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Rinnovo della Convenzione: dal rinvio sistematico alle condizioni capestro


Il Quotidiano Sanità ha recentemente divulgato la bozza di atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione,  redatto dalla SISAC. Il documento è un mix di enunciazioni generali, principi giuridici e grandi propositi, senza alcuna garanzia di finanziamento della Convenzione, che sarà quindi tutta a carico dei MMG, per quello che potremmo definire un nuovo paradigma negoziale, ovvero il contratto sotto-costo: più compiti ed impegni, tipo l’H24, senza alcun aumento dei compensi, ma nemmeno il recupero dell'inflazione maturata negli anni, che si riverbera inevitabilmente sui costi di gestione degli studi.Ecco i punti più controversi, uno iniziale e l’altro finale, della bozza http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=18535&fr=n1-Prevedere l’riutilizzo delle indennità e degli incentivi ora erogati per lo sviluppo strutturale ed organizzativo (associazionismo, indennità informatica, incentivi per il personale o altro) allo scopo di finanziare i fattori produttivi delle AFT e UCCP, secondo modalità definite dalle regioni.2-A definizione della programmazione del nuovo assetto previsto (AFT/UCCP), le regioni avviano la contrattazione per la definizione dell’Accordo Integrativo Regionale che deve essere perfezionato entro 12 mesi, termine oltre il quale la regione provvede unilateralmente, a sospendere la parte economica integrativa degli accordi regionali, sino alla sottoscrizione del nuovo accordo.Con il primo punto la controparte vorrebbe dirottare le indennità informatica, per i collaboratori e le forme associative per finanziare Aggregazioni Funzionali e Unità Complesse, idea già avanzata durante la discussione dell’ultima convenzione ma per fortuna poi abbandonata, mentre il secondo punto inaugura una nuova stagione nelle relazioni sindacali, all’insegna di una escalation iniziata all’inizio del nuovo millennio.Nella prima decade del nuovo secolo la strategia adottata dalla parte pubblica era imperniata sulla dilazione informale del rinnovo degli ACN, discussi e sottoscritti dopo 2 o 3 anni dalla loro scadenza naturale. A seguito della crisi economica del 2008 è stata adottata una soluzione ancor più drastica: il rinvio formale ope legis del rinnovo degli ACN, in modo da “saltare” senza troppi problemi e reazioni sindacali, grazie all’imposizione di legge, 1 o 2 Convenzioni. Ora con la proposta contenuta nell’atto di indirizzo si realizza un’ulteriore salto di qualità nelle relazioni sindacali: il rinnovo sotto-costo e per di più coatto, nel senso delle condizioni capestro imposte alle trattative a livello regionale. Se i sindacati non accettano le condizioni imposte dalla controparte dovranno pure subire la disdetta degli accordi precedenti, con annessa decurtazione economica dei compensi, a coronamento della strategia del rinnovo sotto-costo e all'insegna del classico "o mangi questa minestra o salti da questa finestra".Ovviamente un sindacato degno di questo nome, in una simile cornice negoziale, non dovrebbe nemmeno accettare di sedersi al tavolo di trattativa. E’ quello che ha in sostanza ventilato Milillo, segretario del maggiore sindacato la FIMMG, in un comunicato di commento della “presunta” bozza di atto di indirizzo: http://www.fimmgroma.org/news/news/news-italia/4223-atto-di-indirizzo-fimmg-se-la-bozza-pubblicata-e-quella-reale-nessun-avvio-di-trattative