Subito dopo la partita vinta contro l'Inter, avevamo messo in guardia, per quanto ci è possibile, l'ambiente bianconero ricordando il precedente della scorsa stagione. Non è di certo necessario conoscere il pensiero di Giambattista Vivo (quello dei corsi e ricorsi storici) o sapere che historia magistra vitae est, per realizzare il pericolo di un rilassamento mentale dopo la vittoria contro i nerazzurri. Invece, anche quest'anno, nonostante la rivoluzione estiva, si è pensato di aver superato tutte le difficoltà e che il campionato fosse in discesa. In settimana, anche oggi, abbiamo sentito tante parole, quelle di Delneri di ieri ("Il rischio è di dare tutto per scontato") e quelle di Melo nel prepartita ("Dobbiamo entrare in campo concentrati e caricati") che suonavano come un pericoloso campanello d'allarme che è suonato senza che nessuno facesse qualcosa per farlo tacere. Le partite si vincono in settimana quando in ogni allenamento si deve pensare allo scontro della domenica, concentrandosi su quello che si deve andare a fare in campo. Si sente parlare di approccio sbagliato, squadra presuntuosa e senza carattere, realizzando un'analisi corretta. Peccato che queste parole arrivino da chi, Delneri, è il responsabile tecnico dei giocatori: chi deve dare mentalità, spirito e identità al gruppo? Tutti devono darsi una svegliata perché la partita di oggi è stata ingiustificabile, frutto di una squadra, oggi, senza dignità e senza onore. Un'immagine su tutti: le telecamere di Sky, in occasione dell'azione che ha portato all'espulsione di Buffon, hanno inquadrato Aquilani che a cinque metri dal diretto avversario è impegnato a pettinarsi...