Cummattiri

C’è chi mette la faccia e chi mette il corpo


Fonte: Quotidiano di SiciliaTanta gente si nasconde dietro gli altri, ha paura di sbagliare, ha paura di commettere errori. Non capisce che sbagliare si può, correggere si deve. Bisogna capire, quindi, chi, per la prima volta, va fuori dal binario perchè va aiutato  e compreso per lo sbaglio che ha commesso. Grave è, invece, quando l’errore si ripete. Inaccettabile quando l’errore si ripete continuamente, perchè vuol dire che non si è tratto alcun frutto del proprio comportamento non corretto.Intelligenza vuole che ognuno si prenda la responsabilità di ciò che fa, nel bene e nel male, in modo da correggere il proprio comportamento ed andare avanti più produttivamente possibile. Non c’è bisogno di sgomitare per farsi largo. Chi possiede qualità,  se non ha fretta, se le vedrà riconosciute nel tempo, perchè il tempo è galantuomo e i cavalli di razza si vedono nella lunga percorrenza. Chi ha fretta non conclude nulla perchè l’agire deve essere compreso dagli altri che possono dare o no il proprio consenso. Quando non lo danno vi possono essere ragioni. Vediamole.Invidia e gelosia sono due valori negativi che albergano nell’anima degli incapaci, i quali pensano che il successo arrida a chi è fortunato e non a chi è capace. Ora, la fortuna ha un ruolo importante nella nostra vita, ma non il più importante. Incontrare casualmente qualcuno che riconosca le nostre qualità o trovarsi al posto giusto al momento giusto dipende dal caso, ma prendere l’autobus quando passa dipende da noi. Sapere individuare e riconoscere le opportunità è nel nostro discernimento. La capacità di scegliere fatti e circostanze favorevoli o sfavorevoli  consente di andare avanti o retrocedere.E poi, bisogna spingere sui pedali, sforzarsi ed impiegare le nostre energie per perseguire obiettivi giusti e, avanti a tutto questo, ci dobbiamo mettere la faccia, cioè impegnarci in prima persona senza la viltà di mandare gli altri per coprirci. Metterci la faccia significa correre dei rischi. Il rischio è un altro elemento del vivere adeguatamente. Chi non va per la strada col timore che gli possa cadere un vaso di fiori in testa, è un mentecatto. Il rischio di inciampare o dell’imprevisto imprevedibile deve essere accettato. Chi non risica non rosica. Non ci riferiamo ovviamente al gioco d’azzardo, bensì al normale gioco della vita che comporta la possibilità di essere sanzionati nonostante ce la mettiamo tutta. e qui interviene un altro elemento: la forza d’animo, la quale non ci deve mai abbandonare e, anche quando cadiamo o inciampiamo, ci consente di risollevarci e ricominciare nuovamente.Non arrendersi mai, dice una vecchia canzone cantata da Gianni Morandi. Chi si arrende è disperato. Bisogna lottare sempre e in qualunque circostanza, sapendo che una possibile soluzione al problema c’è sempre (o quasi), basta cercarla con determinazione e costanza. Chi restasse abbagliato, come un coniglio dai fari di un’auto, farebbe la parte dell’animale e non della persona. Purtroppo tante persone si comportano da animali, nel senso che non utilizzano quel prodigioso organo fornitoci da madre natura che è il cervello. Cinquecento grammi per l’uomo, trecentosettanta per la donna non significa che essa sia meno dotata, perchè la quantità non è sinonimo di qualità.Chi non ci mette la faccia, ci mette il corpo. Cioè vive in modo animalesco,  espleta le funzioni fisiologiche, ma quanto a pensare... Dobbiamo rilevare con dispiacere che molta gente vive in questo modo, che non si dà da fare, che non cerca con insistenza e tenacia il modo migliore per vivere, che non è solo lavorare. è rendersi utili agli altri e, di conseguenza, a se stessi.L’umanità è fatta da 6,5 miliardi di gocce (persone). Essa nasce in un momento non definito e morirà in un altro momento non prevedibile,  secondo un ciclo che nessuna scoperta ha messo in luce in maniera certa. Però la nostra memoria dei tempi è più recente (diciamo circa cinquemila anni) e ci da le informazioni necessarie per prevedere il nostro futuro più prossimo, diciamo cento anni. Un tempo brevissimo se pensiamo che i dinosauri sono vissuti settanta milioni di anni fa.Non ci resta che supplire alla brevità della vita con la qualità.