STRISCE BIANCONERE

Processo plusvalenze: assolta la triade


TORINOAssolti «perchè il fatto non sussiste». Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega, i componenti della triade che per un decennio abbondante ha guidato la Juventus fino alla tempesta di calciopoli, esce così dal processo per la gestione finanziaria della società bianconera. Assoluzione anche per la stessa Juventus, imputata in qualità di persona giuridica, che, in caso di eventuali violazioni amministrative, aveva chiesto di patteggiare una pena pecuniaria. La sentenza, pronunciata oggi a Torino dal gup Dante Cibinel, cancella le accuse di falso in bilancio e ostacolo all’attività degli organi di controllo: in due parole, del «doping amministrativo» innescato, secondo la prima ipotesi degli inquirenti, dalle cosiddette plusvalenze sulla compravendita di calciatori. In fumo anche la tesi della truffa alla Federcalcio (iscrizione ai campionati viziata dalle irregolarità contabili). La procura aveva chiesto tre anni per Moggi e Giraudo, due per Bettega. Con un tratto di penna Cibinel ha cancellato anni di indagini che portarono gli inquirenti a sentire tutti i giocatori bianconeri, dirigenti e procuratori sportivi in mezza Europa, vagliando acquisti e cessioni di Zidane, Mutu, Maresca, Miccoli e tanti altri. Accolta la tesi della difesa: non si può quantificare in modo scientifico la valutazione di un atleta, non ci furono pagamenti fittizi a intermediari. «L’offensiva basata sul nulla - dicono in una nota congiunta i sei avvocati della triade - che dal 2006 si è abbattuta sulla Juventus per ragioni tutte interne al mondo del calcio riceve costante e radicale smentita dalle verifiche giudiziarie. Le pronunce di una magistratura competente e indipendente restituiscono dignità e onore alla Juventus, ai suoi milioni di tifosi, alle persone che l’hanno amministrata con tanto successo e fedeltà nel corso di ben dodici anni, a tutto il mondo dello sport». In aula, ad ascoltare la sentenza, c’erano Bettega e Giraudo, che non hanno rilasciato commenti. Da Napoli, impegnato al processo di Calciopoli, ha parlato Moggi: «È una bella soddisfazione. È emerso quello che doveva emergere e cioè che non è successo niente. Mi dispiace solo per quello che è capitato durante la causa». Il cenno è alle condotte della nuova gestione del club, corredate dalla richiesta di patteggiare. Ma da corso Galileo Ferraris rispondono così: «La Juventus non si è mai dissociata dall’attività difensiva comune. Si era limitata a definire con la procura un congruo ammontare per le violazioni amministrative eventualmente riconosciute. Grazie alla strategia di tutti gli imputati è stata riconosciuta la correttezza del comportamento della Juventus».
La Juventus ha accolto con soddisfazione la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Torino in merito al procedimento in corso per falso in bilancio». Lo afferma la Juventus commentando la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Torino nel processo per falso in bilancio che vedeva come imputati gli ex vertici della Juventus, Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega. L’inchiesta della procura torinese ipotizzava il falso in bilancio legato a delle plusvalenze sulla compravendita dei giocatori. Il giudice ha disposto per i tre l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. «Grazie alla strategia difensiva di tutti gli imputati portata avanti in questi anni, è stata infatti riconosciuta la correttezza del comportamento della società. Le perizie depositate dai legali della Juventus - che sostenevano la tesi secondo cui la valutazione dei giocatori non può essere stabilita sulla base di »listini« o di altri parametri non propri del mercato del calcio - e le memorie difensive di tutti gli imputati hanno quindi permesso al giudice Dante Cibinel di assolvere la società e i suoi ex amministratori, Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega, per non aver commesso il fatto», si legge sul sito della societa bianconera. «Infine, la Juventus precisa che non si è mai dissociata dall’attività difensiva comune a tutti gli imputati, ma si era limitata a definire con la Procura della Repubblica di Torino un congruo ammontare per le violazioni amministrative che fossero eventualmente state riconosciute a suo carico». Una vera mazzata per tutti i detrattori della Signora del calcio italiano, tanti, troppi erano convinti che in questo processo sarebbero venute a galla chidssà quali e quante verità nascoste circa il supposto malaffare juventino nel calcio italiano.Dopo anni di indagini l'unica verità venuta a galla è la totale innocenza degli imputati.Puliti! e allora ecco comparire le prime vere crepe del processo sportivo targato Calciopoli, che ha tolto 2 scudetti alla società bianconera spedita successivamente in serie B, la verità prima o poi verrà completamente fuori e a giudicare da questa prima sentenza si intuisce anche quale sarà.