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Diverso Da Chi?


Piero è fidanzato da quattordici anni con Remo, col quale convive in una città del nord-est. Impegnato in politica e attivista gay, per un errore di calcolo dei suoi compagni di partito e un intervento della sorte, si ritrova candidato sindaco per il centrosinistra. Per la campagna elettorale, gli viene affiancata Adele, ultramoderata antidivorzista, incapace di parlare senza inserire la parola "famiglia" in ogni singola frase. L'inizio del rapporto di lavoro è disastroso ma, quando Remo suggerisce a Piero di smetterla di attaccarla e di cercare di ingraziarsela, le cose cambiano radicalmente e la frequentazione tra uomo e donna porta alla conoscenza che porta all'amore. Che ne sarà ora della sua immagine di simbolo gay? E come dirlo a Remo senza rischiare di farsi lasciare? "This is a man's world" canta James Brown sui titoli di testa, mentre la canoa dei due protagonisti fila dritta sull'acqua liscia e la forza dell'amore gonfia i bicipiti e porta alla vittoria. "This is a man's world but it would be nothing without a woman to care": ed eccola la donna che viene a rimestare ed increspare le acque, a fare un po' di confusione, insomma, tra le certezze di Piero, che si credeva "stragay" ma non può non arrendersi al nuovo sentimento. Adele, da buona "centrista sincera" ha meno problemi di lui ad ammetterlo, d'altronde le sue convinzioni le ha già rivoltate come un calzino. E così il bacchettone finisce quasi per apparire lui, che non ha il coraggio di dirsi diverso dai diversi, bisessuale. Il film di esordio di Umberto Carteni, Diverso da chi?? , scritto in tempi non politicamente sospetti da Fabio Bonifacci, fa del ribaltamento la figura retorica al centro della propria costruzione, assicurandosi un ritmo indiscutibile e una piacevole e salubre libertà ideologica. Ad un set up alquanto spassoso, in cui primeggia la descrizione fuori di metafora dell'ambiente politico nostrano, verista e dunque tragicomica, in perfetta tradizione "all'italiana", segue il momento della farsa pura - nella più teatrale delle locations, il divano - e infine il turno dei sentimenti: la politica si perde un po' per strada, il privato reclama il suo spazio. La chiusura non è impeccabile ma non può dirsi timida né reazionaria, se mai un po' prevedibile, tanto per rimpinguare il numero dei paradossi. Applausi alle coppie comiche Argentero-Gerini e Catania-Cederna e bravo Bonifacci, che, pur riportando il mondo gay all'interno del rassicurante quadro delle istituzioni, della famiglia e del focolare (Remo è un critico e un cuoco sopraffino, l'agnizione finale ha luogo in un asilo), dimostra di sapere bene che, dai tempi di Shakespeare passando per quelli di Cary Grant, non c'è ingrediente più affine alla commedia delle variazioni sul tema dell'identità sessuale.