le prime, impacciate scuse, si era piazzato al centro della sala e guardava alternativamente ora Veronica, ora Rudge senza trovare la forza di spostarsi in un angolino buio, sedersi e tenersi la fronte con una mano. Rudge, con gli occhi stranamente lucidi, si avvicinò e lo abbracciò forte senza apparentemente accorgersi che, ora, le lacrime gli sgorgavano a zampilloni dalle ciglia. Frankie si lasciò fare mentre Veronica accarezzava cameratescamente le schiene di entrambi. Quando ebbe finito di stringerlo il giovane si allontanò e si gettò sul divano davanti alla televisione orba, asciugandosi la copiosa commozione. Davanti alla muta domanda del ragazzo Veronica estrasse un fazzoletto dalla tasca e si deterse qualche goccia dalle guance. Poi parlò :"Vedi, Frankie, la nostra situazione non è delle più felici. Noi siamo arrivati in questo posto alcuni anni fa con poche illusioni e qualche speranza. Avrai visto com'è ridotta la gamba di Rudge, ma non è il solo problema. La verità è che siamo condannati e siamo giunti a New Przemysl per ricompensare lo Stato delle agevolazioni che ci ha fornito per curare i nostri malesseri." Frankie ebbe istintivamente un gesto di ritrosia e si allontanò dal centro del locale verso la finestra. In un istante gli sembrò che quell'appartamento avesse acquistato un carattere oscuro e minaccioso, e che le speranze e la gioia sperimentate nel Club fossero solo uno specchietto per le allodole per allontanarlo dalla Verità. La stessa che stava trapelando, malgrado tutto. "Vedi, Frankie, esiste una malattia chiamata Tubulens Micosis che si impossessa dei corpi e dei tessuti dei programmatori di tutte le Città della Zona Centro-occidentale. La causa per la diffusione di questa infermità non sono ancora chiare, ma quello che è certo è che colpisce al 95% i lavoratori del nostro settore. Fu tre anni fa che venimmo a conoscenza della nostra situazione: ci eravamo contagiati a vicenda e il virus era già in uno stato parecchio avanzato. All'incirca nello stesso periodo ci fu rivelato un progetto dello Stato che favoriva gli spostamenti dei malati e degli incubati
proprio qui, a New Przemysl per tenere sotto controllo i focolai del disturbo e continuare gli studi sugli stessi. Il lato positivo era che questo virus non era contagioso all'87% e che era possibile lavorare spalla a spalla con impiegati "normali" e operai non contaminati. La gentilezza della malattia è che si trasmette solo ai programmatori e a qualche rarissima categoria di persone a
rischio. Ma è sostanzialmente un affare interno a un ceto chiuso, ovvero Noi. La cosa più triste da dire è che che tre anni fa giungemmo nella Metropoli insieme a un figlio, e che Luigi morì quattro mesi dopo che ci eravamo stabiliti: era uno di quel 13%, un povero ragazzino senza difese contro il nostro stesso contagio." A questo punto Veronica si arrestò, e dal centro del soggiorno, dove era rimasta immobile come una tragica eroina Scespiriana fece un passo nella direzione di Frankie, poi crollò al suolo, avvolgendosi su sé stessa. Rudge accorse al suo fianco come lanciato da una catapulta e la prese in braccio trascinandola verso le stanze interne. Lì vi rimase per almeno tre quarti d'ora mentre Frankie, accanto alla finestra, osservava la notte trapassare in alba senza avere il coraggio di levarsi dalla sua seggiola per chiedere informazioni sullo stato di salute della ragazza. Fu dopo quel lasso di tempo che Rudge rientrò nel soggiorno. Pareva invecchiato di dieci anni: minuscole rughe si infittivano agli angoli degli occhi e la mascella si era rilasciata allungandosi mostruosamente, mentre ai lati della bocca due pieghe ben visibili marcavano l'essenza stessa del dolore. Stupidamente Frankie, rattrappito nella sua sedia, ebbe solo il coraggio di chiedere :"Va un po' meglio?"






 
 
 
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