STRISCE BIANCONERE

Ritorno al futuro..bianconero


 
Pavel Nedved tor­na alla Juventus. Senza scarpini, purtroppo, ma con la stessa voglia di vincere che aveva in campo. Accadrà nel 2010, cioè fra qualche mese: non è stata fissata una data, ma è lecito atten­dere il grande rientro verso primavera. Il suo anno sab­batico, insomma, sta per fi­nire e gli amici del ceco dico­no che è molto sereno, rilas­sato, ma in fondo si sta an­che rompendo le scatole: dif­ficile per uno come lui stare senza far niente. In questo periodo si è dedicato alla sua famiglia, ha continuato a lavorare per la Fondazione Sant’Anna e per le sue ini­ziative benefiche in Repub­blica Ceca, ha trovato anche il tempo per un paio di blitz a Vinovo ( uno prima della trasferta di Monaco, l’altro per una lezione ai bambini delle Soccer School). E’ ov­viamente rimasto in contat­to con tutti i compagni e ha avuto modo di avere qualche contatto pure con i dirigenti bianconeri, che non si sbi­lanciano sui tempi del ritor­no in “famiglia” di Pavel, ma ribadiscono: «Le porte per lui sono spalancate, lo dicia­mo da quest’estate». RI-UNIONE - E quelle porte, aperte da Jean Claude Blanc e Alessio Secco, Ned­ved potrebbe varcarle nei prossimi mesi per rivestire un compito dirigenziale. Il primo incarico di Pavel, in­fatti, potrebbe essere all’in­terno dell’organigramma di Corso Galileo Ferraris, poi si vedrà. Nel senso che non è da escludere l’ingresso del ceco nello staff di Ciro Fer­rara (che era stato il primo a offrirgli un posto quest’e­state). Ora, però, non sareb­be opportuno alterare gli equilibri di una squadra, quella degli assistenti del tecnico bianconero, che sta funzionando molto bene. A fine stagione ci sarebbe, in­vece, la possibilità di ripen­sare la struttura e sfruttare anche a Vinovo l’apporto di Nedved, che qualcuno già vede come l’ideale collega­mento fra la prima squadra e la società, godendo di grandissimo rispetto sia da parte dei suoi ex compagni ( anzi, in alcuni casi si po­trebbe parlare di venerazio­ne) sia da parte degli attua­li dirigenti, che ne hanno sempre apprezzato la gran­de integrità.