Il Tragitto

Il Tragitto Vol. 39


 
Rabail e Frankie lasciarono Tyner e la sua espressione lievemente lubrìca e cominciarono ad aggirarsi fra i tavoli accolti dai sorrisi e dai brindisi dei membri dell'opposizione e del consiglio. Erano perplessi e vivaci, mano a mano che i bicchieri di spumante scendevano nelle loro gole, Louise si teneva un pò discosta mangiando tartine al caviale ma senza bere nulla di alcolico, solo acqua frizzante e non lasciandosi sfuggire dal campo visivo i movimenti del piccolo Pearson che, non osando mescolarsi alla folla già un pò brilla, stava appiccicato al muro a giocare con l'orlo della lunga gonna. Si sentiva protettiva nei suoi confronti e malgrado Rabail e Frankie si dessero da fare in tutta onestà per difendere quell'ex nano brigante, erano troppo maschi e svampiti per poterlo veramente comprendere; cosa che a Lei riusciva perfettamente. Nel frattempo il Colonnello Strano aveva trascinato Tyner in un angolo e, rinnovando continuamente i propri calici di spumante, lo intratteneva Dio solo sa su cosa, mettendogli una mano sull'avambraccio e parlandogli a pochi centimetri dalla bocca, forse con il cervello (e di conseguenza le parole) già impastato. Louise stava sorbendo controvoglia il suo primo bicchiere di vino della serata quando un bellimbusto stazzonato l'aveva avvicinata quasi pattinando sul pavimento già cosparso di residui del bel rinfresco. "Signorina, posso presentarmi?". "Se ne ha proprio così tanta voglia." "Sono Edgar Malloy, del Partito per la Rinascita, avrei piacere che potessimo parlare un attimo...la vedo un pò disgustata e sulle Sue." "Ah, è solo un'impressione. La Verità è che non me la sento di lasciare sola mia sorella" e accennò con il mento a Pearson "Lei è piccola e molto timida. Non se la sente di mangiare, tanto meno di sorbire alcolici.." Malloy fece una smorfia indefinibile con la bocca, della serie: a chi credi di darla a bere? Ma subito si ricompose e continuò, mellifluo, a emettere fiato con sopra delle espressioni al miele rancido :"Mi racconta qualcosa di Lei? Poi le racconterò della mia carriera. Sono giovane, è vero ma ho un discreto curriculum alle spalle...si può dire che il futuro appartiene a chi ha le spalle più larghe e la volontà più ferma." Louise rimase immobile, allibita da un simile profluvio di banalità in serie. Si morse le labbra ma non si riuscì a trattenere :"Allora posso solo immaginare quale privilegio sia essere qui, in questo momento, ad avere la possibilità di discorrere su brillanti argomenti con Lei." Malloy sorrise, mancando tutto il sarcasmo serpeggiante nella risposta della ragazza, sollevò le spalle e flautò :"Non mi spingo a tanto, volevo solo scambiare qualche parola con Lei. Mi permetta di dirle che la trovo incantevole." Louise immaginò per un attimo i suoi capelli rossi e troppo corti, l'aria sfatta, gli occhi cerchiati di nero per le troppe veglie, i vestiti stropicciati e la borsa da viaggio accanto alle gambe. Le venne da ridere, anzi scoppiò proprio in una sguaiata ilarità in faccia al giovanissimo consigliere :" Guarda, Edgar, che potrei avere dieci anni in esperienza più di Te...tieni nella scatola cranica il cervello e gira al largo." Malloy restò, pressochè folgorato, sulle gambe molli e, dopo il primo attimo di inebetudine prese a scivolare indietro sui propri tacchi fino a incocciare nella rassicurante silhouette di un tavolino stracolmo di cibo e vino: afferrò automaticamente il primo bicchiere e lo ingollò in un sol fiato, appoggiandosi con la mano tremante alla superficie solida.