Cucinamanumaxosa

Trippe maxose


Trippe maxosePortata: Secondo piattoRicette di: cuocopercaso62Stagione: AutunnoEconomicoIngredienti per 4 persone:500 gr di trippa di manzo250 gr di piselli2 foglie di alloro1 cipolla grande2 carote1 bicchiere di vino bianco1 cucchiaino di dado di carne senza glutammato250 gr di pomodori maturi [in alternativa 1 scatola di polpa a pezzettoni]50 gr di burrosale grosso q.b.pepe nero q.b.1/2 bicchiere di aceto di vino bianco [per sbollentare la trippa]Preparazione:Sciacquare bene la trippa, sbollentarla in acqua e aceto per 20 minuti, scolarla e lasciarla raffreddare. Tagliarla a "fettuccine" e tenerla da parte. In macelleria si trova anche già tagliata, sciaccquarla e sbollentarla comunque.Tagliare le carote prima in 4 nel senso della lunghezza, poi a pezzetti abbastanza piccoli, la cipolla a fettine,privare i pomodori di pelle e semi, sbollentandoli 1 minuto in acqua bollente e ridurli a cubetti. In una capace padella antiaderente fate soffriggere la carota e la cipolla, con il burro e le foglie di alloro. Aggiungere le trippe e insaporirle per 10 minuti a fiamma dolce. Aggiungere ora i pomodori e i piselli, un poco di pepe e il cucchiaino di dado granulare senza glutammato [io ho quello biologico]. Mettere il coperchio alla padella e far cuocere per un'ora a fuoco dolcissimo, quindi togliere il coperchio, controllare se manca il sale, tenendo presente che ora deve ridursi la salsa evaporando [eventualmente regolare il sale solo alla fine della cottura]. Finire la cottura in 30 minuti circa. Servire caldissima con del buon pane casareccio [tipo toscano], accompagnate da pepe nero di mulinello in tavola. Io me le sono fatte ieri. Buon appetitoNote:I più schizzinosi storceranno subito il naso all’idea di mangiare le interiora di un animale ma questo è un modo assai riduttivo di definire una prelibatezza come la trippa.La trippa, al contrario di come molti pensano, non è l’intestino del bovino ma alcune parti dello stomaco che prendono il nome di frattaglie, ossia la parte commestibile delle interiora di un animale.Questo particolare prodotto dall’aspetto assai curioso era conosciuto fin dall’antichità: i greci la cuocevano sulla brace insaporendola con rosmarino ed altre spezie; i romani, invece, ne facevano delle salsicce dal sapore delicato che possono essere paragonate al salame di trippa, una specialità della provincia torinese di Moncalieri che consiste in un salame fatto con trippe di vitello bollite, sbiancate e tritate.Gironzolando per i vicoli del centro di Firenze, è frequente incontrare baracchini all’aperto [trippai], dove simpatici personaggi dall’accento marcato e dalle indiscutibili capacità culinarie preparano panini e non solo, con la trippa, il lampredotto, il lesso ed altre ghiottonerie da accompagnare con un bicchiere di vino rosso della casa: un ottimo sistema per mangiare bene spendendo veramente poco!Attualmente i piatti a base di trippa sono piuttosto diffusi in molte cucine regionali italiane come quella romana, con la sua omonima “Trippa alla romana“, quella veneta con la “Trippa alla trevisana” o come la toscana “Trippa alla fiorentina”.