STRISCE BIANCONERE

Gemellaggio tra Grandi


Nonostante se le diano di brutto fino all’ultimo secondo, parola del capitano Richie McCaw, gli All Blacks sembrano indistruttibili. Per questo Alex Del Piero gli ha chiesto qualche consiglio: «Spero di averlo capito anch’io adesso - ride il capitano vicino al rientro dopo il secondo infortunio stagionale - ma mi farò dire come fanno a recuperare così in fretta. E lui deve farlo molto bene, perché a ogni partita è il migliore». Detto con voluta e comica deferenza da consumato attore, perché Richie, un metro e 88 per 106 chili, sembra un furgone vestito da All Blacks: uno di quelli cui daresti ragione a prescindere. Il capitano della nazionale neozelandese di rugby ricambia: «Da noi non si segue molto il calcio, ma su Del Piero teniamo un occhio». Fatti incrociare da Iveco, che da tre anni griffa i rugbisti più famosi del mondo e che domenica 22 stamperà il suo logo sulle casacche della Juve (al posto di New Holland), i due capitani si sono poi scambiati le maglie: «La mia ti starà un po’ aderente», rideva ancora Del Piero. Autografate, saranno all’asta su e-bay per una settimana, e il ricavato andrà in favore del reparto di Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino. I due non si sono invece scambiati linguacce, anche se la smorfia appartiene a entrambi. «L’Haka è molto importante nella cultura neozelandese - spiega McCaw, parlando della danza maori che gli All Blacks fanno prima di ogni partita - perché ruotare gli occhi, o tirare fuori la lingua, è una cosa che viene fatta per spaventare gli avversari e vedere se hanno il coraggio di guardarci in faccia». Alex ci è arrivato per altri sentieri: «Li ho visti tante volte eseguire l’Haka - spiega il capitano bianconero - ma quando ho fatto la linguaccia per la prima volta, a Milano, non era per copiarli, ma mi uscì in maniera spontanea. E poi si è ripetuta in un modo simpatico. Se spero di farla contro l’Inter? Spero prima». La voglia, sua e della squadra, è notevole: «Siamo affamati - attacca il dieci - ed è proprio il termine esatto. Per lo scudetto i giochi sono aperti, abbiamo il dovere e la voglia di fare bene. Il Milan? Sì, anche loro sono in corsa». Contro l'Udinese sarà pronto a rimettere i piedi sul prato: «Sto bene - continua Del Piero - mi sto allenando a pieno regime da quindici giorni, ora voglio solo giocare». Tutti l’aspettano al fianco di Diego: «Voglio vedermi anche io in campo visto che finora non ho giocato - sorride - ancora più dei tifosi». E pazienza se il posto fisso appartiene ad altre epoche: «Giusto così, l’importante è essere tutti pronti, così da mettere l’allenatore in difficoltà nelle scelte. Poi speriamo di andare avanti in Champions, così avremo più chance di giocare». All’Inter non ci pensa: «Adesso non è il momento, bisogna fare un passo alla volta. Anche perché non si risolve tutto nello scontro diretto». John Elkann, parlando a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico, ha chiesto «continuità» alla sua Juve: «Dobbiamo prendere ciò che di buono è stato fatto finora, che è tanto - ragione Del Piero - limare le cose che non vanno e trovare continuità. Così possiamo fare la differenza». Aspettando il campo, continuità continua a esserci sui conti: la società ha infatti chiuso il primo trimestre dell’esercizio 2009/2010 con ricavi in crescita del 12,7% a 64,9 milioni di euro. Risultato netto positivo per 5,6 milioni di euro, contro i precedenti 3,1 milioni e patrimonio netto salito da 101,8 a 107,4 milioni di euro, sono gli altri dati approvati dal cda bianconero di ieri. Se la squadra imiterà il bilancio, diceva ieri una voce di casa Juve, lo scudetto si può vincere.