Brutto incidente di percorso per l’Inter di Leonardo, ma i segnali che qualcosa non andava c’erano tutti. Mi sembrava evidente, e l’avevamo segnalato, che non era tutt’oro quello che brillava, eccezion fatta per Eto’o. Fermatosi il camerunense (e non solo lui a Udine), l’Inter si è bloccata, e con la caduta è parsa venir meno anche l’incombente minaccia sul Milan, fatta soprattutto dei punti “a credito” per effetto dei recuperi: tre soli ne restano e dovrebbero venire dalla gara contro la Fiorentina a Firenze, incontro certamente non facile nonostante che i viola continuino a sparigliare le previsioni (1-1 domenica in rimonta con il Lecce). Non brilla molto neanche il Milan che deve dir grazie al solito Ibra se non ha vinto con il Cesena solo con un autogol. Splende invece il Napoli passato a Bari quasi con nonchalance, con effetto immediato sull’entusia - smo che deflagra sotto il Vesuvio superando anche la scaramanzia. La parola scudetto, o almeno la possibilità che il Napoli possa giocarsi le sue carte, non fa più paura. Suggerirei ai miei amici di Napoli di godersi lo straordinario momento senza pensare a quello che verrà. Alle loro spalle, intanto, messe in riga, ci sono la Roma che pure ha vinto (con il Cagliari), la Lazio caduta a Bologna e stava vincendo, la Juve che ha solo pareggiato a Genova con la Samp, e l’Inter di cui ho detto.Napoli a mille Nell’immediato Leonardo deve pensare proprio al Napoli, avversario di domani in Coppa Italia al San Paolo, partita secca, occasione per i partenopei di una clamorosa rivincita. Molti giudicano possibile l’impresa e Moratti è preoccupato. La squadra non tiene ma di ciò deve farsene colpa lui per non aver ritoccato la rosa del triplete quando avrebbe potuto. Ma a quel tempo, sussiegoso del successo, che così gli sembrò, dello scambio Ibra-Eto’o, volle vestire i panni dell’esperto, decidendo che il suo gruppo così forte non andava toccato neanche con un fiore. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, mentre a proposito di Ibra e Eto’o ho sentito dire alla Domenica sportiva che non v’è corsa, quello che fa squadra oltre che i gol è sempre lo svedese, mi sembra dunque che non siamo i soli a pensarla così. La differenza che però può far grande una squadra non è constatarlo “dopo”, quanto metterlo in pratica quando nessuno lo pensa. Adesso sono capaci tutti. La Coppa Italia è arrivata ai quarti e non può essere considerata un impaccio, ma certo non aiuta chi avrebbe bisogno di tirare il fiato. È il caso del Milan incerottato che se la vedrà domani con la Samp a Marassi, mentre giovedì è inprogramma Juve-Roma. Giallorossi a mille per il facile successo sul Cagliari, e bianconeri sollevati nel morale da Delneri dopo il molle pari con la Samp. Capisco il tentativo di tenere su la truppa, ma riferirsi allo scudetto di questi tempi mi pare fuori luogo, se anche Krasic rallenta e il gioco latita. Più che a calcio per un po’ si è giocato a calci. Ora, sarà anche che il campionato è molto equilibrato, il livello generale è basso, c’è poco spazio per i nostri giovani, e gli stranieri presenti ormai a plotoni non sono all’altezza. In uno scenario del genere il Napolima anche la Roma possono cercare di sostituirsi ai vecchi padroni, e per i capitolini non sarebbe una novità. La Lazio mi pare in netta discesa, voglioso invece il Palermo, se capirà il significato della continuità, soprattutto in trasferta. Un peccato per l’Udine - se, costretta a compiangersi per l’orrido inizio d’anno (quattro partite, zero punti).Farinos, Fadiga... E adesso dal calcio vero alle chiacchiere di Moratti, che anche ieri è tornato su Calciopoli, ripetendo come quella vicenda sia stata «una vera truffa. Le nostre vittorie ora lo dimostrano». Lo dice l’uomo che per vincere i campionati aveva acquistato niente meno, tra gli altri, che Fadiga, Farinos, Caio (perse Tizio andato al Milan... ). Sukur fu il suo fiore all’occhiello. Cambiò dal 2000 al 2006 ben nove allenatori, e ha il coraggio di dire che non vinceva per colpa di Calciopoli, quando poi le telefonate stanno adesso inchiodando proprio lui e Facchetti: nel dopo partita oltre agli orologi davano agli arbitri anche pullover di cachemire, noi per pareggiare avremmo dovuto dare 100 magliette ciascuno più 5 kg di portachiavi. Per mancanza di spazio vi rimando comunque alla prossima puntata di “Mi pare che...”: sicuramente vi divertirete.