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fan**** a babbonatale. A natale puoi (all I Want)

Post n°132 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da Uto88

Trovare l'incipit è sempre difficile, scrivo poco, lo so, il calendario testimonia che dall'ultimo intervento sono passati diversi giorni.

è Natale, quasi.
Lo so che non è una novità ma ancora non me ne rendo conto, hai presente quando sfugge tutto dalle mani?

L'ideosincrasia per il natale quasi non la sento, non sono guarito, è solo che non ci penso, mi è indifferente, ancora qualche giorno ed è tutto passato, le pubblicità dei panettoni se tutto va bene le rivedo tra dodici mesi.

Il bambino della bauli che dice che "a natale puoi, fare quello che non puoi fare mai" si leva di torno, però forse non c'ha manco torto il bambino.

Certe cose se non ti butti non succederanno mai.
Non sto a filosofeggiare però se stai su un treno che non ti piace il viaggio non ti passa.

Sette giorni fa stavo su uno di quei regionali coi finestrini grigi, i sedili blu, i cespugli di polvere a terra e i capelli di qualcun'altro sul poggiatesta. Quei treni che manco i controllori ci salgono.

Poi con Vinicio nelle cuffie ho capito che ci ho provato, ho provato a fare le scelte che volevo io, quelle che mi sconsigliavano tutti ma se non ci sbatto la testa non ci credo.
Ho rinunciato a tante cose in passato per non aver creduto abbastanza in quello che penso, poi ho iniziato a fare solo quello che voglio anche se non è sinonimo di garanzia.

Ci stavo pensando da non so quanto tempo, due mesi almeno, in treno, a casa, quello che faccio non mi gasa.

Poi sette giorni fa in treno mi stacco le cuffie, cerco il numero di Ari, squillo come un SOS, mi richiama.

"come stai?"
"voglio cambiare..."
Cambiare facoltà, università, città. Cambiare in corsa la destinazione anche se non è facile, senza freno, arrivare dove voglio arrivare io.

In una settimana sono successe le cose più strane, i miei hanno capito le mie ragioni e poi ha nevicato.

Qualcuno mi dice che ho fatto bene, qualcuno mi dice che faccio delle scelte pazze ma sono stanco.
Stanco di vivere in un treno, di fare una vita che non mi appartiene come vorrei, stanco di vedere nessuna prospettiva.

Non so se faccio bene o male, lascerei tutto, o quasi. Ma sono contento e questo, per me, è l'unica cosa che conta.
Poi lo dice pure la pubblicità: "a Natale puoi fare quello che non puoi fare mai".
Adesso o mai più.

Prendo il comando del mio Eurostar, guido io, sono sempre io.
Con le stesse idee, gli stessi difetti mi riprendo le scelte, quelle che ho capito essere sbagliate.
All I want for Xmas is me. Per una volta voglio essere egoista.
Fanculo a babbonatale.

 
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UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE

Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale  di  Pulsatilla e Renzo Arbore.

Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".

Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)

appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.

Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale

Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.

 

se vuoi insultarmi, conoscermi, chiedermi qualcosa la mia mail è whoisuto88[chiocciola]libero[punto]it
 
 

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