juve e formula 1

ci hai provato fernando grazie di tutto


GAZZETTA DELLO SPORT BRASILE CAOS MA FERRARI GELATA VETTEL È CAMPIONE DEL MONDOBrasile caos ma Ferrari gelataVettel è campione del mondoINTERLAGOS (Brasile), 25 novembre 2012Pioggia, incidente al via per il tedesco, Alonso in zona vittoria per pochi giri ma alla fine a Interlagos vince Button. Alonso è 2° ma il tedesco 6° si riconferma iridato. Terzo titolo della carriera per Sebastian
Vettel, 25 anni, tricampione del mondo. AfpLa pioggia c’è stata, la gara caos che Fernando Alonso voleva c'è stata, l'incidente ai danni di Vettel è capitato. Ma alla fine del GP del Brasile il verdetto è rimasto quello dei pronostici della vigilia: Sebastian Vettel campione del mondo. Il GP del Brasile versione film drammatico come nel 2008 lo ha vinto Jenson Button davanti alle Ferrari di Alonso e Massa. Vettel ha chiuso sesto, una combinazione che ha regalato al tedesco il terzo titolo iridato (consecutivo) della carriera: a 25 anni è un nuovo record per il tedesco di Heppenheim.ESPLOSIONE — Il cuore di milioni di tifosi della Ferrari è esploso di emozione alla quarta curva del GP del Brasile. È durato un istante, il tempo dello speronamento di Bruno Senna ai danni della Red Bull di Vettel che si è girato ripartendo dal fondo dello schieramento. Ma la RB8 del tedesco non ha riportato danni irreparabili, solo un piccolo squarcio vicino allo scarico. Così Sebastian ha potuto recuperare e fare una gara difensiva portandosi in zona punti vittoria. Ma non è stata una passeggiata. Nel finale, con la pioggia che tornava a cadere, un doppio pit stop con meccanici nemmeno pronti ha fatto sperare ancora la Ferrari. Fino alla bandiera a scacchi dopo un susseguirsi di emozioni di cui riferiamo nel LIVE giro per giro.FATTORE NEWEY — E dunque applausi e onore al più giovane tricampione della storia della F.1. E tanti meritati applausi anche a Fernando Alonso, l’avversario che ha impreziosito la vittoria del tedesco lottando fino all’ultimo con la sua Ferrari. Ma siccome la F.1 è uno sport in cui l’uomo e la macchina vincono insieme, è giusto tributare l’ultimo applauso al tedesco e alla Red Bull. Ha vinto Vettel perché ancora una volta la miglior coppia uomo-macchina ha prevalso. Ci credevano alla Red Bull, ci credevano alla Ferrari. Vettel ha guidato bene e Alonso forse ha guidato anche meglio. La differenza l’ha fatta ancora una volta Adrian Newey, capace di dare alla RB8 quei (magici?) tocchi aerodinamici su ali e fiancate quando serviva, nello sprint finale della stagione. Vettel non si è fatto pregare e ha fatto buon uso del prezioso materiale ricevuto in dote: con le quattro vittorie consecutive di Singapore, Giappone, Corea e India ha legittimato il trionfo. In fondo il Mondiale 2012 si è deciso così: nel momento decisivo la Red Bull ha veramente messo le ali, il Cavallino è rimasto azzoppato. Tre titoli Mondiali a 25 anni proprio nell’anno del ritiro definitivo di Michael Schumacher: tanti complimenti bisogna forse farli anche alla Germania, capace di produrre in due generazioni ravvicinate il più vincente di tutti e il potenziale successore.BOCCONE AMARO — Dopo Abu Dhabi 2010, un anonimo 2011 e un 2012 da protagonisti, Alonso e la Ferrari devono invece leccarsi ancora le ferite. Alonso sognava il terzo titolo della carriera ed è rimasto ancora a bocca asciutta, paradossalmente nell’anno in cui ha ricevuto più complimenti e ha realmente messo in mostra tutto lo straordinario talento tecnico, tattico, mentale e fisico di cui è dotato. Ci riproverà con ancora più entusiasmo nel 2013, sempre più leader di una squadra che quest’anno deve fargli un bel monumento. Avrebbe anche potuto spuntarla all’ultima corsa, Fernando. Per i tifosi (e l’aritmetica) quei due ritiri di Spa e Suzuka per colpa delle due Lotus saranno sempre un valido rimpianto da citare a parziale giustificazione della sconfitta. Tutto questo, però, non deve distogliere l’attenzione da quello che più è mancato, lo sviluppo finale che permettesse allo spagnolo di tenere il passo della Red Bull in qualifica e gara. Urgono ulteriori miglioramenti nella struttura tecnica della Ferrari perché avere un pilota così forte e mancare il bersaglio da tre stagioni è sempre più difficile da digerire. E’ giusto sottolineare l’orgoglio di esserci e di giocarsela all’ultima gara. Ma tutto questo contrasta con il conteggio degli anni di digiuno, ormai saliti a 5 dopo l’ultimo titolo rosso firmato Kimi Raikkonen 2007. Sarà finalmente il 2013 l’anno della riscossa?