STRISCE BIANCONERE

Rivoluzione bianconera


  
Andrea Agnelli presidente, Jean-Claude Blanc ad e direttore generale, Giuseppe Marotta direttore generale dell’Area sport, Luigi Del Neri allenatore. Escono uno dietro l’altro, dal cortile di casa Juve, con i finestrini delle auto sigillate: le parole arriveranno oggi a mezzogiorno a Vinovo, quando Agnelli e Blanc presenteranno dirigente e tecnico. Un vistoso make up ultimato ieri con l’assistenza legale dell’avvocato Michele Briamonte, dello studio Grande Stevens, tra i primi ad arrivare in sede, in mattinata.
L’unica voce, ieri, era appiccicata su una nota ufficiale del club, diffusa appena finito il cda, durato poco più di un’ora, nel primo pomeriggio: «L’incarico che assumo oggi - ha detto il neo presidente bianconero - è la testimonianza concreta della coesione della nostra famiglia e dell’impegno per questa società. Il lavoro da svolgere è molto impegnativo. Per questo Jean-Claude Blanc e io, in armonia con tutti i collaboratori e con il consiglio, stiamo già delineando la programmazione e le strategie per la futura stagione». Un messaggio di unità e coesione, insomma, fondamentale per rilanciare il club dopo un’annata sportivamente disastrosa. Tra le novità del nuovo gruppo di comando bianconero, la coesistenza di due direttori generali: Blanc avrà lo sguardo sugli uffici di corso Galileo Ferraris, Marotta sulle attività di Vinovo, ha ben sintetizzato chi conosce la società, da tempo. L’ad avrà infatti specifiche competenze sull’incremento dei ricavi e sul progetto dello stadio, vitale per il futuro del club, l’ex boss della Samp, invece, sarà il gerente «della struttura sportiva e medica della società», ha sottolineato un comunicato. Non a caso c’è stato pure un incontro con Fabrizio Tencone, già medico della Juve negli anni 90 e ora direttore del centro riabilitazione sportiva di Torino Isokinetic. Più che probabile un suo ritorno in bianconero, diretto o attraverso alcuni collaboratori. Lo staff a bordo campo sarà completato dal vice di Del Neri, Francesco Conti, e dal suo preparatore, Roberto De Bellis, reduce da una stagione con la Samp da sortilegio, finita con un solo infortunio. La loro firma arriverà in un secondo tempo, perché fino al 30 giugno sono sotto contratto con la Samp.Hanno invece messo l’autografo Marotta, contratto fino al giugno 2013, e Del Neri, su un contratto preliminare da due stagioni. Anche in questo caso, nella nota ufficiale, la società ha voluto sottolineare il coordinamento tra l’ad e il nuovo direttore generale, scrivendo che «Giuseppe Marotta riporterà all’amministratore delegato Jean-Claude Blanc». Evidente la volontà di compattare la squadra dietro la scrivania, anche in questo passo: con la ristrutturazione societaria Blanc ha ceduto la carica di presidente, ma resta una figura importante per il club bianconero.Va da sé poi, che l’ingresso di Andrea Agnelli avrà un impatto operativo, e pure mediatico, notevole, soprattutto dopo un’annata così. Il neo presidente è arrivato in sede intorno all’una e mezza, a bordo di una Giulietta blu e accompagnato da un consulente per la comunicazione, per poi uscirne intorno alle venti. L’investitura è avvenuta alle 14, in un cda che s’è concluso in poco più di un’ora e timbrato dalla nota per il mercato azionario: «Il consiglio di amministrazione della Juve ha preso atto delle dimissioni del consigliere Aldo Mazzia e ha cooptato Andrea Agnelli come amministratore sino alla prossima assemblea degli azionisti. Nel corso della riunione, il consiglio ha inoltre provveduto a nominare presidente il neo amministratore attribuendogli deleghe operative. Jean-Claude Blanc mantiene le altre cariche». Cioè ad e direttore generale, con le specifiche già delineate. Di pallone si occuperanno soprattutto Marotta, Del Neri e il capo degli osservatori Fabio Paratici, la nuova triade tecnica, usciti sulla stessa auto: dovranno aggiustare un bel po’ di cose.
Dobbiamo riflettere bene e valutare con attenzione i giocatori che ci sono», ragionava già lunedì Luigi Del Neri. Perché «quella della Juve è stata una stagione particolare - aggiungeva il nuovo tecnico bianconero - e qui ci sono giocatori di qualità». Diversi, però, non si sono dimostrati tali e, comunque, hanno deluso. Per questo motivo la convinzione della società, che già negli incontri di ieri emergeva era una: prima di tutto occorre pianificare le cessioni, poi si passerà agli acquisti. Tra questi ci saranno almeno quattro esterni, tra difesa e centrocampo, un regista o facente funzioni, un difensore centrale e una punta, o due, se Amauri troverà un altro indirizzo. Due saranno «grandi colpi», a costo di investire notevoli risorse, mentre ad altri pezzi si arriverà con alcuni scambi.Faccia e piedi da spot dovrebbero essere ingaggiati almeno su una corsia, dove viaggia buona parte del gioco di Del Neri. Le ambizioni puntano al massimo, sondando nomi come Frank Ribery (Bayern Monaco), David Silva (Valencia) e Theo Walcott (Arsenal). La risistemazione della squadra passa però anche da buoni giocatori, specializzati nel mestiere richiesto: se Del Neri può averli a disposizione, ha dimostrato di saper allestire buone geometrie. Sempre per le corsie, allora, piace Domenico Criscito, che tornerà alla base, dopo gli anni con il Genoa, così come sono seguiti Mattia Cassani (Palermo) e Aleksandar Kolarov (Lazio). Per l’assalto, dai lati ovviamente, affascina l’esterno serbo del Cska Mosca Milos Kranic. Per rinforzare la palizzata davanti a Buffon è indiziato invece Simon Kjaer, il cui procuratore è già stato un paio di volte a Torino. Andrà al ballottaggio con Leonardo Bonucci (Bari), sul quale c’è però anche la forte concorrenza dell’Inter. La Juve vorrebbe modificare anche l’assetto offensivo, innestando una punta centrale, al posto di Trezeguet: in pole c’è Giampaolo Pazzini, per una quotazione che si aggira sui 20 milioni di euro, mentre ne costa dai cinque ai dieci di più, il bosniaco del Wolfsburg Edin Dzeko.Molto dipenderà dalle cessioni, perché non c’è ristrutturazione senza demolizioni. Per prezzo pagato e rendimento stagionale del giocatore, l’operazione più complicata s’annuncia quella di Diego: pare difficile che il brasiliano possa rientrare nell’assetto preferito da Del Neri, e nel caso bisognerà trovargli una collocazione. Una strada potrebbe essere il prestito, all’estero, per non rischiare una notevole minus-valenza con una vendita. Dentro il 4-4-2 ha invece chance di ritrovarsi Felipe Melo, un altro che per i 25 milioni di euro pagati un anno fa non sembra facilmente collocabile, a meno di non volerlo infilare in scambi. Sul mercato, per ricavarci preziose plus-valenze, potrebbe finirci Momo Sissoko. Un lavoro ancora più complicato aspetta Marotta su quei giocatori che hanno abbondantemente superato la trentina, hanno contratto e, spesso, stipendi lontani dal minimo sindacale. Da Trezeguet e Camoranesi, da Grygera a Zebina, fino al Fabio Grosso ripudiano anche da Lippi. Andranno comunque impacchettati, se così Del Neri deciderà, altrimenti niente nuovi innesti e, si deduce, miglioramento.