Cuogatta

Una madre speciale- di Erma Bombeck


Quando stavo in ospedale, dopo che Simone era già stato operato, approfittando del fatto che si era appena addormentato, una sera uscii nell'ingresso del reparto a sedermi sui divanetti. Avevo bisogno di stare un pò da sola coi miei pensieri. Iniziai a pensare a quello che avevo visto e provato e perciò iniziai a piangere. Cosa era successo? Perchè il mio bambino aveva dovuto e doveva ancora soffrire così tanto? Non riuscivo a capire e stavo male anch'io. Avevo ancora la testa fra le mani quando all'improvviso mi sentii accarezzare e abbracciare forte forte. Era un'infermiera. Senza dirmi niente mi diede soltanto un fogliettino fra le mani e andò via. Ero di nuovo sola. In quel momento avrei voluto che con me ci fosse stato mio marito, ma sapevo che non sarebbe potuto essere così. Dopo essermi calmata, ripresa le forze, decisi di rientrare nella stanza. Mio figlio dormiva ancora. C'era qualcosa che mi dava fastidio fra le mani. Era quel foglietto. Lo apro e inizio a leggere. Le lacrime scendon giù, ma erano completamente diverse da quelle versate pochi attimi prima. Mi sento subito meglio e sento che da sola ce la posso fare. Ce la farò. Ce la faremo. Vorrei che questo testo potessero leggerlo tutte le mamme come me. Spero che il blog possa servire anche a questo. Vi saluto, incollando il testo del foglietto. Baci.Una madre speciale Cari genitori, vi propongo unmagnifico brano di Erma Bombeck (1927-1996) giornalista e romanziere americanadel secolo scorso Vi è mai capitatodi chiedervi come vengano scelte le madri di figli disabili? In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco. "Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo". "Forest, Marjorie, figlia. Santa patrona, Cecilia". "Rutledge, Carne, gemelli. Santo patrono... diamo Gerardo.  E' abituato alla scarsa religiosità". Finalmente, passa un nome a un angelo e sorride: "A questa, diamole un figlio handicappato". L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio. E' così felice". "Esattamente", risponde Dio sorridendo.  "Potrei mai dare un figlio disabile a una donna che non conoscel'allegria?  Sarebbe una cosa crudele". "Ma ha pazienza?", chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare diautocommiserazione e pena.  Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce lafarà". "Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te". Dio sorride. "Non importa. Posso provvedere.  Quella donna è perfetta. E' dotata del giusto egoismo". L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?". Dio annuisce. "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai.  Sì, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola.  Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà 'mamma' per la prima volta,  lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole.  Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco,  lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo io - ignoranza, crudeltà,pregiudizio -, le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della suavita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al miofianco". "E per il santo patrono?", chiede l'angelo  tenendo la penna sollevata a mezz'aria. Dio sorride. "Basterà uno specchio".