CLEAN moleskine

zoppicante come Dottor House


La mia vita è disordinata, io sono disordato, sono confuso e confusionario. Non faccio un pasto regolare da tre settimane, dormo in treno e mangio sulle panchine. Qualcuno mi ha detto che sono un cucciolo di panda, qualcuno ad Halloween mi ha chiesto se le occhiaie erano proprio mie o avevo la maschera di zorro.Piove, c'ho ancora tutti i capelli bagnati, il tallone torna a farmi male e cammino come Dottor House, senza stampella però. Io sono Dottor UtoHouse, quello che perde sempre le cose, che c'ha mille tasche, che non si ricorda mai dove tiene l'orario dei treni e si dimentica la zip dell'abbonamento.Sono quello che dopo una giornata puzza di gateau di patate e pizza sfoglia, quello che mangia sul lungo mare, su un muretto sconosciuto e diroccato, dove vede tutti e non lo vede nessuno.UtoHouse è quello che si perde per Bari vecchia, tra palazzi decadenti e bottiglie vuote di peroni, tra le icone di San Nicola con le luci colorate e le signore con le pantofole di spugna sotto i jeans attillatti.Sò quello che non trova mai la strada giusta, che comincia un vicolo e svolta sempre prima di finirlo, poi perde l'orientamento, si trova in un vicolo cieco e torna indietro, si ritrova nel cortile di una basilica con tutti i cancelli chiusi, è in perenne ritardo.In ritardo col mondo, con le situazioni, con le persone, le occasioni, coi treni, e alla fine per ritrovare la strada chiede indicazione alla persona più sbagliata.L'unica faccia tranquilla nei vicoli pieni di trecce d'aglio e grappoli di perperoncini è un omino basso e mingherlino. Tu gli chiedi indicazioni per la stazione e lui aprendo la bocca caccia un sibilo, a gesti ti indica la via ma col sorriso ti fa capire che che è muto.è così che ti senti una cacca. Zoppico ma non mollo.Almeno per ora.Forse un giorno avrò il mio posto in eurostar, forse un giorno arriverò dove voglio arrivare io, nonostante la pioggia, nonostante i ritardi, i vicoli ciechi e  i vecchietti muti nei cortili dove non batte mai il sole.